Insegnamento
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CFU
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Ore Lezione
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Attività
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Lingua
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21801071 -
FINANZA DEGLI ENTI LOCALI
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8
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SECS-P/03
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64
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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ITA |
21801470 -
ECONOMIA DELLA CULTURA
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TRUPIANO GAETANA
( programma)
L’ECONOMIA DELLA CULTURA SOTTOLINEA L’INTERDIPENDENZA TRA CULTURA ED ECONOMIA. LA DISCIPLINA SI OCCUPA, PRIMA DI TUTTO, DI DEFINIRE I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI, CHE NON SONO SEMPLICI MERCI. IMPORTANTE È ANCHE IL TEMA DEL VALORE DI UN BENE CULTURALE, CONTRAPPOSTO AL TRADIZIONALE VALORE ECONOMICO, CHE SI RIFERISCE AL CAPITALE CULTURALE TANGIBILE E INTANGIBILE. I BENI CULTURALI DETERMINANO ANCHE UN FLUSSO DI SERVIZI CON DIMENSIONE ECONOMICA CON EFFETTI POSITIVI SULL’OCCUPAZIONE E SUL REDDITO; VIENE FAVORITA L’INDUSTRIA CULTURALE, MENTRE SONO ANALIZZATE LE POLITICHE PUBBLICHE A FAVORE DELLA CULTURA.
( testi)
D. THROSBY, ECONOMIA E CULTURA, IL MULINO, BOLOGNA, 2005.
G. TRUPIANO, I GIOVANI E LA CULTURA (SCARIBAILE AL SEGUENTE LINK: HTTP://SCIENZEPOLITICHE.UNIROMA3.IT/GTRUPIANO/FILES/2009/11/TRUPIANO-INDAGINE-SUI-GIOVANI-E-LA-CULTURA.PDF. SULLA PAGINA PERSONALE DELLA PROF.SSA TRUPIANO SUL SITO DI FACOLTÀ, ANCHE IN INGLESE).
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8
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SECS-P/03
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64
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21801873 -
ANALISI ECONOMICA DEL DIRITTO
(obiettivi)
L’analisi economica del diritto è un metodo interdisciplinare applicato per studiare i fondamenti logico-economici delle regole giuridiche e per valutare, anche su basi quantitative, i loro effetti. L’analisi economica può così aiutare a comprendere come le norme debbano essere redatte e interpretate per conseguire determinati obiettivi e come i comportamenti umani reagiscano agli incentivi e ai disincentivi introdotti da quelle norme.
A partire dall’inizio degli anni Sessanta del XX secolo, tutti gli istituti dell’economia di mercato sono stati rivisitati alla luce delle indicazioni offerte dall’analisi economica. Questa è così diventata parte integrante degli studi giuridici in materia di diritto civile e commerciale. Mentre l’affermazione nel campo del diritto privato è ormai incontestata, in altri settori, l’analisi economica costituisce un’ospite inattesa. La sua applicazione allo studio delle regole che disciplinano i comportamenti non di mercato, infatti, costituisce una radicale rottura con la tradizione scientifica di molte branche del diritto. In queste, le premesse teoriche da cui muove l’analisi economica sono a lungo sembrate lontane e il loro utilizzo, a cominciare dalla teoria dei prezzi, è parso ignorare quei limiti morali al mercato su cui implicitamente si fondano molte discipline giuridiche. Applicare l’analisi economica nel campo del diritto pubblico, costituzionale e amministrativo è ancora più complesso che in altri ambiti. Basti pensare alla difficoltà di utilizzare il criterio del calcolo economico quando si analizzano le condotte dei singoli e dei gruppi nella sfera pubblica, secondo un’antica tradizione ispirate esclusivamente a motivazioni ideali e altruistiche. Nonostante queste difficoltà, l’applicazione dell’analisi economica allo studio degli assetti istituzionali, del processo politico e dell’azione amministrativa è oggi il risultato del graduale convergere e della reciproca influenza di una pluralità di orientamenti scientifici che hanno dato sempre maggiore consistenza alla materia.
Il corso di quest’anno è dedicato all’analisi economica del diritto amministrativo. In questa prospettiva, fornite le indicazioni di base sugli strumenti concettuali impiegati dall’analisi economica del diritto, saranno affrontati i seguenti argomenti: fondamenti e le dimensioni ottimali dello Stato, i rapporti tra fallimenti del mercato e intervento pubblico, i rischi di un opposto fallimento dello Stato, il ruolo della pubblica amministrazione nel contesto dell’azione collettiva, le logiche del comportamento burocratico, la delega di funzioni all’amministrazione, l’organizzazione industriale dell’amministrazione, gli strumenti di azione della pubblica amministrazione, le tecniche di regolazione dell’attività amministrativa, il funzionamento del sindacato giurisdizionale.
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NAPOLITANO GIULIO
( programma)
L’ANALISI ECONOMICA DEL DIRITTO È UN METODO INTERDISCIPLINARE APPLICATO PER STUDIARE I FONDAMENTI LOGICO-ECONOMICI DELLE REGOLE GIURIDICHE E PER VALUTARE, ANCHE SU BASI QUANTITATIVE, I LORO EFFETTI. L’ANALISI ECONOMICA PUÒ COSÌ AIUTARE A COMPRENDERE COME LE NORME DEBBANO ESSERE REDATTE E INTERPRETATE PER CONSEGUIRE DETERMINATI OBIETTIVI E COME I COMPORTAMENTI UMANI REAGISCANO AGLI INCENTIVI E AI DISINCENTIVI INTRODOTTI DA QUELLE NORME.
