Insegnamento
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CFU
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Ore Lezione
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Ore Eserc.
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Ore Lab
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Ore Studio
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Attività
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Gruppo opzionale:
OPZIONALI AFFINI ED INTEGRATIVI - (visualizza)
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12
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20401656 -
BIOGEOGRAFIA
(obiettivi)
Lo studente dovrà acquisire la capacità di interpretare i processi di distribuzione degli organismi viventi, a livello mondiale e locale, in chiave ecologica attualistica ed anche storica (paleogeografica e paleoecologica), analizzandoli criticamente in termini di dispersione e vicarianza e secondo le tecniche più recenti.
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BOLOGNA MARCO ALBERTO
( programma)
(a) Generalità introduttive. Cos’è la Biogeografia: Scienza di sintesi tra geografia, paleogeografia, geologia, ecologia, paleoecologia, sistematica filogenetica, faunistica, floristica, genetica delle popolazioni, biologia evoluzionistica. Riepilogo dei concetti di Biologia evoluzionistica (micro e macroevoluzione), di Sistematica (scuole fenetista, evoluzionista classica e cladistica), di Ecologia degli ecosistemi e delle popolazioni. Speciazione (modelli di speciazione, radiazione). Estinzione naturale e di origine antropica. Rilevanza della Biogeografia nella Conservazione della Natura. Storia della Biogeografia: I fondatori della Biogeografia (Buffon, de Candolle, von Humboldt, Lyell, Hooker, Sclater, Darwin, Wallace, Haeckel, Merriam, Simpson, Darlington, Holdaus, Gridelli, De Lattin, Furon, La Greca, Croizat, Wilson e MacArthur, Rozen e Platnick, Morrone, Avise, Hewitt). Le scuole di Biogeografia del XX secolo: Biogeografia storica, ponti, filtri e dispersione; Croizat e la Panbiogeografia; la Biogeografia cladistica; Biogeografia ecologica; Biogeografia statistica; Biogeografia molecolare e Filogeografia. La scuola italiana di Biogeografia: Gridelli, La Greca, Baccetti, Ruffo, Vigna Taglianti, Poldini; la Società Italiana di Biogeografia. (b) Biogeografia storica Biogeografia terrestre e Biogeografia marina. Storia della vita sulla terra: Tettonica a placche e Teoria della deriva dei continenti; macro-placche e micro-placche; trasformazione e spostamento delle masse terrestri e dei mari; evoluzione degli ecosistemi terrestri. Effetti climatici e biogeografici della tettonica a placche. Effetti Plio-Pleistocenici delle glaciazioni; rifugi glaciali pleistocenici; estinzione della megafauna; espansione e retrazione di biomi. Effetti delle glaciazioni nelle aree terrestri e marine temperate e tropicali. Le Regioni biogeografiche terrestri. Regioni floristiche e Regioni zoogeografiche. Cause della differenziazione delle faune e delle flore nelle Regioni biogeografiche; regioni e sottoregioni. Le Regioni biogeografiche marine. La Regione Palearctica (limiti; sottoregioni; elementi caratterizzanti). La Regione Neartica (limiti; sottoregioni; elementi caratterizzanti). La Regione Orientale (Indo-Malese) (limiti; sottoregioni; elementi caratterizzanti). La Regione Afrotropicale (limiti; sottoregioni; elementi caratterizzanti). La Regione Neotropicale (limiti; sottoregioni; elementi caratterizzanti). La Regione Australiana-Oceanica (Australasiana) (limiti; sottoregioni; elementi caratterizzanti). L’Antartide (limiti; elementi caratterizzanti). Le Regioni di transizione biogeografica: Saharo-Sindica; Cinese; Indo-Australe (Wallacea); Centramericana. Regionalizzazione delle faune e delle flore. Biomi e Regioni Biogeografiche. Effetti del clima e dei cicli climatici. Caratteristiche ed origine geologica nelle regioni terrestri. Effetti della circolazione delle acque e delle profondità marina sulle regioni marine. Biomi, loro distribuzione nelle terre emerse e dinamismo. Biomi marini. Differenza tra biomi e regioni biogeografiche. Biomi ed ecosistemi. Trasformazioni antropiche degli ecosistemi. Biogeografia dell’area Mediterranea e dell’Europa: Tetide e Paratetide e formazione del Mediterraneo. Distacco, migrazione e posizionamento delle microplacche. Biogeografia del Cenozoico: crisi di salinità del Messiniano; effetti Plio-Pleistocenici delle glaciazioni e rifugi glaciali pleistocenici. L’areale: specifico e sopra-specifico; areale continuo, frammentato, disgiunto; cause storiche e ecologiche dell’areale; forma dell’areale; areali terrestri e marini. Areale primario e secondario. Fattori fisici, ecologici e paleogeografici che delimitano gli areali: barriere e fattori limitanti della nicchia nell’attuale. Relittualità. Endemicità: areale e conservazione. Modelli distributivi generalizzabili o corotipi: esempi nella Regione Paleartica e nella Regione Afrotropicale. Esempi di distribuzione di taxa vegetali ed animali terrestri. Biogeografia dispersalista (Simpson, Mayr). Dispersal e dispersion. La dispersione come processo biogeografico (espansione di areale), evolutivo (flusso genico e speciazione) ed ecologico (realizzazione della nicchia). Principi della massima somiglianza. Processo specie-specifico e modelli generalizzati. Modalità di dispersione attiva e passiva in piante ed animali. Tipologie di dispersione: jump dispersal, stepping stones dispersal. Dispersione ed ampliamento di areale. Barriere alla dispersione (geografiche ed ecologiche). Colonizzazione. Effetti sui biota dovuti alle immigrazioni. Biogeografia della vicarianza. La vicarianza (modello di allopatria; modello della caduta di barriere). Effetti sui biota. Sistematica cladistica e biogeografia della vicarianza. Modelli di vicarianza di Croizat, Morrone, Nelson e Platnick. Distribuzione delle popolazioni ed abbondanza. Cronogeonemia. Dinamismo degli areali e conservazione. Areali fossili ed attuali. Estinzione locale e totale. La variazione geografica nelle specie (caratteristiche morfologiche e genetico-molecolari). Variazione continua e discreta. Significato evolutivo e biogeografico della variazione. Importanza conservazionista della variazione geografica. Geografia della diversificazione e regionalizzazione. (c) Biogeografia ecologica Biogeografia ecologica: cause attuali della distribuzione delle specie; realizzazione di nicchia; colonizzazione e competizione. Distribuzione e dinamica delle comunità, ecosistemi e biomi. Biogeografia dell’insularità: modello di Wilson e Mac Arthur; conferme sperimentali e casi problematici; applicazione alla Biologia della conservazione. Esempi su isole geografiche, isole ecologiche, cime di montagne. (d) Nuovi metodi di analisi biogeografica Biogeografia molecolare. Filogeografia (mtDNA, nDNA, metodi molecolari e statistici). Esempi di studi su aree di rifugio glaciali e zone di espansione postglaciali. Biogeografia statistica. Analisi di dati molecolari per la Biogeografia; datazioni; direzione di dispersione; tempi di vicarianza. Rappresentazione cartografica della diversità biogeografica: cartografia tradizionale, areogrammi, database georeferenziati, sistemi GIS, sistemi remote-sensing. Mappatura degli areali.
( testi)
Si consiglia Lomolino M.V., Riddle B.R. & Whittaker R.J., Biogeography. Biological Diversity across Space and Time. Sinauer, Sunderland, USA Alcuni concetti saranno desumibili anche in: Zunino M. & Zullini A., Biogeografia. La dimensione spaziale dell’evoluzione. Ambrosiana, Milano. Il docente fornirà letteratura specialistica ed altro materiale didattico.
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BIO/05
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40
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10
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
20410278 -
MICROBIOLOGIA AMBIENTALE
(obiettivi)
1. acquisire la conoscenza del ruolo fondamentale dei microrganismi negli ecosistemi e dei fattori che ne influenzano la distribuzione e le interazioni con altri organismi: - biodiversità metabolica e funzionale, struttura e dinamica di comunità microbiche - gruppi tassonomici di batteri e archea 2. conoscenza di metodi tradizionali, molecolari e coltivazione-indipendenti per identificazione/tipizzazione e analisi di popolazioni microbiche 3. valutazione delle molteplici potenzialità applicative di microrganismi ambientali anche come bioindicatori 4. acquisizione di capacità critiche tramite lettura di articoli scientifici.
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VISAGGIO DANIELA
( programma)
1. Evoluzione e sistematica dei microrganismi: origine dei batteri; filogenesi molecolare; gene per il 16S rRNA ed evoluzione; fondamenti di sistematica dei microrganismi 2. Diversità metabolica nei microrganismi: chemiolitotrofia; fermentazioni; respirazione anaerobia; fototrofia 3. Diversità funzionale dei microrganismi: batteri fototrofi e chemiotrofi 4. Metodi di studio in ecologia microbica: a) metodi colturali; b) metodi indipendenti dalla coltivazione: microscopia, analisi genetiche; metagenomica 5. Gli ecosistemi microbici: a) principi di ecologia; b) Interazioni microbiche (Quorum sensing; Biofilm); c) Ambiente terrestre (il suolo); d) Ambienti acquatici (acque dolci e mare); c) Ambienti estremi (abissi; sorgenti idrotermali) 6. Ruolo microbico nei cicli dei nutrienti: carbonio, azoto, zolfo; altri 7. Simbiosi tra microrganismi e tra microrganismi e organismi diversi quali a) piante, b) mammiferi, c) uomo; d) insetti; e) invertebrati acquatici 8. I microrganismi negli ambienti antropizzati: biorisanamento di siti contaminati; trattamento acque; biocorrosione; recupero di minerali da miniere
( testi)
Brock Biologia dei Microorganismi Microbiologia generale, ambientale e industriale Michael T. Madigan - Kelly S. Bender - Daniel H. Buckley - David A. Stahl - W. Matthew Sattley ISBN: 9788891906298 Pearson
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BIO/19
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40
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
20410259 -
ENTOMOLOGIA
(obiettivi)
Sono assunti come obiettivi formativi prevalenti: 1) far acquisire conoscenze di base su morfologia, anatomia, fisiologia, biologia ed evoluzione dei principali gruppi di esapodi. 2) far acquisire conoscenze teoriche e pratiche sulla sistematica e classificazione degli esapodi. 3) proporre gli elementi di base per una discussione sul significato del successo evolutivo degli esapodi e sulla loro importanza nello studio di base ed applicato. 4) far acquisire le conoscenze sulla biodiversità degli esapodi ed i relativi adattamenti. 5) fornire gli strumenti per il riconoscimento tassonomico degli esapodi a livello delle principali famiglie, soprattutto relativamente alle specie della fauna italiana. 6) stimolare ed esaltare la curiosità e le capacità di osservazione e di critica. 7) rendere lo studente in grado di valutare la propria competenza in ambiti particolari del campo specifico.