A PARTIRE DALL’INIZIO DEGLI ANNI SESSANTA DEL XX SECOLO, TUTTI GLI ISTITUTI DELL’ECONOMIA DI MERCATO SONO STATI RIVISITATI ALLA LUCE DELLE INDICAZIONI OFFERTE DALL’ANALISI ECONOMICA. QUESTA È COSÌ DIVENTATA PARTE INTEGRANTE DEGLI STUDI GIURIDICI IN MATERIA DI DIRITTO CIVILE E COMMERCIALE. MENTRE L’AFFERMAZIONE NEL CAMPO DEL DIRITTO PRIVATO È ORMAI INCONTESTATA, IN ALTRI SETTORI, L’ANALISI ECONOMICA COSTITUISCE UN’OSPITE INATTESA. LA SUA APPLICAZIONE ALLO STUDIO DELLE REGOLE CHE DISCIPLINANO I COMPORTAMENTI NON DI MERCATO, INFATTI, COSTITUISCE UNA RADICALE ROTTURA CON LA TRADIZIONE SCIENTIFICA DI MOLTE BRANCHE DEL DIRITTO. IN QUESTE, LE PREMESSE TEORICHE DA CUI MUOVE L’ANALISI ECONOMICA SONO A LUNGO SEMBRATE LONTANE E IL LORO UTILIZZO, A COMINCIARE DALLA TEORIA DEI PREZZI, È PARSO IGNORARE QUEI LIMITI MORALI AL MERCATO SU CUI IMPLICITAMENTE SI FONDANO MOLTE DISCIPLINE GIURIDICHE. APPLICARE L’ANALISI ECONOMICA NEL CAMPO DEL DIRITTO PUBBLICO, COSTITUZIONALE E AMMINISTRATIVO È ANCORA PIÙ COMPLESSO CHE IN ALTRI AMBITI. BASTI PENSARE ALLA DIFFICOLTÀ DI UTILIZZARE IL CRITERIO DEL CALCOLO ECONOMICO QUANDO SI ANALIZZANO LE CONDOTTE DEI SINGOLI E DEI GRUPPI NELLA SFERA PUBBLICA, SECONDO UN’ANTICA TRADIZIONE ISPIRATE ESCLUSIVAMENTE A MOTIVAZIONI IDEALI E ALTRUISTICHE. NONOSTANTE QUESTE DIFFICOLTÀ, L’APPLICAZIONE DELL’ANALISI ECONOMICA ALLO STUDIO DEGLI ASSETTI ISTITUZIONALI, DEL PROCESSO POLITICO E DELL’AZIONE AMMINISTRATIVA È OGGI IL RISULTATO DEL GRADUALE CONVERGERE E DELLA RECIPROCA INFLUENZA DI UNA PLURALITÀ DI ORIENTAMENTI SCIENTIFICI CHE HANNO DATO SEMPRE MAGGIORE CONSISTENZA ALLA MATERIA.
( testi)
Il testo di riferimento per la preparazione dell’esame è:
G. Napolitano – M. Abrescia, Analisi economica del diritto pubblico, Bologna, il Mulino, 2009.
Il docente, qualora lo ritenesse opportuno, potrà consigliare durante lo svolgimento del corso alcune letture di approfondimento.
Per il programma d'esame da non frequentante, si prega di mettersi in contatto via mail con il docente.
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8
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IUS/09
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64
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21801886 -
DIRITTO DEGLI ENTI LOCALI E DEI SERVIZI PUBBLICI
(obiettivi)
IL CORSO ESAMINERÀ IL SISTEMA DELLE AUTONOMIE LOCALI, CON RIFERIMENTO SIA ALL’ARTICOLAZIONE DELLE FUNZIONI ED AI MODELLI ORGANIZZATIVI PRESCELTI PER ESERCITARLE, SIA ALLE FORME DI GESTIONE ED EROGAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI. IN PARTICOLARE, SARÀ DATO CONTO DELLE MODALITÀ CON CUI LE INNOVAZIONI NORMATIVE HANNO MODIFICATO L’ASSETTO PREESISTENTE A PARTIRE DALL’INIZIO DEGLI ANNI NOVANTA E CON SPECIFICA ATTENZIONE ALL’IMPATTO DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE DEL 2001. LE RIFORME SARANNO ANALIZZATE PER VERIFICARNE GLI SVILUPPI APPLICATIVI, DI PECULIARE RILIEVO QUANDO INFLUENTI, ATTRAVERSO L’EROGAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI, SUL RAPPORTO TRA AMMINISTRAZIONI LOCALI E CITTADINI NONCHÉ TRA LE PREDETTE AMMINISTRAZIONI E L’INSIEME DELLE IMPRESE OPERANTI SUL TERRITORIO.
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DI LASCIO FRANCESCA
( programma)
PRIMA PARTE: LE FUNZIONI E L’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA LOCALE INTRODUZIONE, IL CONCETTO DI ENTE PUBBLICO TERRITORIALE NEL CONTESTO DELL’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA I MODELLI DEL DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO. I PRINCIPI COSTITUZIONALI DI SUSSIDIARIETÀ, DIFFERENZIAZIONE ED ADEGUATEZZA. L’ORDINAMENTO LOCALE DALLE ORIGINI ALLA LEGGE N. 142/1990. L’EVOLUZIONE LEGISLATIVA NEL PERIODO 1990-2000. LA RIFORMA COSTITUZIONALE DEL 2001. ATTUALI TENDENZE DI RIFORMA DEL SISTEMA LOCALE. COMUNE, PROVINCIA E CITTÀ METROPOLITANA (CARATTERI GENERALI); ISTITUZIONE DI ENTI LOCALI E VARIAZIONI TERRITORIALI;DECENTRAMENTO INFRACOMUNALE E INFRAPROVINCIALE. LE FORME ASSOCIATIVE E LA COOPERAZIONE TRA ENTI LOCALI IL SISTEMA ELETTORALE E LA FORMA DI GOVERNO IL FUNZIONAMENTO DEGLI ORGANI DI GOVERNO LOCALE LE FONTI DEL SISTEMA LOCALE: STATUTI E REGOLAMENTI L’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA LOCALE ED IL PERSONALE: UFFICI, PERSONALE E DIRIGENZA I SEGRETARI COMUNALI E PROVINCIALI LE FUNZIONI AMMINISTRATIVE DEGLI ENTI LOCALI NELL’EVOLUZIONE LEGISLATIVA ED I LORO MODI DI ESERCIZIO LA PARTECIPAZIONE NELL’AMMINISTRAZIONE LOCALE. IL DIFENSORE CIVICO. LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA A LIVELLO LOCALE I CONTROLLI NELL’AMMINISTRAZIONE LOCALE I RACCORDI STRUTTURALI E FUNZIONALI TRA LIVELLI DI GOVERNO LA FINANZA LOCALE. IL FEDERALISMO FISCALE E DEMANIALE. LE AUTONOMIE LOCALI NEI MODELLI EUROPEI
SECONDA PARTE: I SERVIZI PUBBLICI LOCALI I SERVIZI PUBBLICI LOCALI: IL QUADRO NORMATIVO E LA SUA EVOLUZIONE. L’INCIDENZA DEL DIRITTO COMUNITARIO NELLA GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI ED IL RUOLO DELLA GIURISPRUDENZA. LE FORME DI GESTIONE. LA TUTELA DEGLI UTENTI E LE CARTE DEI SERVIZI I SETTORI: IL TRAPORTO PUBBLICO LOCALE I SETTORI: IL GAS NATURALE I SETTORI: I RIFIUTI I SETTORI: I SERVIZI FUNEBRI E CIMITERIALI I SETTORI: I SERVIZI SOCIALI I SETTORI: I SERVIZI CULTURALI I SETTORI: I SERVIZI SPORTIVI I SETTORI: LE FARMACIE
( testi)
- L. VANDELLI, IL SISTEMA DELLE AUTONOMIE LOCALI, IL MULINO, BOLOGNA, ULT. ED.;
- L. VANDELLI, IL DECENTRAMENTO DELLE FUNZIONI E IL FEDERALISMO AMMINISTRATIVO, IN G. D’ALESSIO – F. DI LASCIO, IL SISTEMA AMMINISTRATIVO A DIECI ANNI DALLE RIFORME BASSANINI, GIAPPICHELLI, 2009;
- G. PIPERATA, VOCE “SERVIZI PUBBLICI LOCALI“, IN DIZIONARIO DI DIRITTO PUBBLICO, GIUFFRÉ, 2006.
DURANTE IL CORSO, SARANNO FORNITI AGLI STUDENTI MATERIALI AGGIUNTIVI A QUELLI INDICATI QUALE PROGRAMMA D’ESAME. GLI STESSI SARANNO RESI DISPONIBILI SULLO SPAZIO WEB DI RIFERIMENTO DELL’INSEGNAMENTO OPPURE SARANNO FORNITI DIRETTAMENTE DAL DOCENTE, PREVIA RICHIESTA. IN AGGIUNTA, NELLA PAGINA DEDICATA AI MATERIALI, SARANNO DISPONIBILI LETTURE INTEGRATIVE E ULTERIORI DOCUMENTI UTILIZZATI NEL CORSO DELLE LEZIONI CHE NON COSTITUIRANNO PARTE OBBLIGATORIA DEL PROGRAMMA D’ESAME.
È CONDIZIONE ESSENZIALE LO STUDIO DEI PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI, REGOLAMENTARI E AMMINISTRATIVI NONCHÉ DELLE DECISIONI GIURISPRUDENZIALI CHE SARANNO OGGETTO DI COMMENTO DURANTE LE LEZIONI.
GLI STUDENTI NON FREQUENTANTI SONO PREGATI DI PRENDERE CONTATTO CON IL DOCENTE PRIMA DI PRESENTARSI ALL’APPELLO DESIDERATO, ANCHE AL FINE DI CONCORDARE EVENTUALI LETTURE INTEGRATIVE RISPETTO A QUELLE INDICATE NEL PROGRAMMA D’ESAME.PRIMA PARTE: LE FUNZIONI E L’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA LOCALE INTRODUZIONE, IL CONCETTO DI ENTE PUBBLICO TERRITORIALE NEL CONTESTO DELL’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA I MODELLI DEL DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO. I PRINCIPI COSTITUZIONALI DI SUSSIDIARIETÀ, DIFFERENZIAZIONE ED ADEGUATEZZA. L’ORDINAMENTO LOCALE DALLE ORIGINI ALLA LEGGE N. 142/1990. L’EVOLUZIONE LEGISLATIVA NEL PERIODO 1990-2000. LA RIFORMA COSTITUZIONALE DEL 2001. ATTUALI TENDENZE DI RIFORMA DEL SISTEMA LOCALE. COMUNE, PROVINCIA E CITTÀ METROPOLITANA (CARATTERI GENERALI); ISTITUZIONE DI ENTI LOCALI E VARIAZIONI TERRITORIALI;DECENTRAMENTO INFRACOMUNALE E INFRAPROVINCIALE. LE FORME ASSOCIATIVE E LA COOPERAZIONE TRA ENTI LOCALI IL SISTEMA ELETTORALE E LA FORMA DI GOVERNO IL FUNZIONAMENTO DEGLI ORGANI DI GOVERNO LOCALE LE FONTI DEL SISTEMA LOCALE: STATUTI E REGOLAMENTI L’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA LOCALE ED IL PERSONALE: UFFICI, PERSONALE E DIRIGENZA I SEGRETARI COMUNALI E PROVINCIALI LE FUNZIONI AMMINISTRATIVE DEGLI ENTI LOCALI NELL’EVOLUZIONE LEGISLATIVA ED I LORO MODI DI ESERCIZIO LA PARTECIPAZIONE NELL’AMMINISTRAZIONE LOCALE. IL DIFENSORE CIVICO. LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA A LIVELLO LOCALE I CONTROLLI NELL’AMMINISTRAZIONE LOCALE I RACCORDI STRUTTURALI E FUNZIONALI TRA LIVELLI DI GOVERNO LA FINANZA LOCALE. IL FEDERALISMO FISCALE E DEMANIALE. LE AUTONOMIE LOCALI NEI MODELLI EUROPEI
SECONDA PARTE: I SERVIZI PUBBLICI LOCALI I SERVIZI PUBBLICI LOCALI: IL QUADRO NORMATIVO E LA SUA EVOLUZIONE. L’INCIDENZA DEL DIRITTO COMUNITARIO NELLA GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI ED IL RUOLO DELLA GIURISPRUDENZA. LE FORME DI GESTIONE. LA TUTELA DEGLI UTENTI E LE CARTE DEI SERVIZI I SETTORI: IL TRAPORTO PUBBLICO LOCALE I SETTORI: IL GAS NATURALE I SETTORI: I RIFIUTI I SETTORI: I SERVIZI FUNEBRI E CIMITERIALI I SETTORI: I SERVIZI SOCIALI I SETTORI: I SERVIZI CULTURALI I SETTORI: I SERVIZI SPORTIVI I SETTORI: LE FARMACIE
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8
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IUS/10
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64
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
21801888 -
DIRITTO DELLE OBBLIGAZIONI E DEI CONTRATTI NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
(obiettivi)
IL CORSO PROPONE LO STUDIO DEL DIRITTO PRIVATO DELL’AMMINISTRAZIONE PUBBLICA, OFFRENDO UN QUADRO GENERALE DELL’ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE OBBLIGAZIONI CHE SORGONO IN CAPO ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, INDIVIDUANDO L’AMBITO OVE ESSA AGISCE SECONDO SCHEMI DI DIRITTO PRIVATO, SOGGIACENDO ALLA RELATIVA DISCIPLINA, ED EVIDENZIANDO ALTRESÌ I PROFILI PECULIARI CONNESSI ALLA SUA NATURA.