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BIO/05
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40
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
20402025 -
BIOINDICAZIONE E MONITORAGGIO AMBIENTALE
(obiettivi)
Conoscere l’importanza della bioindicazione e dell’utilizzo degli organismi vegetali ed animali come bioindicatori per il monitoraggio dello stato ambientale (acqua, aria, suolo). Avere una conoscenza approfondita delle metodiche strumentali e delle tecniche di acquisizione e analisi dei dati nel campo della bioindicazione e monitoraggio ecosistemico. Acquisire le conoscenze per poter utilizzare i moderni sistemi di bioindicazione, biomonitoraggio e biorisanamento.
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CESCHIN SIMONA
( programma)
La bioindicazione: concetti di base. Principali caratteristiche ecologiche di un indicatore biologico. Due modi di bioindicare: reagire e bioaccumulare. L’omeostasi dei bioindicatori. Tempi ed attinenza ecologica delle risposte di un bioindicatore a variazioni ambientali. Il significato di disturbo, stress e stressore. Analisi dei principali stressori ambientali (inquinamento chimico-fisico, inquinamento biologico per specie aliene, impatto antropico) e delle relative risposte biologiche. Bioindicazione a diversi livelli di organizzazione biologica (Biomarker e Bioindicatori). Verifica dello status delle comunità vegetali ed animali e valutazione e monitoraggio della qualità ambientale e dell'integrità ecosistemica. Bioindicazione e monitoraggio ambientale in ambiente acquatico, terrestre e aereo. Esempi di applicazione di tecniche standardizzate e sperimentali di bioindicazione e biomonitoraggio (dai Test ecotossicologici alla fitodepurazione di matrici inquinate). Valutazione e monitoraggio della qualità ambientale attraverso l'applicazione di Indici Ecologici e Biotici. La Bioindicazione e il Monitoraggio Ambientale in Italia. Organi Istituzionali nazionali ed internazionali deputati al monitoraggio ambientale.
( testi)
Dispense elaborate dal docente relative al programma svolto durante le lezioni. Studio sul Libro Bioindicatori ambientali, 1998, a cura di F. Sartori, Arti Grafiche Juri Iodice, Sannazzaro (PV).
Il docente riceve lun, merc, ven dalle 9.00 alle 10.00 previo appuntamento via mail: simona.ceschin@uniroma3.it
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BIO/02
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
20410208 -
Biologia marina
(obiettivi)
L’insegnamento è una delle attività formative opzionali del Corso di Laurea Magistrale in “Biodiversità e gestione degli ecosistemi”, e consente allo studente di acquisire una conoscenza di base della Biologia Marina e delle problematiche legate alla conservazione dell’ambiente marino, con un’attenzione specifica rivolta al Mar Mediterraneo. Obiettivi formativi dell’insegnamento sono: 1) acquisire i concetti di base di Oceanografia, relativi ai fattori fisico-chimici ed ai movimenti del mare; 2) acquisire le competenze di base relative alla biologia ed agli adattamenti degli organismi marini, nonché alle principali biocenosi del Mar Mediterraneo di interesse conservazionistico ed alla sua biogeografia; 3) acquisire le competenze relative alle principali tecniche di monitoraggio e raccolta dati in ambiente marino; 4) acquisire i concetti e le competenze relative alle criticità esistenti nel Mar Mediterraneo, ed agli strumenti disponibili per la sua gestione e protezione.
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BIO/07
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40
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
20410731 -
Ecologia animale
(obiettivi)
SONO ASSUNTI COME OBIETTIVI FORMATIVI PREVALENTI:1) L'ACQUISIZIONE DI UN APPROCCIO EVOLUZIONISTICO ALL’ECOLOGIA ANIMALE; 2) L'ACQUISIZIONE DI CONOSCENZE DI BASE DI ASPETTI AUTOECOLOGICI, SINECOLOGICI E DI ECOLOGIA DELLE POPOLAZIONI; 3) L’ACQUISIZIONE DI ESPERIENZA SPERIMENTALE IN NATURA SUI SUDDETTI ASPETTI ECOLOGICI; 4) L'AUTOVALUTAZIONE DA PARTE DELLO STUDENTE DELLA COMPETENZA IN AMBITI PARTICOLARI DEL CAMPO SPECIFICO.
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VIGNOLI LEONARDO
( programma)
IL CORSO È ARTICOLATO IN UN MODULO DI LEZIONI FRONTALI IN AULA ED UNO STAGE RESIDENZIALE CONCLUSIVO IN UNA STRUTTURA D’ACCOGLIENZA IN UN’AREA PROTETTA IN NATURA, OVE SI SVOLGONO LEZIONI ED ESERCITAZION PRATICHE SU ASPETTI DI ECOLOGIA DI POPOLAZIONE, DI COMUNITÀ E DI AUTOECOLOGIA.
IL MODULO DI LEZIONI FRONTALI CONCERNE I SEGUENTI ASPETTI: (A) SIGNIFICATO ED IMPOSTAZIONE DEL CORSO. (B) ECOLOGIA DELLE POPOLAZIONI ANIMALI: STRUTTURA, DINAMICA, REGOLAZIONE, CLASSI DI ETÀ, SEX-RATIO. (C) MODELLI DI CRESCITA DELLE POPOLAZIONI ANIMALI: MODELLO ESPONENZIALE, MODELLO LOGISTICO, MODELLO LOGISTICO CON COMPETIZIONE INTERSPECIFICA, MODELLO LOGISTICO CON PREDAZIONE. (D) STIME NUMERICHE DELLE POPOLAZIONI E METODI DI MARCATURA E RICATTURA. (D) NICCHIA ECOLOGICA: METODI DI RICERCA E DI ANALISI DEI DATI; PROBLEMATICHE ED ESEMPI DI STUDIO DI: NICCHIA TROFICA; NICCHIA SPAZIALE; NICCHIA TEMPORALE; AMPIEZZA E SOVRAPPOSIZIONE DI NICCHIA; SPECIALIZZAZIONE INDIVIDUALE. (E) HOME RANGE. (F) ADATTAMENTO LOCALE E PLASTICITÀ ECOLOGICA. (G) ECOLOGIA DELLE COMUNITÀ ANIMALI: RAPPORTI INTERSPECIFICI; ESEMPI DI COMUNITÀ ANIMALI DI AMBIENTI ACQUATICI E TERRESTRI (TAXOCENOSI E GUILD); METODI QUALITATIVI E QUANTITATIVI DELLO STUDIO DELLE COMUNITÀ ANIMALI; REGOLE DI ASSEMBLAGGIO E MODELLI NULLI. MODELLI DI ANNIDAMENTO, CO-OCCORRENZA, TURNOVER E MODULARITÀ. METODI DI ANALISI DI DISCRIMINAZIONE DEI MODELLI DI STRUTTURA DELLE COMUNITÀ. DIVERSITÀ, EQUIRIPARTIZIONE, DOMINANZA, INDICI DI DIVERSITÀ BIOTICA; RUOLO ECOLOGICO DELLE SPECIE ED ESCLUSIONE COMPETITIVA.
IL CORSO PREVEDE ISTITUZIONALMENTE, OLTRE ALLO STAGE RESIDENZIALE, IN CUI VENGONO SVOLTE CA. 6 ORE AL GIORNO DI PRATICHE IN NATURA E 2 ORE AL GIORNO DI LEZIONI FRONTALI, ANCHE 2-3 ESERCITAZIONI IN NATURA DI UN SOLO GIORNO, INTERVALLATE ALLE LEZIONI FRONTALI NEL PRIMO MODULO.
( testi)
NON ESISTE UN SINGOLO LIBRO DI TESTO, MA OLTRE A DISPENSE E POWER POINTS FORNITI AGLI STUDENTI, SONO UTILI, PER ALCUNE PARTI INDICATE DAL DOCENTE: - RICKLEFS R.E., 1997. ECOLOGIA. ZANICHELLI; - BOITANI L. & FULLER T.K. (EDS.), 2000. RESEARCH TECHNIQUES IN ANIMAL ECOLOGY. CONTROVERSIES AND CONSEQUENCES. COLUMBIA UNIVERSITY PRESS, N.Y.; - KREBS J.R. & DAVIES N.B., 2002. ECOLOGIA E COMPORTAMENTO ANIMALE. BOLLATI BORINGHIERI; - GOTELLI, N.J. AND A.M. ELLISON. 2004. A PRIMER OF ECOLOGICAL STATISTICS. SINAUER ASSOCIATES, INC., SUNDERLAND, MA.; - GOTELLI, N.J. 2008. A PRIMER OF ECOLOGY. 4TH EDITION. SINAUER ASSOCIATES, INC., SUNDERLAND, MA. - HENDERSON, P.A. 2003. PRACTICAL METHODS IN ECOLOGY. BLACKWELL SCIENCE LTD
Agli studenti è fornito un documento che elenca per ogni argomento di lezione quale testo e quali capitoli sono più appropriati per lo studio, e per ogni argomento sono elencati articoli scientifici recenti per un approfondimento. Sono forniti i pdf delle lezioni e degli articoli scientifici.