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AGOSTINELLI BENEDETTA
( programma)
LA PREMESSA NECESSARIA È COSTITUITA DALLA DISTINZIONE TRA DIRITTO PUBBLICO E DIRITTO PRIVATO NONCHÉ TRA SOGGETTI PUBBLICI, PREPOSTI ALLA FUNZIONE DI AMMINISTRAZIONE (E COMPLESSIVAMENTE E SINTETICAMENTE INDICATI COME AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE), CHE AGISCONO PER SCOPI DI INTERESSE GENERALE, E SOGGETTI PRIVATI, CHE PERSEGUONO VICEVERSA INTERESSI PARTICOLARI. L’INDAGINE, NELLA SUA PARTE GENERALE, HA QUINDI AD OGGETTO L’ATTIVITÀ DI DIRITTO COMUNE DELLA P.A., ANALIZZANDO ISTITUTI E RAPPORTI NEI QUALI LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE OPERANO COME SOGGETTI DI DIRITTO COMUNE: DALLE FORME ORGANIZZATIVE PRIVATISTICHE, ALLA TITOLARITÀ DI DIRITTI DOMINICALI, ALLA STIPULAZIONE, IN LUOGO DELL’EMANAZIONE DI PROVVEDIMENTI AMMINISTRATIVI, DI ATTI NEGOZIALI CON PRIVATI E, INFINE, ALLA RESPONSABILITÀ CIVILE PER LA LESIONE DELLE SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE FACENTI CAPO AI PRIVATI. LA PARTE SPECIALE È DEDICATA ALLA RESPONSABILITÀ CIVILE DELLA P.A., UTILIZZANDO IL METODO DELLO STUDIO DEI CASI SULLA SCORTA DI PRONUNCE EMANATE DA DIVERSE AUTORITÀ GIURISDIZIONALI (CORTE COSTITUZIONALE, CONSIGLIO DI STATO, TAR, CORTE DI CASSAZIONE E TRIBUNALI ORDINARI), CHE OFFRONO LO SPUNTO PER LA DISAMINA DI RILEVANTI TEMI, TRA I QUALI, AD ESEMPIO, LA RESPONSABILITÀ NELLA GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI, LA RESPONSABILITÀ INDIRETTA, LA RESPONSABILITÀ NELL’EROGAZIONE DI PRESTAZIONI SANITARIE, LA RESPONSABILITÀ PER L’ESERCIZIO ILLEGITTIMO DEL POTERE AMMINISTRATIVO.
( testi)
1) V. CERULLI IRELLI, DIRITTO PRIVATO DELL’AMMINISTRAZIONE PUBBLICA, GIAPPICHELLI, TORINO, 2008
2) G. CORSO – G. FARES, LA RESPONSABILITÀ DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, GIAPPICHELLI, TORINO, 2009
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8
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IUS/01
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64
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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ITA |
21801892 -
DIRITTO PUBBLICO COMPARATO
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8
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IUS/21
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64
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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ITA |
21801901 -
GOVERNO LOCALE
(obiettivi)
I GOVERNI LOCALI, IN QUASI TUTTI I SISTEMI POLITICI AVANZATI, STANNO ASSUMENDO UN’IMPORTANZA CRESCENTE NEGLI ASSETTI DI POTERE CENTRO-PERIFERIA, SOPRATTUTTO A SEGUITO DELL’AMPIO PROCESSO DI DECENTRAMENTO FAVORITO ANCHE DA GLOBALIZZAZIONE ED EUROPEIZZAZIONE. ATTRAVERSO L’ANALISI COMPARATA DEL FUNZIONAMENTO DEGLI ENTI LOCALI NEI SISTEMI POLITICI EUROPEI E NORD AMERICANI, IL CORSO HA L’OBIETTIVO DI FORNIRE GLI STRUMENTI CONCETTUALI PER COMPRENDERNE ED ANALIZZARE IL GOVERNO LOCALE SIA IN QUANTO ISTITUZIONE SIA IN QUANTO ATTIVITÀ RELAZIONALE TRA ATTORI POLITICI, ISTITUZIONALI E NON, INDIRIZZATA ALLA PRESA DI DECISIONI PUBBLICHE A LIVELLO LOCALE (LOCAL GOVERNANCE).
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GERMANO LUCA GIUSEPPE
( programma)
IL CORSO È SUDDIVISO IN DUE PARTI.
NELLA PRIMA PARTE, DOPO AVER SPECIFICATO COSA SI INTENDA PER GOVERNO LOCALE E QUALE SIA STATA LA SUA EVOLUZIONE NEI DIVERSI PAESI OCCIDENTALI, SI PASSERÀ ALL’ESAME DELL’ARTICOLAZIONE TERRITORIALE DEI POTERI PER MOSTRARE LE INTERRELAZIONI FRA I DIVERSI LIVELLI DI GOVERNO CHE INSISTONO CONTEMPORANEAMENTE SU UNO STESSO TERRITORIO E SI ANALIZZERANNO LE RAGIONI E LE MODALITÀ DEL TRASFERIMENTO DI MOLTE FUNZIONI E POTERI DAI GOVERNI CENTRALI A QUELLI PERIFERICI. VERRÀ POI INTRODOTTO L’ARGOMENTO DELLA DEMOCRAZIA LOCALE E DELLE FORME DI PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI. SI MOSTRERÀ COME LA RIDOTTA DIMENSIONE DELLE ISTITUZIONI LOCALI, E LA LORO VICINANZA AI CITTADINI, PERMETTA DI SPERIMENTARE NUOVE FORME DECISIONALI INCLUSIVE, VOLTE AL COINVOLGIMENTO DIRETTO DELLE POPOLAZIONI ABITANTI UN CERTO TERRITORIO NELLA PRODUZIONE DI TALUNE POLITICHE LOCALI E COME CIÒ CONTRIBUISCA ALLO SVILUPPO DELLA DEMOCRAZIA LOCALE.
NELLA SECONDA PARTE CI SI CONCENTRERÀ SPECIFICAMENTE SULLA POLITICA LOCALE ITALIANA E SULLE SUE ISTITUZIONI. SARANNO ESAMINATI I PROCESSI EVOLUTIVI DEGLI ENTI LOCALI ITALIANI, SOPRATTUTTO A SEGUITO DELLE RIFORME DEGLI ANNI NOVANTA CHE HANNO MODIFICATO LA STRUTTURA CENTRALISTICA DELLO STATO ITALIANO, UNA PARTICOLARE ATTENZIONE SARÀ POSTA ALL’ATTUALE TEMA DELLA RIFORMA FEDERALISTA.
( testi)
BOBBIO L., I GOVERNI LOCALI NELLE DEMOCRAZIE CONTEMPORANEE, ROMA-BARI, LATERZA, N.E. 2008
BACCETTI, C., LA NUOVA POLITICA LOCALE, TORINO, UTET, 2008.
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8
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SPS/04
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64
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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ITA |
21801908 -
METODI QUANTITATIVI DI VALUTAZIONE DELLE POLITICHE PUBBLICHE
(obiettivi)
IL CORSO SI PROPONE DI FAR CONOSCERE ALLO STUDENTE I PIÙ DIFFUSI STRUMENTI QUANTITATIVI DI VALUTAZIONE DI PROGRAMMI E PROGETTI, TENUTO CONTO DELLE PIÙ INTERESSANTI ESPERIENZE INTERNAZIONALI IN MATERIA. PARTICOLARE RILIEVO VIENE ATTRIBUITO AI METODI E ALLE TECNICHE DI VALUTAZIONE PROMOSSE O ATTUATE DALLA COMMISSIONE EUROPEA NELL’AMBITO DELL’ESPERIENZA DEI FONDI STRUTTURALI.