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BIO/05
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24
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10
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
20410732 -
Ecologia vegetale
(obiettivi)
Sono assunti come obiettivi formativi: - la conoscenza delle principali caratteristiche delle comunità vegetali; - la comprensione e la capacita’ di utilizzare i principali metodi di studio della vegetazione; - la capacita’ di raccogliere dati sperimentali, interpretare i risultati e la lettura critica di articoli scientifici di settore.
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CUTINI MAURIZIO
( programma)
EQUILIBRIO CLIMA-SUOLO-VEGETAZIONE. PROPRIETA’ DELLE COMUNITA’ VEGETALI, ZONE E FASCE DI VEGETAZIONE, ZONALITA’, AZONALITA’, EXTRAZONALITA’. DINAMISMO DELLA VEGETAZIONE E VEGETAZIONE NATURALE POTENZIALE. FORME BIOLOGICHE E DI CRESCITA, STRATEGIE DI GRIME (C-S-R), DIVERSITA’ FUNZIONALE, PLANT TRAITS E GRUPPI FUNZIONALI. METODI DI CAMPIONAMENTO DELLA VEGETAZIONE (CASUALE E SISTEMATICO). ANALISI DELLA DIVERSITA’: CONCETTI GENERALI E METODI DI CALCOLO (CURVE DI RAREFAZIONE, CURVE DI ABBONDANZA-DOMINANZA, CURVE DI RE’NY). METODO FITOSOCIOLOGICO, GEO- E SINFITOSOCIOLOGIA. SISTEMI DI RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA DELLE COMUNITA’ E DEL PAESAGGIO VEGETALE. VEGETAZIONE ED INTERPRETAZIONE DEGLI HABITAT (CLASSIFICAZIONE EUNIS E ALL. I DELLA DIRETTIVA HABITAT). MONITORAGGIO E LISTA ROSSA DEGLI HABITAT. CAMBIAMENTI GLOBALI ED EFFETTI SULLE COMUNITA’ E SUL PAESAGGIO VEGETALE. ANALISI MULTITEMPORALE, ANTROPIZZAZIONE ED EFFETTI SULLA VEGETAZIONE.
( testi)
BRECKLE S.-W., 2002. WALTER’S VEGETATION OF THE EARTH. SPRINGER. VAN DER MAAREL E. (ED.), 2005. VEGETATION ECOLOGY. BLACKWELL PUBLISHING.
KENT M., COKER P., 1992. VEGETATION DESCRIPTION AND ANALYSIS. JOHN WILWY & SONS. CRISTEA V., GAFTA D., PEDROTTI F., 2015. FITOSOCIOLOGIA. TEMI ED. PEDROTTI F., 2013. PLANT AND VEGETATION MAPPING. SPRINGER.
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ACOSTA ALICIA TERESA ROSARIO
( programma)
EQUILIBRIO CLIMA-SUOLO-VEGETAZIONE. PROPRIETA’ DELLE COMUNITA’ VEGETALI, ZONE E FASCE DI VEGETAZIONE, ZONALITA’, AZONALITA’, EXTRAZONALITA’. DINAMISMO DELLA VEGETAZIONE E VEGETAZIONE NATURALE POTENZIALE. FORME BIOLOGICHE E DI CRESCITA, STRATEGIE DI GRIME (C-S-R), DIVERSITA’ FUNZIONALE, PLANT TRAITS E GRUPPI FUNZIONALI. METODI DI CAMPIONAMENTO DELLA VEGETAZIONE (CASUALE E SISTEMATICO). ANALISI DELLA DIVERSITA’: CONCETTI GENERALI E METODI DI CALCOLO (CURVE DI RAREFAZIONE, CURVE DI ABBONDANZA-DOMINANZA, CURVE DI RE’NY). METODO FITOSOCIOLOGICO, GEO- E SINFITOSOCIOLOGIA. SISTEMI DI RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA DELLE COMUNITA’ E DEL PAESAGGIO VEGETALE. VEGETAZIONE ED INTERPRETAZIONE DEGLI HABITAT (CLASSIFICAZIONE EUNIS E ALL. I DELLA DIRETTIVA HABITAT). MONITORAGGIO E LISTA ROSSA DEGLI HABITAT. CAMBIAMENTI GLOBALI ED EFFETTI SULLE COMUNITA’ E SUL PAESAGGIO VEGETALE. ANALISI MULTITEMPORALE, ANTROPIZZAZIONE ED EFFETTI SULLA VEGETAZIONE.
( testi)
BRECKLE S.-W., 2002. WALTER’S VEGETATION OF THE EARTH. SPRINGER. VAN DER MAAREL E. (ED.), 2005. VEGETATION ECOLOGY. BLACKWELL PUBLISHING.
KENT M., COKER P., 1992. VEGETATION DESCRIPTION AND ANALYSIS. JOHN WILWY & SONS. CRISTEA V., GAFTA D., PEDROTTI F., 2015. FITOSOCIOLOGIA. TEMI ED. PEDROTTI F., 2013. PLANT AND VEGETATION MAPPING. SPRINGER.
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6
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BIO/03
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24
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10
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
20410735 -
Ecologia delle Comunità
(obiettivi)
Competenze culturali (conoscenza di): - Basi teorico-pratiche dell’ecologia delle comunità animali e vegetali - Macroecologia –Caratteri morfologico-funzionali misurati sulle specie e gruppi funzionali - Interazioni tra le specie (Competizione, facilitazione, trofiche)– Coesistenza, co-occorrenza tra le specie e assemblaggio delle comunità - Nicchia ecologica e sovrapposizione di nicchia tra specie – Diversità delle comunità (tassonomica, funzionale, filogenetica) - Competenze metodologiche (saper effettuare): - saper definire le modalità di studio delle comunità animali e vegetali e analizzarne la struttura - Saper analizzare quantitativamente le relazioni che intercorrono tra gli organismi appartenenti alla stessa comunità – Saper effettuare modelli nulli per condurre analisi di simulazione di comunità – Saper scegliere i modelli per l’analisi e le tecniche di campionamento più idonee ai gruppi di organismi analizzati – Saper applicare e comprendere metriche di diversità – Saper identificare gruppi funzionali o gilde.
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VIGNOLI LEONARDO
( programma)
Il corso si propone di fornire le basi teorico-pratiche dell’ecologia delle comunità animali, della macroecologia. - Lo studente apprenderà le caratteristiche delle comunità animali, i descrittori per definirle le modalità di studio per analizzarne la struttura. Saranno illustrate le tecniche per analizzare quantitativamente le relazioni che intercorrono tra gli organismi appartenenti alla stessa comunità. Saranno proposti alcuni modelli nulli per condurre analisi di simulazione di comunità, i criteri di scelta del modello e delle tecniche di campionamento più idonee ai gruppi animali analizzati. - Lo studio delle comunità animali e della macroecologia sarà organizzato in differenti moduli. (i) Co-occorrenza: il modulo di co-occorrenza consente di testare modelli non casuali di co-occorrenza di specie in una matrice di presenza-assenza; (ii) Macroecologia: lo studio della suddivisione tra le specie dello spazio fisico e delle risorse ecologiche. Gli studi macroecologici consistono nell'analisi dei traits a livello di specie, come la dimensione del corpo, l'area geografica e l'abbondanza media, misurati a grandi scale spaziali; (iii) Sovrapposizione di nicchia: lo studio della sovrapposizione di nicchie ha una lunga storia nell'ecologia delle comunità. Semplici teorie di limitazione della somiglianza e slittamento di caratteri ecologici prevedono che la competizione interspecifica determini una riduzione della sovrapposizione di nicchia delle specie in competizione. Testare questa idea con dati empirici porta a tre domande: 1) quali aspetti della nicchia dovrebbero essere misurati? 2) come si può quantificare la sovrapposizione di nicchia tra coppie di specie? 3) quale sovrapposizione di nicchia ci si aspetterebbe in assenza di competizione? (iv) Sovrapposizione di dimensioni del corpo: questo modulo consente di testare modelli insoliti nelle dimensioni corporee di specie coesistenti e di confrontare tali schemi con quelli che ci si potrebbe aspettare in un assemblaggio casuale non strutturato da interazioni interspecifiche; (v) Diversità delle comunità: la diversità delle specie è oggetto centrale di studio sia nell'ecologia di comunità di base che in quella applicata.Saranno affrontate due principali questioni nello studio della diversità delle specie. Il primo è come possiamo quantificare la diversità di un assemblaggio e il secondo è come possiamo confrontare statisticamente la diversità di due diversi assemblaggi; (vi) Gruppi funzionali o gilde: gruppi di specie all'interno di una comunità che condividono risorse comuni sono considerate gilde. Questo modulo permetterà di incorporare la struttura della gilda nelle analisi di comunità. - Mediante simulazioni in laboratorio e sul campo, lo studente apprenderà le dinamiche che determinano l’organizzazione e la struttura di alcune comunità animali selezionate. - Saranno usati programmi informatici interattivi per l'analisi dei modelli nulli nell'ecologia delle comunità per testare modelli di comunità con dati sperimentali e non sperimentali. Saranno illustrate le randomizzazioni di Monte Carlo come metodo analitico per confrontare le comunità reali con "pseudo-comunità" create usando diversi algoritmi. Sarà illustrata l’ampia applicabilità dei modelli nulli nell'ecologia animale applicata e di base.