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MAZZIOTTA CLAUDIO
( programma)
PROGRAMMA
1. RICHIAMO ALL’ITER DI FORMAZIONE DELLE DECISIONI DI SPESA. LE FASI DEL “CICLO DI VITA” DELLA SPESA: L’ANALISI, LA PROGETTAZIONE, L’INTERVENTO, IL CONTROLLO. RISCONTRO DI ALCUNE PROCEDURE DI VALUTAZIONE IN VIGORE PRESSO ALTRI PAESI: LA PROGRAMMAZIONE STRATEGICA IN USA, UK E FRANCIA. 2. IL RUOLO DELLA PA NEL SISTEMA ECONOMICO E LA SUA MISURAZIONE CONTABILE ATTRAVERSO IL SEC 95. IL LIVELLO TERRITORIALE (DISAGGREGATO) DELL’ANALISI: SEC-REG E ALTRE FONTI. 3. FONDAMENTI CONCETTUALI DELLA VALUTAZIONE. LE RELAZIONI TRA INPUT, OUTPUT E OUTCOME. INDICATORI E TECNICHE STATISTICHE NELLE DIVERSE FASI DELLA VALUTAZIONE. 4. MODELLI STATISTICI PER L’ANALISI DI IMPATTO: ANALISI DELL’ATTIVAZIONE PRODUTTIVA (MODELLO INPUT-OUTPUT); ANALISI DEGLI EFFETTI INTERISTITUZIONALI (MATRICE DI CONTABILITÀ SOCIALE). STUDI DI CASO ED ESEMPLIFICAZIONI. 5. VALUTAZIONE E SELEZIONE DEI PROGETTI DI INVESTIMENTO PUBBLICO. GLI STUDI DI FATTIBILITÀ. L’ANALISI COSTI-BENEFICI. L’ANALISI MULTICRITERI. STUDI DI CASO ED ESEMPLIFICAZIONI. 6. L’ANALISI DI IMPATTO DELLA REGOLAMENTAZIONE NELL’ORDINAMENTO ITALIANO: STRUMENTAZIONE TECNICA ED ESPERIENZA ACQUISITA. 7. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLE POLITICHE DI AIUTO AGLI INVESTIMENTI. METODI SPERIMENTALI E NON SPERIMENTALI. L’APPROCCIO CONTROFATTUALE E I MODELLI UTILIZZATI NEI METODI NON SPERIMENTALI. STUDI DI CASO ED ESEMPLIFICAZIONI. 8. RAPPRESENTAZIONE DEI PROCESSI DECISIONALI DELL’ATTIVITÀ CORRENTE DELLA PA. I FONDAMENTI CONCETTUALI DELLA VALUTAZIONE: EFFICIENZA, PRODUTTIVITÀ, ECONOMICITÀ, EFFICACIA, QUALITÀ E SOSTENIBILITÀ. CENNI SU FUNZIONI DI PRODUZIONE O DI COSTO NELLA PA E SULLA DEA. STUDI DI CASO ED ESEMPLIFICAZIONI.
( testi)
1. 1.A F. ARCHIBUGI, DA BUROCRATE A MANAGER. LA PROGRAMMAZIONE STRATEGICA IN ITALIA: PASSATO, PRESENTE E FUTURO, RUBBETTINO, 2008, PAR. 2.2, PP. 33-70; OPPURE, IN ALTERNATIVA: 1.B A. MARTINI, M. SISTI, “INDICATORI O ANALISI DI PERFORMANCE? IMPLICAZIONI DELL’ESPERIENZA STATUNITENSE DI PERFORMANCE MEASUREMENT”, RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL’AMMINISTRAZIONE, 2002, N. 2, PP. 31-61. 2. 2.A E. GIOVANNINI, R. MALIZIA, “LA MISURAZIONE STATISTICA DELL’ATTIVITÀ DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE NELL’UE”, ECONOMIA ITALIANA, 2002, N. 2, (ESCLUSO PAR. 4), PP. 349-80.
2.B C. MAZZIOTTA, DISPENSE DIDATTICHE SU RASSEGNA DELLE PRINCIPALI FONTI STATISTICO-ECONOMICHE PER L’ANALISI E LA VALUTAZIONE DELLE POLITICHE, ROMA, 2008. 3. EC STRUCTURAL FUNDS, EVALUATING SOCIO-ECONOMIC PROGRAMMES, MEANS COLLECTION, LUXEMBOURG, 1999, VOL. 2, CAP. I, PP. 15-44; VOL. 3, INTRODUCTION, PP. 11-14; CAP. I, PP. 39-45; 81-102;115-127; CAP. II, PP. 167-178; 193-216. 4. R. GUARINI, F. TASSINARI, STATISTICA ECONOMICA, IL MULINO, BOLOGNA, 2000, CAP. 5, PP.155-74; CAP. 6 (ESCLUSO PAR. 3), PP. 175-193. 5. 5.A AA.VV., LA VALUTAZIONE DEI COSTI E DEI BENEFICI NELL’ANALISI DI IMPATTO DELLA REGOLAMENTAZIONE, DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA, ANALISI E STRUMENTI PER L’INNOVAZIONE, RUBBETTINO EDITORE, 2001 (SCARICABILE DAL SITO DEL DIPARTIMENTO DELLA FP), CAP. 2, PP. 36-57; CAP. 3, PP. 58-99. LETTURA CONSIGLIATA DEI CAPP. 1, 4, 5.
5.B C. MAZZIOTTA, CENNI INTRODUTTIVI SULL’ANALISI MULTICRITERI, DISPENSE AD USO DIDATTICO, ROMA 2011. 6. C. MAZZIOTTA, “LA STRUMENTAZIONE QUANTITATIVA PER L’ANALISI DI IMPATTO DELLA REGOLAZIONE. QUESTIONI DI METODO E APPLICAZIONI”, IN M. DE BENEDETTO (A CURA DI), SPIAGGE IN CERCA DI REGOLE, COLLANA AREL, IL MULINO, BOLOGNA, 2011. 7. A. MARTINI, M. SISTI, VALUTARE IL SUCCESSO DELLE POLITICHE PUBBLICHE, IL MULINO, 2009, CAPP. VI (PP. 137-148), VII (PP. 149-158), IX (PP. 185-200), X, PAR. 1 (PP. 202-208). PER IL PROGRAMMA DA 9 CFU: TUTTO CAP. X (PP. 201-220). 8. F. VIDOLI, DATA ENVELOPMENT ANALYSIS. RASSEGNA DEI PRINCIPALI CONTRIBUTI ED APPLICAZIONI, DISPENSE AD USO DIDATTICO, 2007.
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8
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SECS-S/03
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64
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21801909 -
METODI STATISTICI PER L'ANALISI ECONOMICA
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8
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SECS-S/03
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64
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21801911 -
ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA
(obiettivi)
IL CORSO SI PROPONE DI ANALIZZARE IN MANIERA APPROFONDITA, SEGUENDO UN METODO TEORICO-PRATICO, ALCUNI DEI PROFILI PIÙ SIGNIFICATIVI DELLA REGOLAZIONE GIURIDICA DELLE ORGANIZZAZIONI AMMINISTRATIVE PUBBLICHE, TENENDO CONTO DEGLI SVILUPPI DEL QUADRO ISTITUZIONALE, DELLE RIFORME NORMATIVE INTERVENUTE NEGLI ULTIMI ANNI, DELL’EVOLUZIONE DELLA GIURISPRUDENZA E DEL DIBATTITO DOTTRINALE IN PARTICOLARE, VERRANNO APPROFONDITI GLI ASPETTI RIGUARDANTI IL SISTEMA DELLE FONTI DI ORGANIZZAZIONE DEI PUBBLICI UFFICI E LE RELAZIONI FRA POLITICA ED AMMINISTRAZIONE; SI AFFRONTERANNO, INOLTRE, LE QUESTIONI RELATIVE AI NESSI FRA LA DEFINIZIONE DEGLI ASSETTI ORGANIZZATIVI E LA GESTIONE DEL PERSONALE NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI.
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D'ALESSIO GIANFRANCO
( programma)
1. L’ORGANIZZAZIONE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI A) NOZIONI GENERALI SULL’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA B) I MODELLI ORGANIZZATIVI C) L’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA STATALE E NON STATALE
2. IL SISTEMA DELLE FONTI DI ORGANIZZAZIONE DEGLI UFFICI PUBBLICI A) I PRINCIPI COSTITUZIONALI B) LA “MACRO-ORGANIZZAZIONE”: - FONTI LEGISLATIVE- STATUTI E REGOLAMENTI - ATTI AMMINISTRATIVI GENERALI C) LA “MICRO-ORGANIZZAZIONE” - LE DETERMINAZIONI ORGANIZZATIVE DEI DIRIGENTI
3. I RAPPORTI TRA POLITICA E AMMINISTRAZIONE E LA DIRIGENZA A) QUADRO DI RIFERIMENTO EUROPEO E LEGISLAZIONE ITALIANA SUI RAPPORTI FRA POLITICA E AMMINISTRAZIONE B) RUOLO ISTITUZIONALE, STRUTTURA E FUNZIONI DELLA DIRIGENZA PUBBLICA: - DIRIGENZA FIDUCIARIA E DIRIGENZA PROFESSIONALE - MODALITÀ DI SELEZIONE E DI NOMINA DEI DIRIGENTI - POTERI DECISIONALI E GESTIONALI DEI DIRIGENTI – VALUTAZIONE E RESPONSABILITÀ DEI DIRIGENTI
4. LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE A) LA DISCIPLINA DEL LAVORO PUBBLICO TRA MODIFICHE COSTITUZIONALI E RIFORME LEGISLATIVE B) I POTERI DI GESTIONE DEL PERSONALE C) IL RAPPORTO DI LAVORO ALLE DIPENDENZE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI D) LE RELAZIONI SINDACALI E LA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA
( testi)
G. D’ALESSIO, L’ORGANIZZAZIONE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI: NOZIONI, PRINCIPI, MODELLI, (DISPENSA PUBBLICATA NEI “MATERIALI DIDATTICI”) G. D’ALESSIO, LA DISCIPLINA DEL LAVORO NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI TRA PUBBLICO E PRIVATO, IN “IL LAVORO NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI”, 2012, N. 1, PP. 1-29 (PUBBLICATO NEI “MATERIALI DIDATTICI”) C. D’ORTA, L’ORGANIZZZAZIONE DELLE P.A. DAL DIRITTO PUBBLICO AL DIRITTO PRIVATO: IL FALLIMENTO DI UNA RIFORMA, IN “IL LAVORO NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI”, 2011, N. 3-4, PP. 391-465 F. BASSANINI, I PRINCIPI COSTITUZIONALI E IL QUADRO ISTITUZIONALE: DISTINZIONE FRA POLITICA E AMMINISTRAZIONE, AUTONOMIA E RESPONSABILITÀ DELLA DIRIGENZA”, IN “L’AMMINISTRAZIONE COME PROFESSIONE” (A CURA DI G. D’ALESSIO), IL MULINO, BOLOGNA, 2008, PP. 31-61 G. D'ALESSIO, DIRIGENZA PUBBLICA, IN "DIRITTO ON LINE", IN WWW.TRECCANI.IT G. D’ALESSIO, LA DISCIPLINA NORMATIVA DELLA DIRIGENZA PUBBLICA E I RAPPORTI FRA POLITICA E AMMINISTRAZIONE, IN “RIVISTA DELLE POLITICHE SOCIALI”, 2013, N. 1 D. BOLOGNINO-G. D’ALESSIO, IL DIRIGENTE COME SOGGETTO “ATTIVO” E “PASSIVO” DELLA VALUTAZIONE, IN “ASTRID RASSEGNA”, N. 124, 2010, SU WWW.ASTRID.EU U. CARABELLI-M.T. CARINCI (A CURA DI), IL LAVORO PUBBLICO IN ITALIA, CACUCCI, BARI, 2010 (CAPITOLI 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 14, 15, 16, 17, 19, 22, 23, 24, 25, 26).
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8
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IUS/10
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64
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21801915 -
PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
(obiettivi)
IL CORSO PROPONE DI FORNIRE AGLI STUDENTI LE CONOSCENZE E GLI STRUMENTI PER LA COMPRENSIONE DEI PROCESSI DI PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO MANAGERIALI NELLE AAMMINISTRAZIONI PUBBLICHE E DELLA VALUTAZIONE DEL CAPITALE UMANO DELL'AZIENDA
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D'AMICO EUGENIO
( programma)
LA PROGRAMMAZIONE E IL CONTROLLO MANAGERIALE: ASPETTI AZIENDALI; LA PROGRAMMAZIONE E I CONTROLLI MANAGERIALI NELLA LEGISLAZIONE ITALIANA: IL DECRETO LEGISLATIVO 29 DEL 1993 E IL DECRETO LEGISLATIVO 286 DEL 1999; LA PROGRAMMAZIONE E I CONTROLLI MANAGERIALI NELLA LEGISLAZIONE ITALIANA: LE DIRETTIVE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI E I RAPPORTI DEL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO; LA “RIFORMA BRUNETTA”.IL CONTROLLO DI GESTIONE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE; IL SISTEMA DI CONTROLLO DI GESTIONE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE: OBIETTIVI, REQUISITI, STRUTTURA; LE PRESTAZIONI DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE; LA SCELTA DEGLI INDICATORI: CRUSCOTTI DIREZIONALI E SINTESI ECONOMICO- FINANZIARIE; LA MISURA DELLE PRESTAZIONI DELLE UNITÀ ORGANIZZATIVE; DALLA MISURA DELLE PRESTAZIONI AL SISTEMA DI BUDGETING.