( testi)
Mittelbach, G. G., & McGill, B. J. (2019). Community ecology. Oxford University Press. Morin, P. J. (2009). Community ecology. John Wiley & Sons.
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CARBONI MARTA
( programma)
Il corso si propone di fornire le basi teorico-pratiche dell’ecologia delle comunità e della macroecologia. - Lo studente apprenderà le caratteristiche delle comunità animali e vegetali, i descrittori per definirle le modalità di studio per analizzarne la struttura. Saranno illustrate le tecniche per analizzare quantitativamente le relazioni che intercorrono tra gli organismi appartenenti alla stessa comunità. Saranno proposti alcuni modelli nulli per condurre analisi di simulazione di comunità, i criteri di scelta del modello e delle tecniche di campionamento più idonee ai gruppi analizzati. - Lo studio delle comunità e della macroecologia sarà organizzato in differenti moduli. (i) Co-occorrenza: il modulo di co-occorrenza consente di testare modelli non casuali di co-occorrenza di specie in una matrice di presenza-assenza; (ii) Macroecologia: lo studio della suddivisione tra le specie dello spazio fisico e delle risorse ecologiche. Gli studi macroecologici consistono nell'analisi dei traits a livello di specie, come la dimensione del corpo, l'area geografica e l'abbondanza media, misurati a grandi scale spaziali; (iii) Sovrapposizione di nicchia: lo studio della sovrapposizione di nicchie ha una lunga storia nell'ecologia delle comunità. Semplici teorie di limitazione della somiglianza e slittamento di caratteri ecologici prevedono che la competizione interspecifica determini una riduzione della sovrapposizione di nicchia delle specie in competizione. Testare questa idea con dati empirici porta a tre domande: 1) quali aspetti della nicchia dovrebbero essere misurati? 2) come si può quantificare la sovrapposizione di nicchia tra coppie di specie? 3) quale sovrapposizione di nicchia ci si aspetterebbe in assenza di competizione? (iv) Sovrapposizione di dimensioni del corpo: questo modulo consente di testare modelli insoliti nelle dimensioni corporee di specie coesistenti e di confrontare tali schemi con quelli che ci si potrebbe aspettare in un assemblaggio casuale non strutturato da interazioni interspecifiche; (v) Diversità delle comunità: la diversità delle specie è oggetto centrale di studio sia nell'ecologia di comunità di base che in quella applicata. Saranno affrontate due principali questioni nello studio della diversità delle specie. Il primo è come possiamo quantificare la diversità di un assemblaggio e il secondo è come possiamo confrontare statisticamente la diversità di due diversi assemblaggi; (vi) Gruppi funzionali o gilde: gruppi di specie all'interno di una comunità che condividono risorse comuni sono considerate gilde. Questo modulo permetterà di incorporare la struttura della gilda nelle analisi di comunità. - Mediante simulazioni in laboratorio e sul campo, lo studente apprenderà le dinamiche che determinano l’organizzazione e la struttura di alcune comunità selezionate. - Saranno usati programmi informatici interattivi per l'analisi dei modelli nulli nell'ecologia delle comunità per testare modelli di comunità con dati sperimentali e non sperimentali. Saranno illustrate le randomizzazioni di Monte Carlo come metodo analitico per confrontare le comunità reali con "pseudo-comunità" create usando diversi algoritmi. Sarà illustrata l’ampia applicabilità dei modelli nulli nell'ecologia
( testi)
Mittelbach, G. G., & McGill, B. J. (2019). Community ecology. Oxford University Press. Morin, P. J. (2009). Community ecology. John Wiley & Sons.
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3
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BIO/03
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20
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Attività formative affini ed integrative
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3
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BIO/05
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20
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
20410738 -
Interazioni pianta-ambiente e sostenibilità ambientale
(obiettivi)
La crescente pressione antropica, i cambiamenti climatici in atto e l’intensificarsi degli eventi estremi, espongono gli organismi vegetali a condizioni ambientali insolite ed imprevedibili, sottoponendoli a stress abiotici anomali per intensità, frequenza e durata. In conseguenza delle condizioni di crescita non ottimali, le piante sviluppano un’aumentata vulnerabilità agli agenti patogeni e infestanti. Ad aggravare la situazione, il processo sempre più avanzato di globalizzazione del mercato facilita l’introduzione accidentale di specie aliene di organismi fitofagi e microrganismi patogeni potenzialmente dannose e invasive che crea danni ingenti alla produzione agricola, oltre a rappresentare una minaccia concreta per la biodiversità nativa. Lo studio delle risposte delle piante agli stress ambientali fornisce una fondamentale base di conoscenze per lo sviluppo di strategie innovative per una agricoltura sostenibile in un contesto di forti variazioni climatiche, che tuteli sicurezza alimentare, salute, ecosistema e biodiversità sia nativa sia delle piante alimentari. Obiettivo del corso è fornire le competenze necessarie per comprendere gli effetti degli stress abiotici e biotici sugli organismi vegetali e le loro risposte alle variazioni ambientali, in considerazione anche degli effetti che tali risposte hanno sull’ambiente.
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FRAUDENTALI ILARIA
( programma)
Risposte di natura acclimatativa e adattativa agli stress ambientali. Tolleranza, difesa e omeostasi. Strategie di evitazione e contrasto. La plasticità fenotipica. Risposte fisiologiche e metaboliche agli stress ambientali. Metabolismo secondario nell’interazione piante-ambiente. Principali classi di metaboliti secondari. Ruoli funzionali ed ecologici del metabolismo secondario. Tipologia degli stress abiotici e il loro impatto sulle piante. Le risposte delle piante agli stress abiotici. Adattamenti e acclimatamenti al deficit idrico. Adattamenti e acclimatamenti all’eccesso di acqua e alla carenza di ossigeno. Adattamenti e acclimatamenti allo stress salino. Adattamenti e acclimatamenti alle alte e basse temperature. Adattamenti e acclimatamenti a differenti condizioni di luce. Lo stress da alta irradianza. Lo stress da radiazione ultravioletta. Tipologia degli inquinanti e il loro impatto sulle piante. Le risposte delle piante agli inquinanti ambientali. Ossidi di azoto. L’ozono troposferico. Metalli pesanti. Effetti delle elevate concentrazioni atmosferiche di biossido di carbonio. Interazioni biotiche delle piante. Interazioni negative fra piante e altri organismi. Difese costitutive. Difese elicitate. Resistenza e priming. Interazioni benefiche fra piante e altri organismi. Azoto fissatori, micorrize ed impollinatori. Biopesticidi, bioerbicidi, biostimolanti da scarti di filiera agroalimentare come materiale di partenza per l’estrazione di principi naturali attivi.
( testi)
1. Interazioni Piante-Ambiente. Luigi Sanità di Toppi; Piccin Editore 2. Biologia delle Piante Vol. 2: Interazioni con l’ambiente e Domesticazione. Smith A. M. et al; Zanichelli Editore 3. Fondamenti di Patologia Vegetale. Alberto Matta et al; Patron Editore, Bologna 4. Articoli scientifici e lezioni in power point fornite dal docente
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6
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BIO/04
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40
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10
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
20410594 -
L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile - Le implicazioni per le Scienze della Vita e della Terra
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Modulo di Base
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3
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20
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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ITA |
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L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile - Le implicazioni per le Scienze della Vita e della Terra
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3
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GEO/03
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28
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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ITA |
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Gruppo opzionale:
OPZIONALI CARATTERIZZANTI - (visualizza)
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12
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20401656 -
BIOGEOGRAFIA
(obiettivi)
Lo studente dovrà acquisire la capacità di interpretare i processi di distribuzione degli organismi viventi, a livello mondiale e locale, in chiave ecologica attualistica ed anche storica (paleogeografica e paleoecologica), analizzandoli criticamente in termini di dispersione e vicarianza e secondo le tecniche più recenti.
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Erogato presso
20401656 BIOGEOGRAFIA in Biodiversità e Tutela dell'Ambiente LM-6 N0 BOLOGNA MARCO ALBERTO
( programma)
(a) Generalità introduttive. Cos’è la Biogeografia: Scienza di sintesi tra geografia, paleogeografia, geologia, ecologia, paleoecologia, sistematica filogenetica, faunistica, floristica, genetica delle popolazioni, biologia evoluzionistica. Riepilogo dei concetti di Biologia evoluzionistica (micro e macroevoluzione), di Sistematica (scuole fenetista, evoluzionista classica e cladistica), di Ecologia degli ecosistemi e delle popolazioni. Speciazione (modelli di speciazione, radiazione). Estinzione naturale e di origine antropica. Rilevanza della Biogeografia nella Conservazione della Natura. Storia della Biogeografia: I fondatori della Biogeografia (Buffon, de Candolle, von Humboldt, Lyell, Hooker, Sclater, Darwin, Wallace, Haeckel, Merriam, Simpson, Darlington, Holdaus, Gridelli, De Lattin, Furon, La Greca, Croizat, Wilson e MacArthur, Rozen e Platnick, Morrone, Avise, Hewitt). Le scuole di Biogeografia del XX secolo: Biogeografia storica, ponti, filtri e dispersione; Croizat e la Panbiogeografia; la Biogeografia cladistica; Biogeografia ecologica; Biogeografia statistica; Biogeografia molecolare e Filogeografia. La scuola italiana di Biogeografia: Gridelli, La Greca, Baccetti, Ruffo, Vigna Taglianti, Poldini; la Società Italiana di Biogeografia. (b) Biogeografia storica Biogeografia terrestre e Biogeografia marina. Storia della vita sulla terra: Tettonica a placche e Teoria della deriva dei continenti; macro-placche e micro-placche; trasformazione e spostamento delle masse terrestri e dei mari; evoluzione degli ecosistemi terrestri. Effetti climatici e biogeografici della tettonica a placche. Effetti Plio-Pleistocenici delle glaciazioni; rifugi glaciali pleistocenici; estinzione della megafauna; espansione e retrazione di biomi. Effetti delle glaciazioni nelle aree terrestri e marine temperate e tropicali. Le Regioni biogeografiche terrestri. Regioni floristiche e Regioni zoogeografiche. Cause della differenziazione delle faune e delle flore nelle Regioni biogeografiche; regioni e sottoregioni. Le Regioni biogeografiche marine. La Regione Palearctica (limiti; sottoregioni; elementi caratterizzanti). La Regione Neartica (limiti; sottoregioni; elementi caratterizzanti). La Regione Orientale (Indo-Malese) (limiti; sottoregioni; elementi caratterizzanti). La Regione Afrotropicale (limiti; sottoregioni; elementi caratterizzanti). La Regione Neotropicale (limiti; sottoregioni; elementi caratterizzanti). La Regione Australiana-Oceanica (Australasiana) (limiti; sottoregioni; elementi caratterizzanti). L’Antartide (limiti; elementi caratterizzanti). Le Regioni di transizione biogeografica: Saharo-Sindica; Cinese; Indo-Australe (Wallacea); Centramericana. Regionalizzazione delle faune e delle flore. Biomi e Regioni Biogeografiche. Effetti del clima e dei cicli climatici. Caratteristiche ed origine geologica nelle regioni terrestri. Effetti della circolazione delle acque e delle profondità marina sulle regioni marine. Biomi, loro distribuzione nelle terre emerse e dinamismo. Biomi marini. Differenza tra biomi e regioni biogeografiche. Biomi ed ecosistemi. Trasformazioni antropiche degli ecosistemi. Biogeografia dell’area Mediterranea e dell’Europa: Tetide e Paratetide e formazione del Mediterraneo. Distacco, migrazione e posizionamento delle microplacche. Biogeografia del Cenozoico: crisi di salinità del Messiniano; effetti Plio-Pleistocenici delle glaciazioni e rifugi glaciali pleistocenici. L’areale: specifico e sopra-specifico; areale continuo, frammentato, disgiunto; cause storiche e ecologiche dell’areale; forma dell’areale; areali terrestri e marini. Areale primario e secondario. Fattori fisici, ecologici e paleogeografici che delimitano gli areali: barriere e fattori limitanti della nicchia nell’attuale. Relittualità. Endemicità: areale e conservazione. Modelli distributivi generalizzabili o corotipi: esempi nella Regione Paleartica e nella Regione Afrotropicale. Esempi di distribuzione di taxa vegetali ed animali terrestri. Biogeografia dispersalista (Simpson, Mayr). Dispersal e dispersion. La dispersione come processo biogeografico (espansione di areale), evolutivo (flusso genico e speciazione) ed ecologico (realizzazione della nicchia). Principi della massima somiglianza. Processo specie-specifico e modelli generalizzati. Modalità di dispersione attiva e passiva in piante ed animali. Tipologie di dispersione: jump dispersal, stepping stones dispersal. Dispersione ed ampliamento di areale. Barriere alla dispersione (geografiche ed ecologiche). Colonizzazione. Effetti sui biota dovuti alle immigrazioni. Biogeografia della vicarianza. La vicarianza (modello di allopatria; modello della caduta di barriere). Effetti sui biota. Sistematica cladistica e biogeografia della vicarianza. Modelli di vicarianza di Croizat, Morrone, Nelson e Platnick. Distribuzione delle popolazioni ed abbondanza. Cronogeonemia. Dinamismo degli areali e conservazione. Areali fossili ed attuali. Estinzione locale e totale. La variazione geografica nelle specie (caratteristiche morfologiche e genetico-molecolari). Variazione continua e discreta. Significato evolutivo e biogeografico della variazione. Importanza conservazionista della variazione geografica. Geografia della diversificazione e regionalizzazione. (c) Biogeografia ecologica Biogeografia ecologica: cause attuali della distribuzione delle specie; realizzazione di nicchia; colonizzazione e competizione. Distribuzione e dinamica delle comunità, ecosistemi e biomi. Biogeografia dell’insularità: modello di Wilson e Mac Arthur; conferme sperimentali e casi problematici; applicazione alla Biologia della conservazione. Esempi su isole geografiche, isole ecologiche, cime di montagne. (d) Nuovi metodi di analisi biogeografica Biogeografia molecolare. Filogeografia (mtDNA, nDNA, metodi molecolari e statistici). Esempi di studi su aree di rifugio glaciali e zone di espansione postglaciali. Biogeografia statistica. Analisi di dati molecolari per la Biogeografia; datazioni; direzione di dispersione; tempi di vicarianza. Rappresentazione cartografica della diversità biogeografica: cartografia tradizionale, areogrammi, database georeferenziati, sistemi GIS, sistemi remote-sensing. Mappatura degli areali.
( testi)
Si consiglia Lomolino M.V., Riddle B.R. & Whittaker R.J., Biogeography. Biological Diversity across Space and Time. Sinauer, Sunderland, USA Alcuni concetti saranno desumibili anche in: Zunino M. & Zullini A., Biogeografia. La dimensione spaziale dell’evoluzione. Ambrosiana, Milano. Il docente fornirà letteratura specialistica ed altro materiale didattico.
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6
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BIO/05
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40
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10
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
20410259 -
ENTOMOLOGIA
(obiettivi)
Sono assunti come obiettivi formativi prevalenti: 1) far acquisire conoscenze di base su morfologia, anatomia, fisiologia, biologia ed evoluzione dei principali gruppi di esapodi. 2) far acquisire conoscenze teoriche e pratiche sulla sistematica e classificazione degli esapodi. 3) proporre gli elementi di base per una discussione sul significato del successo evolutivo degli esapodi e sulla loro importanza nello studio di base ed applicato. 4) far acquisire le conoscenze sulla biodiversità degli esapodi ed i relativi adattamenti. 5) fornire gli strumenti per il riconoscimento tassonomico degli esapodi a livello delle principali famiglie, soprattutto relativamente alle specie della fauna italiana. 6) stimolare ed esaltare la curiosità e le capacità di osservazione e di critica. 7) rendere lo studente in grado di valutare la propria competenza in ambiti particolari del campo specifico.
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6
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BIO/05
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40
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
20410278 -
MICROBIOLOGIA AMBIENTALE
(obiettivi)
1. acquisire la conoscenza del ruolo fondamentale dei microrganismi negli ecosistemi e dei fattori che ne influenzano la distribuzione e le interazioni con altri organismi: - biodiversità metabolica e funzionale, struttura e dinamica di comunità microbiche - gruppi tassonomici di batteri e archea 2. conoscenza di metodi tradizionali, molecolari e coltivazione-indipendenti per identificazione/tipizzazione e analisi di popolazioni microbiche 3. valutazione delle molteplici potenzialità applicative di microrganismi ambientali anche come bioindicatori 4. acquisizione di capacità critiche tramite lettura di articoli scientifici.
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Erogato presso
20410278 MICROBIOLOGIA AMBIENTALE in Biodiversità e Tutela dell'Ambiente LM-6 VISAGGIO DANIELA
( programma)
1. Evoluzione e sistematica dei microrganismi: origine dei batteri; filogenesi molecolare; gene per il 16S rRNA ed evoluzione; fondamenti di sistematica dei microrganismi 2. Diversità metabolica nei microrganismi: chemiolitotrofia; fermentazioni; respirazione anaerobia; fototrofia 3. Diversità funzionale dei microrganismi: batteri fototrofi e chemiotrofi 4. Metodi di studio in ecologia microbica: a) metodi colturali; b) metodi indipendenti dalla coltivazione: microscopia, analisi genetiche; metagenomica 5. Gli ecosistemi microbici: a) principi di ecologia; b) Interazioni microbiche (Quorum sensing; Biofilm); c) Ambiente terrestre (il suolo); d) Ambienti acquatici (acque dolci e mare); c) Ambienti estremi (abissi; sorgenti idrotermali) 6. Ruolo microbico nei cicli dei nutrienti: carbonio, azoto, zolfo; altri 7. Simbiosi tra microrganismi e tra microrganismi e organismi diversi quali a) piante, b) mammiferi, c) uomo; d) insetti; e) invertebrati acquatici 8. I microrganismi negli ambienti antropizzati: biorisanamento di siti contaminati; trattamento acque; biocorrosione; recupero di minerali da miniere
( testi)
Brock Biologia dei Microorganismi Microbiologia generale, ambientale e industriale Michael T. Madigan - Kelly S. Bender - Daniel H. Buckley - David A. Stahl - W. Matthew Sattley ISBN: 9788891906298 Pearson
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6
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BIO/19
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40
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10
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
20410731 -
Ecologia animale
(obiettivi)
SONO ASSUNTI COME OBIETTIVI FORMATIVI PREVALENTI:1) L'ACQUISIZIONE DI UN APPROCCIO EVOLUZIONISTICO ALL’ECOLOGIA ANIMALE; 2) L'ACQUISIZIONE DI CONOSCENZE DI BASE DI ASPETTI AUTOECOLOGICI, SINECOLOGICI E DI ECOLOGIA DELLE POPOLAZIONI; 3) L’ACQUISIZIONE DI ESPERIENZA SPERIMENTALE IN NATURA SUI SUDDETTI ASPETTI ECOLOGICI; 4) L'AUTOVALUTAZIONE DA PARTE DELLO STUDENTE DELLA COMPETENZA IN AMBITI PARTICOLARI DEL CAMPO SPECIFICO.