( testi)
E.D'AMICO, "L'EVOLUZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE E DEI CONTROLLI MANAGERIALI NELLE AMMINISTRAZIONI CENTRALI DELLO STATO", CEDAM, PADOVA 2009.
G. AZZONE, ” CONTROLLO DI GESTIONE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE”, ETAS, 2008
DELIBERE CIVIT: DELIBERA N. 4/2010; DELIBERE 6/2010; DELIBERA 105/2010; DELIBERA 112/2010.
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8
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SECS-P/07
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64
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21801984 -
DIRITTO AMMINISTRATIVO DELL'ECONOMIA
(obiettivi)
IL CORSO SI PROPONE DI FAR ACQUISIRE CONOSCENZE E COMPETENZE GIURIDICHE RIGUARDO LE FORME DELL’INTERVENTO PUBBLICO NELL’ECONOMIA IN UN SISTEMA DI MERCATO, CON PARTICOLARE RIGUARDO AI PROCEDIMENTI E ALLE ISTITUZIONI CHE IN QUESTO AMBITO SVOLGONO FUNZIONI DI REGOLAZIONE E CONTROLLO.
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DE BENEDETTO MARIA
( programma)
STATO E MERCATO DAL PUNTO DI VISTA DELLA COSTITUZIONE ECONOMICA. L’IMPRESA PUBBLICA IL RILIEVO DELLA DISCIPLINA EUROPEA: LIBERALIZZAZIONI MODELLI ORGANIZZATIVI: IN PARTICOLARE, LE AUTORITÀ AMMINISTRATIVE INDIPENDENTI DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA: ASPETTI ISTITUZIONALI (L’AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO) DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA: ASPETTI SOSTANZIALI A. GLI ILLECITI CONCORRENZIALI: INTESE E ABUSI DI POSIZIONE DOMINANTE B. LE CONCENTRAZIONI DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA: ASPETTI PROCEDIMENTALI GLI AIUTI DI STATO ALLE IMPRESE I SERVIZI PUBBLICI: IL REGIME TRADIZIONALE I SERVIZI PUBBLICI : LA DISCIPLINA ATTUALE (LIBERALIZZAZIONE, CONCORRENZA, REGOLAZIONE, SERVIZIO UNIVERSALE) I SERVIZI PUBBLICI: LE DISCIPLINE SPECIALI A. ENERGIA ELETTRICA E GAS; B. TRASPORTI DI LINEA; C. COMUNICAZIONI ELETTRONICHE; D. SERVIZI POSTALI IL CONTROLLO SUI MERCATI FINANZIARI: CREDITO, MERCATO MOBILIARE, ASSICURAZIONI IL CONTROLLO DELLA FINANZA PUBBLICA PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO E ORDINE DEL MERCATO: IL PROBLEMA IN GENERALE I COSTI DELL’ISTRUTTORIA AMMINISTRATIVA LA QUALITÀ DELLA REGOLAZIONE: OBIETTIVI E STRUMENTI
( testi)
S. CASSESE, LA NUOVA COSTITUZIONE ECONOMICA, BARI, LATERZA, 2004; M. DE BENEDETTO, ISTRUTTORIA AMMINISTRATIVA E ORDINE DEL MERCATO, TORINO, GIAPPICHELLI, 2008 M. DE BENEDETTO, M. MARTELLI, N. RANGONE, LA QUALITÀ DELLE REGOLE, BOLOGNA, IL MULINO, 2011
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7
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IUS/10
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50
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21801991 -
POLITICA ECONOMICA EUROPEA E DELLE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI
(obiettivi)
DOCENTE GIAN CESARE ROMAGNOLI
A.A. 2012/13
VALIDO PER I CORSI DI STUDIO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI (7 CFU), STUDI EUROPEI (8 CFU) E STUDI INTERNAZIONALI (8 CFU).
PRESENTAZIONE E OBIETTIVI FORMATIVI
IL CORSO OFFRE ALLO STUDENTE UN PANORAMA COMPLETO DEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE ECONOMICA E MONETARIA NEL QUADRO DELLE POLITICHE SEGUITE DALLE ISTITUZIONI ECONOMICHE INTERNAZIONALI E DALLE REGIONI PLANETARIE. SI ANALIZZANO I COSTI E I BENEFICI DELLE UNIONI MONETARIE E LE POSSIBILITÀ DEL CONTEMPERAMENTO DEGLI OBIETTIVI E DEGLI STRUMENTI DELLA POLITICA ECONOMICA E FINANZIARIA DEGLI STATI MEMBRI E DELLE UNIONI MONETARIE. IL RIFERIMENTO PRINCIPALE È QUELLO EUROPEO NEL PROCESSO DI GLOBALIZZAZIONE DEI MERCATI. IL CORSO È FINALIZZATO ALL’ANALISI DEI MODELLI CHE GENERANO LE CRISI FINANZIARIE E LE SCELTE PUBBLICHE SUI TEMI ESPLICITATI NEI TRATTATI, NEL PATTO DI STABILITÀ E CRESCITA, NEL PATTO PER L'EURO E NELLE LORO RIFORME OLTRE CHE DI QUELLE CHE DOMINANO L'ODIERNO DIBATTITO POLITICO ED ECONOMICO IN EUROPA E NEL MONDO. ARTICOLAZIONE DELL'INSEGNAMENTO
IL CORSO SI ARTICOLA IN DUE MODULI, IL PRIMO DI 4 E IL SECONDO DI 3-4 CFU, A SECONDA DEL CORSO DI LAUREA DI APPARTENENZA. ESSI SONO LEGATI DALLA FINALITÀ DI ESAMINARE I PROCESSI DI INTEGRAZIONE ECONOMICA E MONETARIA ATTRAVERSO L’ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE COMMERCIALI E LA FORMAZIONE DI AREE VALUTARIE REGIONALI. VENGONO ANALIZZATI GLI ELEMENTI NECESSARI PER LA DEFINIZIONE DI NUOVE REGOLE NEI RAPPORTI DI POLITICA ECONOMICA TRA GLI STATI SOVRANI MEMBRI DELL’UNIONE EUROPEA E TRA QUESTA REGIONE PLANETARIA E IL RESTO DEL MONDO.
IL PRIMO MODULO TRATTA LE DIVERSE FASI DEI PROCESSI DI INTEGRAZIONE ECONOMICA ATTUATO DALLE ISTITUZIONI ECONOMICHE INTERNAZIONALI ALL'INTERNO DEI DIVERSI SISTEMI MONETARI INTERNAZIONALI E I COSTI E I BENEFICI DELLE UNIONI MONETARIE COMPLETE E INCOMPLETE NEL CONTESTO DELLA TEORIA DELLE AREE VALUTARIE OTTIMALI.
IL SECONDO MODULO TRATTA I PROBLEMI DELLA TRANSIZIONE VERSO UN'UNIONE MONETARIA COMPLETA E IL COORDINAMENTO DELLE POLITICHE MACRO MONETARIE E FISCALI NELLE UNIONI MONETARIE FINALIZZATO ALLA STABILITÀ MONETARIA, ALLA STABILITÀ FINANZIARIA, ALL'INTEGRAZIONE DEI MERCATI FINANZIARI, AL CONTROLLO DEL CICLO ECONOMICO INTERNAZIONALE. IL CORSO DA 8 CFU INCLUDE LE POLITICHE DI COORDINAMENTO INTERNAZIONALE DELLA POLITICA ECONOMICA NEL PROCESSO DI GLOBALIZZAZIONE DEI MERCATI.
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ROMAGNOLI GIAN CESARE
( programma)
PROGRAMMA
SI STUDIANO GLI SVILUPPI DELL’INTEGRAZIONE ECONOMICA EUROPEA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI TRE SHOCKS DEL MERCATO UNICO, DELL’UNIONE MONETARIA EUROPEA E DEI RECENTI ALLARGAMENTI AD EST, DOPO LA MODIFICA DELL’ORDINE POLITICO ECONOMICO NELL’EUROPA CENTRO-ORIENTALE. SI CONSIDERANO LE POLITICHE DI PROSSIMITÀ E LA POLITICA EURO-MEDITERRANEA DELLA UE CHE SI CONFRONTANO CON LE SCELTE DI POLITICA ECONOMICA INTERNAZIONALE STATUNITENSE NEI RIGUARDI DELLE AREE DEL NORD-ATLANTICO E DEL PACIFICO IN CUI CONTINUA AD AVANZARE IL PROCESSO DI REGIONALIZZAZIONE PLANETARIA. QUESTI SHOCKS ISTITUZIONALI HANNO IMPOSTO RADICALI CAMBIAMENTI AL PROCESSO D’INTEGRAZIONE EUROPEA CHE HA RAPPRESENTATO IL MODELLO DA SEGUIRE PER TUTTE LE REGIONI PLANETARIE CHE VOGLIANO RENDERE COMPATIBILI LE DIVERSITÀ TRA LE ECONOMIE PER UTILIZZARLE AL FINE DI UN ACCRESCIMENTO DEL BENESSERE DEI PAESI CHE PARTECIPANO AL PROCESSO DI INTEGRAZIONE. IN QUESTO CONTESTO SI STUDIA LA NUOVA GOVERNANCE DISEGNATA PER STABILIZZARE L'AREA DELL'EURO.
IL CORSO È DIVISO IN DUE PARTI. DOPO UNA BREVE INTRODUZIONE STORICA DEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE ECONOMICA NELLE POLITICHE DELLE ISTITUZIONI ECONOMICHE INTERNAZIONALI E DELLE UNIONI MONETARIE CHE VEDE L'UNIONE EUROPEA COME MODELLO DELLA REGIONALIZZAZIONE ECONOMICA PLANETARIA, IL CORSO TRATTA, NELLA PRIMA PARTE, I COSTI E I BENEFICI DELL'INTEGRAZIONE COMMERCIALE E DELLE UNIONI MONETARIE COMPLETE E INCOMPLETE NEL CONTESTO DELLA TEORIA DELLE AREE VALUTARIE OTTIMALI.
NELLA SECONDA PARTE VENGONO TRATTATI I PROBLEMI DELLA TRANSIZIONE VERSO L'UNIONE MONETARIA COMPLETA, INCLUSA LA SCELTA DEL MODELLO DI BANCA CENTRALE, LA GOVERNANCE E IL COORDINAMENTO DELLE POLITICHE MACRO NELLE UNIONI MONETARIE FINALIZZATO ALL'INTEGRAZIONE DEI MERCATI FINANZIARI E ALLA GESTIONE DELLE LORO CRISI. IL RIFERIMENTO APPLICATIVO È QUELLO DELL'UME. NEL CORSO DA 8 CFU SI STUDIANO ANCHE LE POLITICHE ATTUATE DALLE ISTITUZIONI ECONOMICHE INTERNAZIONALI PER IL COORDINAMENTO DELLE POLITICHE ECONOMICHE NEL PROCESSO DI GLOBALIZZAZIONE DEI MERCATI.
( testi)
TESTI D'ESAME
N. ACOCELLA, POLITICA ECONOMICA E STRATEGIE AZIENDALI, CAROCCI EDITORE, ROMA, 2011.
P. DE GRAUWE - "ECONOMIA DELL’UNIONE MONETARIA", IL MULINO, BOLOGNA, 2013.
IL PRIMO MODULO DA 4 CFU RIGUARDA I CAPP. 16 E 17 DI ACOCELLA E I CAPP. 1-5 DI DE GRAUWE.
IL SECONDO MODULO DA 3 CFU, PER L'ESAME COMPLESSIVO DA 7 CFU, RIGUARDA SOLTANTO I CAPP. 6-11 DI DE GRAUWE.
IL SECONDO MODULO DA 4 CFU, PER L'ESAME COMPLESSIVO DA 8 CFU, OLTRE A DE GRAWE,RIGUARDA ANCHE I CAPP. 18, 19 E 20 DI ACOCELLA LETTURA CONSIGLIATA PER TUTTI: EAAG - CESIFO, SUMMARY DEL "REPORT ON THE EUROPEAN ECONOMY 2011", MONACO, 2012. IL SOMMARIO DEL RAPPORTO DELL'ANNO IN CORSO SI PUÒ SCARICARE DAL SITO SEGUENTE: HTTP://WWW.CESIFO-GROUP.DE/PORTAL/PAGE/PORTAL/IFOHOME/B-POLITIK/70EEAGREPORT OPPURE DA INTERNET ATTRAVERSO IL TITOLO.
PER GLI STUDENTI DEGLI ORDINAMENTI PREVIGENTI CHE DEVONO SOSTENERE 6 CFU:
TESTI D'ESAME:
P. DE GRAUWE, ECONOMIA DELL'UNIONE MONETARIA, IL MULINO, BOLOGNA 2010, CAPP.1-11.
N. ACOCELLA, POLITICA ECONOMICA E STRATEGIE AZIENDALI, CAROCCI EDITORE, ROMA, 2011 CAPP. 16 E 17 PER IL CORSO DA 7 CFU CUI SIAGGIUNGONO I CAPP. 18, 19 E 20 PER IL CORSO DA 8 CFU.
LETTURA CONSIGLIATA:
IL RAPPORTO CESIFO SUDDETTO.
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7
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SECS-P/02
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56
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21801525 -
PROVA FINALE (LAUREA MAGISTRALE)
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Per la prova finale e la lingua straniera (art.10, comma 5, lettera c)
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ITA |