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Erogato presso
20410731 Ecologia animale in Biodiversità e Tutela dell'Ambiente LM-6 VIGNOLI LEONARDO
( programma)
IL CORSO È ARTICOLATO IN UN MODULO DI LEZIONI FRONTALI IN AULA ED UNO STAGE RESIDENZIALE CONCLUSIVO IN UNA STRUTTURA D’ACCOGLIENZA IN UN’AREA PROTETTA IN NATURA, OVE SI SVOLGONO LEZIONI ED ESERCITAZION PRATICHE SU ASPETTI DI ECOLOGIA DI POPOLAZIONE, DI COMUNITÀ E DI AUTOECOLOGIA.
IL MODULO DI LEZIONI FRONTALI CONCERNE I SEGUENTI ASPETTI: (A) SIGNIFICATO ED IMPOSTAZIONE DEL CORSO. (B) ECOLOGIA DELLE POPOLAZIONI ANIMALI: STRUTTURA, DINAMICA, REGOLAZIONE, CLASSI DI ETÀ, SEX-RATIO. (C) MODELLI DI CRESCITA DELLE POPOLAZIONI ANIMALI: MODELLO ESPONENZIALE, MODELLO LOGISTICO, MODELLO LOGISTICO CON COMPETIZIONE INTERSPECIFICA, MODELLO LOGISTICO CON PREDAZIONE. (D) STIME NUMERICHE DELLE POPOLAZIONI E METODI DI MARCATURA E RICATTURA. (D) NICCHIA ECOLOGICA: METODI DI RICERCA E DI ANALISI DEI DATI; PROBLEMATICHE ED ESEMPI DI STUDIO DI: NICCHIA TROFICA; NICCHIA SPAZIALE; NICCHIA TEMPORALE; AMPIEZZA E SOVRAPPOSIZIONE DI NICCHIA; SPECIALIZZAZIONE INDIVIDUALE. (E) HOME RANGE. (F) ADATTAMENTO LOCALE E PLASTICITÀ ECOLOGICA. (G) ECOLOGIA DELLE COMUNITÀ ANIMALI: RAPPORTI INTERSPECIFICI; ESEMPI DI COMUNITÀ ANIMALI DI AMBIENTI ACQUATICI E TERRESTRI (TAXOCENOSI E GUILD); METODI QUALITATIVI E QUANTITATIVI DELLO STUDIO DELLE COMUNITÀ ANIMALI; REGOLE DI ASSEMBLAGGIO E MODELLI NULLI. MODELLI DI ANNIDAMENTO, CO-OCCORRENZA, TURNOVER E MODULARITÀ. METODI DI ANALISI DI DISCRIMINAZIONE DEI MODELLI DI STRUTTURA DELLE COMUNITÀ. DIVERSITÀ, EQUIRIPARTIZIONE, DOMINANZA, INDICI DI DIVERSITÀ BIOTICA; RUOLO ECOLOGICO DELLE SPECIE ED ESCLUSIONE COMPETITIVA.
IL CORSO PREVEDE ISTITUZIONALMENTE, OLTRE ALLO STAGE RESIDENZIALE, IN CUI VENGONO SVOLTE CA. 6 ORE AL GIORNO DI PRATICHE IN NATURA E 2 ORE AL GIORNO DI LEZIONI FRONTALI, ANCHE 2-3 ESERCITAZIONI IN NATURA DI UN SOLO GIORNO, INTERVALLATE ALLE LEZIONI FRONTALI NEL PRIMO MODULO.
( testi)
NON ESISTE UN SINGOLO LIBRO DI TESTO, MA OLTRE A DISPENSE E POWER POINTS FORNITI AGLI STUDENTI, SONO UTILI, PER ALCUNE PARTI INDICATE DAL DOCENTE: - RICKLEFS R.E., 1997. ECOLOGIA. ZANICHELLI; - BOITANI L. & FULLER T.K. (EDS.), 2000. RESEARCH TECHNIQUES IN ANIMAL ECOLOGY. CONTROVERSIES AND CONSEQUENCES. COLUMBIA UNIVERSITY PRESS, N.Y.; - KREBS J.R. & DAVIES N.B., 2002. ECOLOGIA E COMPORTAMENTO ANIMALE. BOLLATI BORINGHIERI; - GOTELLI, N.J. AND A.M. ELLISON. 2004. A PRIMER OF ECOLOGICAL STATISTICS. SINAUER ASSOCIATES, INC., SUNDERLAND, MA.; - GOTELLI, N.J. 2008. A PRIMER OF ECOLOGY. 4TH EDITION. SINAUER ASSOCIATES, INC., SUNDERLAND, MA. - HENDERSON, P.A. 2003. PRACTICAL METHODS IN ECOLOGY. BLACKWELL SCIENCE LTD
Agli studenti è fornito un documento che elenca per ogni argomento di lezione quale testo e quali capitoli sono più appropriati per lo studio, e per ogni argomento sono elencati articoli scientifici recenti per un approfondimento. Sono forniti i pdf delle lezioni e degli articoli scientifici.
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6
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BIO/05
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24
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10
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
20410732 -
Ecologia vegetale
(obiettivi)
Sono assunti come obiettivi formativi: - la conoscenza delle principali caratteristiche delle comunità vegetali; - la comprensione e la capacita’ di utilizzare i principali metodi di studio della vegetazione; - la capacita’ di raccogliere dati sperimentali, interpretare i risultati e la lettura critica di articoli scientifici di settore.
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Erogato presso
20410732 Ecologia vegetale in Biodiversità e Tutela dell'Ambiente LM-6 CUTINI MAURIZIO, ACOSTA ALICIA TERESA ROSARIO
( programma)
EQUILIBRIO CLIMA-SUOLO-VEGETAZIONE. PROPRIETA’ DELLE COMUNITA’ VEGETALI, ZONE E FASCE DI VEGETAZIONE, ZONALITA’, AZONALITA’, EXTRAZONALITA’. DINAMISMO DELLA VEGETAZIONE E VEGETAZIONE NATURALE POTENZIALE. FORME BIOLOGICHE E DI CRESCITA, STRATEGIE DI GRIME (C-S-R), DIVERSITA’ FUNZIONALE, PLANT TRAITS E GRUPPI FUNZIONALI. METODI DI CAMPIONAMENTO DELLA VEGETAZIONE (CASUALE E SISTEMATICO). ANALISI DELLA DIVERSITA’: CONCETTI GENERALI E METODI DI CALCOLO (CURVE DI RAREFAZIONE, CURVE DI ABBONDANZA-DOMINANZA, CURVE DI RE’NY). METODO FITOSOCIOLOGICO, GEO- E SINFITOSOCIOLOGIA. SISTEMI DI RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA DELLE COMUNITA’ E DEL PAESAGGIO VEGETALE. VEGETAZIONE ED INTERPRETAZIONE DEGLI HABITAT (CLASSIFICAZIONE EUNIS E ALL. I DELLA DIRETTIVA HABITAT). MONITORAGGIO E LISTA ROSSA DEGLI HABITAT. CAMBIAMENTI GLOBALI ED EFFETTI SULLE COMUNITA’ E SUL PAESAGGIO VEGETALE. ANALISI MULTITEMPORALE, ANTROPIZZAZIONE ED EFFETTI SULLA VEGETAZIONE.
( testi)
BRECKLE S.-W., 2002. WALTER’S VEGETATION OF THE EARTH. SPRINGER. VAN DER MAAREL E. (ED.), 2005. VEGETATION ECOLOGY. BLACKWELL PUBLISHING.
KENT M., COKER P., 1992. VEGETATION DESCRIPTION AND ANALYSIS. JOHN WILWY & SONS. CRISTEA V., GAFTA D., PEDROTTI F., 2015. FITOSOCIOLOGIA. TEMI ED. PEDROTTI F., 2013. PLANT AND VEGETATION MAPPING. SPRINGER.
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6
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BIO/03
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24
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10
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
20410735 -
Ecologia delle Comunità
(obiettivi)
Competenze culturali (conoscenza di): - Basi teorico-pratiche dell’ecologia delle comunità animali e vegetali - Macroecologia –Caratteri morfologico-funzionali misurati sulle specie e gruppi funzionali - Interazioni tra le specie (Competizione, facilitazione, trofiche)– Coesistenza, co-occorrenza tra le specie e assemblaggio delle comunità - Nicchia ecologica e sovrapposizione di nicchia tra specie – Diversità delle comunità (tassonomica, funzionale, filogenetica) - Competenze metodologiche (saper effettuare): - saper definire le modalità di studio delle comunità animali e vegetali e analizzarne la struttura - Saper analizzare quantitativamente le relazioni che intercorrono tra gli organismi appartenenti alla stessa comunità – Saper effettuare modelli nulli per condurre analisi di simulazione di comunità – Saper scegliere i modelli per l’analisi e le tecniche di campionamento più idonee ai gruppi di organismi analizzati – Saper applicare e comprendere metriche di diversità – Saper identificare gruppi funzionali o gilde.
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Erogato presso
20410735 Ecologia delle Comunità in Biodiversità e Tutela dell'Ambiente LM-6 VIGNOLI LEONARDO, CARBONI MARTA
( programma)
Il corso si propone di fornire le basi teorico-pratiche dell’ecologia delle comunità animali, della macroecologia. - Lo studente apprenderà le caratteristiche delle comunità animali, i descrittori per definirle le modalità di studio per analizzarne la struttura. Saranno illustrate le tecniche per analizzare quantitativamente le relazioni che intercorrono tra gli organismi appartenenti alla stessa comunità. Saranno proposti alcuni modelli nulli per condurre analisi di simulazione di comunità, i criteri di scelta del modello e delle tecniche di campionamento più idonee ai gruppi animali analizzati. - Lo studio delle comunità animali e della macroecologia sarà organizzato in differenti moduli. (i) Co-occorrenza: il modulo di co-occorrenza consente di testare modelli non casuali di co-occorrenza di specie in una matrice di presenza-assenza; (ii) Macroecologia: lo studio della suddivisione tra le specie dello spazio fisico e delle risorse ecologiche. Gli studi macroecologici consistono nell'analisi dei traits a livello di specie, come la dimensione del corpo, l'area geografica e l'abbondanza media, misurati a grandi scale spaziali; (iii) Sovrapposizione di nicchia: lo studio della sovrapposizione di nicchie ha una lunga storia nell'ecologia delle comunità. Semplici teorie di limitazione della somiglianza e slittamento di caratteri ecologici prevedono che la competizione interspecifica determini una riduzione della sovrapposizione di nicchia delle specie in competizione. Testare questa idea con dati empirici porta a tre domande: 1) quali aspetti della nicchia dovrebbero essere misurati? 2) come si può quantificare la sovrapposizione di nicchia tra coppie di specie? 3) quale sovrapposizione di nicchia ci si aspetterebbe in assenza di competizione? (iv) Sovrapposizione di dimensioni del corpo: questo modulo consente di testare modelli insoliti nelle dimensioni corporee di specie coesistenti e di confrontare tali schemi con quelli che ci si potrebbe aspettare in un assemblaggio casuale non strutturato da interazioni interspecifiche; (v) Diversità delle comunità: la diversità delle specie è oggetto centrale di studio sia nell'ecologia di comunità di base che in quella applicata.Saranno affrontate due principali questioni nello studio della diversità delle specie. Il primo è come possiamo quantificare la diversità di un assemblaggio e il secondo è come possiamo confrontare statisticamente la diversità di due diversi assemblaggi; (vi) Gruppi funzionali o gilde: gruppi di specie all'interno di una comunità che condividono risorse comuni sono considerate gilde. Questo modulo permetterà di incorporare la struttura della gilda nelle analisi di comunità. - Mediante simulazioni in laboratorio e sul campo, lo studente apprenderà le dinamiche che determinano l’organizzazione e la struttura di alcune comunità animali selezionate. - Saranno usati programmi informatici interattivi per l'analisi dei modelli nulli nell'ecologia delle comunità per testare modelli di comunità con dati sperimentali e non sperimentali. Saranno illustrate le randomizzazioni di Monte Carlo come metodo analitico per confrontare le comunità reali con "pseudo-comunità" create usando diversi algoritmi. Sarà illustrata l’ampia applicabilità dei modelli nulli nell'ecologia animale applicata e di base.
( testi)
Mittelbach, G. G., & McGill, B. J. (2019). Community ecology. Oxford University Press. Morin, P. J. (2009). Community ecology. John Wiley & Sons.
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3
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BIO/03
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20
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Attività formative caratterizzanti
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3
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BIO/05
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20
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
20410738 -
Interazioni pianta-ambiente e sostenibilità ambientale
(obiettivi)
La crescente pressione antropica, i cambiamenti climatici in atto e l’intensificarsi degli eventi estremi, espongono gli organismi vegetali a condizioni ambientali insolite ed imprevedibili, sottoponendoli a stress abiotici anomali per intensità, frequenza e durata. In conseguenza delle condizioni di crescita non ottimali, le piante sviluppano un’aumentata vulnerabilità agli agenti patogeni e infestanti. Ad aggravare la situazione, il processo sempre più avanzato di globalizzazione del mercato facilita l’introduzione accidentale di specie aliene di organismi fitofagi e microrganismi patogeni potenzialmente dannose e invasive che crea danni ingenti alla produzione agricola, oltre a rappresentare una minaccia concreta per la biodiversità nativa. Lo studio delle risposte delle piante agli stress ambientali fornisce una fondamentale base di conoscenze per lo sviluppo di strategie innovative per una agricoltura sostenibile in un contesto di forti variazioni climatiche, che tuteli sicurezza alimentare, salute, ecosistema e biodiversità sia nativa sia delle piante alimentari. Obiettivo del corso è fornire le competenze necessarie per comprendere gli effetti degli stress abiotici e biotici sugli organismi vegetali e le loro risposte alle variazioni ambientali, in considerazione anche degli effetti che tali risposte hanno sull’ambiente.
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Erogato presso
20410738 Interazioni pianta-ambiente e sostenibilità ambientale in Biodiversità e Tutela dell'Ambiente LM-6 FRAUDENTALI ILARIA
( programma)
Risposte di natura acclimatativa e adattativa agli stress ambientali. Tolleranza, difesa e omeostasi. Strategie di evitazione e contrasto. La plasticità fenotipica. Risposte fisiologiche e metaboliche agli stress ambientali. Metabolismo secondario nell’interazione piante-ambiente. Principali classi di metaboliti secondari. Ruoli funzionali ed ecologici del metabolismo secondario. Tipologia degli stress abiotici e il loro impatto sulle piante. Le risposte delle piante agli stress abiotici. Adattamenti e acclimatamenti al deficit idrico. Adattamenti e acclimatamenti all’eccesso di acqua e alla carenza di ossigeno. Adattamenti e acclimatamenti allo stress salino. Adattamenti e acclimatamenti alle alte e basse temperature. Adattamenti e acclimatamenti a differenti condizioni di luce. Lo stress da alta irradianza. Lo stress da radiazione ultravioletta. Tipologia degli inquinanti e il loro impatto sulle piante. Le risposte delle piante agli inquinanti ambientali. Ossidi di azoto. L’ozono troposferico. Metalli pesanti. Effetti delle elevate concentrazioni atmosferiche di biossido di carbonio. Interazioni biotiche delle piante. Interazioni negative fra piante e altri organismi. Difese costitutive. Difese elicitate. Resistenza e priming. Interazioni benefiche fra piante e altri organismi. Azoto fissatori, micorrize ed impollinatori. Biopesticidi, bioerbicidi, biostimolanti da scarti di filiera agroalimentare come materiale di partenza per l’estrazione di principi naturali attivi.
( testi)
1. Interazioni Piante-Ambiente. Luigi Sanità di Toppi; Piccin Editore 2. Biologia delle Piante Vol. 2: Interazioni con l’ambiente e Domesticazione. Smith A. M. et al; Zanichelli Editore 3. Fondamenti di Patologia Vegetale. Alberto Matta et al; Patron Editore, Bologna 4. Articoli scientifici e lezioni in power point fornite dal docente
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6
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BIO/04
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40
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10
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
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Gruppo opzionale:
CFU A SCELTA DELLO STUDENTE - (visualizza)
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12
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20410076 -
CFU A SCELTA DELLO STUDENTE
(obiettivi)
Lo studente è libero di selezionare insegnamenti e/o altre attività pratiche offerte dall'ateneo in modo da avere la possibilità di arricchire il proprio percorso di studi con conoscenze ancora più specifiche nel settore della biologia oppure con conoscenze trasversali (acquisendo CFU di altri settori) per una preparazione a carattere multidisciplinare.
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12
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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ITA |
20410739 -
Laboratorio di Biodiversità ed Ecologia delle Acque Interne
(obiettivi)
Il Laboratorio di Biodiversità ed Ecologia delle Acque Interne si pone come principale obiettivo quello di fornire agli studenti una solida conoscenza di base delle caratteristiche abiotiche e biotiche dei diversi ambienti d’acqua dolce. Inoltre, cercherà di sviluppare la capacità di riconoscimento delle principali specie animali e vegetali degli ambienti fluviali e lacustri, analizzandone le diverse strategie di adattamento e modalità di colonizzazione dei vari habitat. Verranno sviluppate capacità di utilizzo dei principali strumenti di esplorazione dell’ambiente acquatico e allo studente saranno fornite le basi per progettare ed eseguire campagne di analisi chimico-fisico delle acque e di campionamento di organismi acquatici e spondali, con capacità di analisi e rappresentazione dei dati. Infine, lo studente avrà modo di apprendere e sperimentare alcuni aspetti applicativi inerenti l’idrobiologia, e il settore dei servizi ecosistemici e di biomonitoraggio in ambiente acquatico. Prerequisiti Conoscenza dei concetti base della Botanica, Zoologia ed Ecologia.
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CESCHIN SIMONA
( programma)
Conoscenza delle principali proprietà fisiche (movimenti delle acque correnti, maree e sesse, temperatura, bilancio termico dei corpi idrici, densità, trasparenza, luminosità, salinità, conducibilità, durezza) e chimiche delle acque dolci (ossigeno disciolto e fattori che ne regolano la solubilità, anidride carbonica, bicarbonati e carbonati, pH, ciclo dei nutrienti e sostanza organica, BOD, COD, contaminanti). Metodologie strumentali per il campionamento fisico-chimico delle acque. La vita nelle acque. Elementi di classificazione delle specie animali e vegetali dominanti negli ambienti dulcacquicoli, metabolismo e cicli vitali, forme di adattamento specifiche agli ambienti lentici e lotici, metodi di campionamento e raccolta dati biologici, misure quali-quantitative di abbondanza e biomassa, trasferimenti e trasformazioni energetiche, catene e reti alimentari (produzione primaria, consumatori, demolitori). Esempi di caratteristiche ecologiche di sistemi lacustri e fluviali. Aspetti applicativi inerenti al settore della biodepurazione e del biomonitoraggio della qualità delle acque.
( testi)
1. Bettinetti R., G. Crosa, S. Galassi. 2007. Ecologia delle acque interne. Edizioni CittàStudi.
2. Materiale e dispense fornite dal docente durante lo svolgimento del corso
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BIO/02
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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BIO/07
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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ITA |
20410740 -
Laboratorio di Ecologia e Conservazione degli Ecosistemi Costieri
(obiettivi)
Sono assunti come obiettivi formativi: la padronanza dei principi dell’ecologia degli ecosistemi costieri e il conseguimento di solide competenze in questo settore, la comprensione del suo rapporto con altre discipline ecologiche (ecologia animale, ecologia vegetale) e il rafforzamento in questo contesto di conoscenze acquisite in precedenza (botanica, zoologia, ecologia). Questo laboratorio propone di analizzare la biodiversità complessiva degli ecosistemi costieri a livello nazionale e le principali minacce. Inoltre, si prevede l’acquisizione di un'ampia padronanza di metodologie strumentali e di tecniche relative alla raccolta, sia in laboratorio che in campo, dei dati biologici ed ambientali. In fine, si propone di sviluppare la preparazione culturale necessaria per l’analisi e la gestione delle risorse naturali costiere mirate alla loro tutela, conservazione e valorizzazione, sia in contesti naturali che fortemente modificati dall’uomo, coniugate alla consapevolezza sulle problematiche relative alla conservazione e alla gestione di questi ecosistemi.
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ACOSTA ALICIA TERESA ROSARIO
( programma)
Gli ecosistemi costieri come interfaccia fra l’ambiente terrestre e marino. Diversità degli ecosistemi costieri sabbiosi, rocciosi e lagunari. Caratteristiche e distribuzione nei diversi continenti. Fitocenosi costiere dei litorali italiani ed europei (mediterranei ed atlantici). Principali aggruppamenti vegetali. Principali strategie adattative delle piante. Gli animali delle dune costiere e rapporti con la vegetazione psammoalofila. Fauna delle zone umide retrodunali, siti di nidificazione e svernamento dell’avifauna. Spiaggiamenti e recupero di vertebrati marini. Animali terrestri e marini della zona intertidale. Fauna delle pozze di scogliere Le falesie e la nidificazione degli uccelli. Gli Habitat costieri della Direttiva Europea 92/43/EEC (Direttiva Habitat) ed EUNIS presenti in Italia. Tecniche di campionamento e di analisi dei dati. La conservazione dei litorali. Principali fattori di disturbo. Gli habitat minacciati. Le specie minacciate e le specie esotiche. Qualità ambientale e stato di conservazione. Bioindicatori. Problemi di conservazione e gestione. Principali strategie per la conservazione degli ecosistemi costieri.
( testi)
Acosta A. & Ercole S. 2017. Gli habitat delle coste sabbiose italiane: ecologia e problematiche di conservazione. Quaderni ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale 215/2015.
Ruffo, S. (a cura di). (2002). Dune e spiagge sabbiose. Ambienti fra terra e mare. Quaderni Habitat, 4. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. Scaricabile dal sito del Ministero.
Acosta A. (2021). Le spiagge, queste sconosciute. Un viaggio negli ambienti più interessanti (e minacciati) d'Italia. Aracne editrice.
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BIO/03
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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BIO/05
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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20410741 -
Laboratorio di Tecniche di Campionamento Zoologico
(obiettivi)
Il corso si propone di fornire le basi teorico-pratiche per la raccolta dati finalizzata allo svolgimento di ricerche zoologiche. - Lo studente apprenderà i criteri di scelta del modello e delle tecniche di campionamento più idonee: (i) al gruppo animale analizzato (invertebrato, vertebrato, acquatico, terrestre, volatore etc.), (ii) al tipo di ricerca da svolgere su di esso (ecologica, tassonomica, filogenetica, anatomica, etc.), (iii) alla biologia ed ecologia delle specie e popolazioni studiate (es. comportamento, struttura spaziale, ciclo biologico), (iv) alla valutazione del numero delle unità campionarie, (v) al contesto dello sforzo di campionamento, (vi) al pattern spaziale e temporale del prelievo. - Mediante simulazioni in laboratorio e sul campo, lo studente apprenderà le tecniche di campionamento dei principali gruppi tassonomici di Metazoi, basate su raccolte dirette, indirette, qualitative o quantitative, metodi di cattura-marcaggio-ricattura, radiotrekking, trappole (con o senza attrattivi, foto-trappole, trappole luminose, a feromone, etc.).
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VIGNOLI LEONARDO
( programma)
Il corso si prevede lezioni teoriche e pratiche su argomenti inerenti alle tecniche di campionamento degli organismi animali, vertebrati e invertebrati, terrestri e acquatici. I principali argomenti svolti nel programma sono: Teoria campionamento; Monitoraggio, Invasioni biologiche/eradicazione; Genetica/Genomica applicata alla tassonomia, sistematica, ecologia e conservazione; Campionamento di taxa modello (chirotteri, uccelli – inanellamento, micromammiferi, Fauna suolo, Insetti, Macrobenthos acque interne, Ecotossicologia). - Lo studente apprenderà i criteri di scelta del modello sperimentale e delle tecniche di campionamento più idonee: (i) al gruppo animale analizzato (invertebrato, vertebrato, acquatico, terrestre, volatore etc.), (ii) al tipo di ricerca da svolgere su di esso (ecologica, tassonomica, filogenetica, anatomica, etc.), (iii) alla biologia ed ecologia delle specie e popolazioni studiate (es. comportamento, struttura spaziale, ciclo biologico), (iv) alla valutazione del numero delle unità campionarie, (v) al contesto dello sforzo di campionamento, (vi) al pattern spaziale e temporale del prelievo. - Mediante simulazioni in laboratorio e sul campo, lo studente apprenderà le tecniche di campionamento dei principali gruppi tassonomici di Metazoi, basate su raccolte dirette, indirette, qualitative o quantitative, metodi di cattura-marcaggio-ricattura, radio tracking, trappole (con o senza attrattivi, foto-trappole, trappole luminose, a feromone, etc.).
( testi)
Materiale fornito dai docenti
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RICCIERI ALESSANDRA
( programma)
Il corso prevede lezioni teoriche e pratiche su argomenti inerenti alle tecniche di campionamento degli organismi animali, vertebrati e invertebrati, terrestri e acquatici. I principali argomenti svolti nel programma sono: Teoria campionamento; Monitoraggio, Invasioni biologiche/eradicazione; Genetica/Genomica applicata alla tassonomia, sistematica, ecologia e conservazione; Campionamento di taxa modello (chirotteri, uccelli – inanellamento, micromammiferi, Fauna suolo, Insetti, Macrobenthos acque interne, Ecotossicologia). - Lo studente apprenderà i criteri di scelta del modello sperimentale e delle tecniche di campionamento più idonee: (i) al gruppo animale analizzato (invertebrato, vertebrato, acquatico, terrestre, volatore etc.), (ii) al tipo di ricerca da svolgere su di esso (ecologica, tassonomica, filogenetica, anatomica, etc.), (iii) alla biologia ed ecologia delle specie e popolazioni studiate (es. comportamento, struttura spaziale, ciclo biologico), (iv) alla valutazione del numero delle unità campionarie, (v) al contesto dello sforzo di campionamento, (vi) al pattern spaziale e temporale del prelievo. - Mediante simulazioni in laboratorio e sul campo, lo studente apprenderà le tecniche di campionamento dei principali gruppi tassonomici di Metazoi, basate su raccolte dirette, indirette, qualitative o quantitative, metodi di cattura-marcaggio-ricattura, radio tracking, trappole (con o senza attrattivi, foto-trappole, trappole luminose, a feromone, etc.).
( testi)
Materiale fornito dai docenti
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BIO/05
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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20410750 -
Laboratori sperimentali di Biologia Ambientale
(obiettivi)
Il corso è finalizzato a far conoscere agli studenti le molteplici sfaccettature della biologia ambientale e dei suoi aspetti applicativi. Attraverso lezioni frontali e attività di laboratorio e di campo, lo studente apprenderà tecniche di riconoscimento e campionamento delle specie vegetali ed animali, oltre che di analisi di dati biologici. Tali laboratori porteranno lo studente a capire l’importanza della biologia ambientale nella ricerca di base e applicata, quest’ultima in particolare nei settori del biomonitoraggio, gestione e conservazione degli habitat, della flora e della fauna.
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Primo modulo
(obiettivi)
Il corso è finalizzato a far conoscere agli studenti le molteplici sfaccettature della biologia ambientale e dei suoi aspetti applicativi. Attraverso lezioni frontali e attività di laboratorio e di campo, lo studente apprenderà tecniche di riconoscimento e campionamento delle specie vegetali ed animali, oltre che di analisi di dati biologici. Tali laboratori porteranno lo studente a capire l’importanza della biologia ambientale nella ricerca di base e applicata, quest’ultima in particolare nei settori del biomonitoraggio, gestione e conservazione degli habitat, della flora e della fauna.
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BIO/02
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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Secondo modulo
(obiettivi)
Il corso è finalizzato a far conoscere agli studenti le molteplici sfaccettature della biologia ambientale e dei suoi aspetti applicativi. Attraverso lezioni frontali e attività di laboratorio e di campo, lo studente apprenderà tecniche di riconoscimento e campionamento delle specie vegetali ed animali, oltre che di analisi di dati biologici. Tali laboratori porteranno lo studente a capire l’importanza della biologia ambientale nella ricerca di base e applicata, quest’ultima in particolare nei settori del biomonitoraggio, gestione e conservazione degli habitat, della flora e della fauna.
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BIO/05
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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Terzo modulo
(obiettivi)
Il corso è finalizzato a far conoscere agli studenti le molteplici sfaccettature della biologia ambientale e dei suoi aspetti applicativi. Attraverso lezioni frontali e attività di laboratorio e di campo, lo studente apprenderà tecniche di riconoscimento e campionamento delle specie vegetali ed animali, oltre che di analisi di dati biologici. Tali laboratori porteranno lo studente a capire l’importanza della biologia ambientale nella ricerca di base e applicata, quest’ultima in particolare nei settori del biomonitoraggio, gestione e conservazione degli habitat, della flora e della fauna.
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BIO/07
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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