Insegnamento
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Ore Lezione
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Ore Eserc.
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Ore Lab
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Ore Studio
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Attività
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Lingua
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Gruppo opzionale:
FINANZA E PROCESSI ECONOMICI 2 ANNO - Un insegnamento a scelta tra: - (visualizza)
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9
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21201542 -
CORPORATE & INVESTMENT BANKING
(obiettivi)
Il Corso si propone di approfondire l’area d’affari dell’investment banking, intesa come gruppo di servizi offerti dagli intermediari alla clientela corporate e istituzionale. Si analizzano le logiche gestionali e i modelli di comportamento degli operatori del settore, oltre ai profili economici e all’impatto sulle performance delle banche.
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9
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SECS-P/11
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60
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21201724 -
BANK MANAGEMENT
(obiettivi)
Course Aims • to introduce basic concepts that relate to the traditional business of banking • to examine the recent trends and developments in domestic and international banking • to provide students with an understanding of banks’ accounts and financial ratios analysis • to examine the most important banking risks and their management • to construct coherent arguments concerning the need for financial regulation • to provide students with an understanding of the importance and role of technology and financial innovation for modern banks
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9
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SECS-P/11
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60
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Attività formative caratterizzanti
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ENG |
21201722 -
RISK MANAGEMENT IN BANKING
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9
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SECS-P/11
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60
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Attività formative caratterizzanti
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ENG |
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Gruppo opzionale:
FINANZA E PROCESSI ECONOMICI Orientamento unico 2 ANNO - UN INSEGNAMENTO A SCELTA TRA: - (visualizza)
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9
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21201440 -
DIRITTO PUBBLICO DELL'ECONOMIA ED ELEMENTI DI AMMINISTRAZIONE AZIENDALE PUBBLICA
(obiettivi)
Gli obiettivi del Corso sono duplici. Sotto un primo aspetto, scopo del Corso è cogliere la “dimensione aziendale” delle amministrazioni pubbliche, nel rispetto delle connessioni interdisciplinari, in modo da introdurre il discente all’Economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche, intesa come autonoma ed organica disciplina dell’economia aziendale. Sotto un secondo aspetto, il Corso intende offrire la conoscenza delle modalità e degli strumenti di intervento pubblico nell’economia nella loro evoluzione storica e secondo un approccio giuridico, con particolare attenzione al ruolo delle c.d. Autorità amministrative indipendenti nel diritto italiano e comparato.
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21201440-1 -
DIRITTO PUBBLICO DELL'ECONOMIA ED ELEMENTI DI AMMINISTRAZIONE AZIENDALE PUBBLICA
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6
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IUS/05
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40
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21201440-2 -
DIRITTO PUBBLICO DELL'ECONOMIA ED ELEMENTI DI AMMINISTRAZIONE AZIENDALE PUBBLICA 2
(obiettivi)
Gli obiettivi del Corso sono duplici. Sotto un primo aspetto, scopo del Corso è cogliere la “dimensione aziendale” delle amministrazioni pubbliche, nel rispetto delle connessioni interdisciplinari, in modo da introdurre il discente all’Economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche, intesa come autonoma ed organica disciplina dell’economia aziendale. Sotto un secondo aspetto, il Corso intende offrire la conoscenza delle modalità e degli strumenti di intervento pubblico nell’economia nella loro evoluzione storica e secondo un approccio giuridico, con particolare attenzione al ruolo delle c.d. Autorità amministrative indipendenti nel diritto italiano e comparato.
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3
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SECS-P/07
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20
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21201745 -
DIRITTO E FINANZA DELLA TUTELA DEL RISPARMIO
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21201550 -
ECONOMIA E FINANZA DELLE PMI
(obiettivi)
Il corso mira ad analizzare, dal punto di vista delle caratteristiche economiche e finanziarie, le imprese di piccole e medie dimensioni, con l’obiettivo di far cogliere specificità e differenze rispetto alla grande impresa. In particolare, il corso si propone di: 1. Definire il concetto di piccola e media impresa, collocandolo nel contesto economico italiano ed internazionale, con particolare attenzione alla nascita e all’evoluzione dei distretti in cui esse sono collocate. 2. Analizzare il contributo delle PMI allo sviluppo economico italiano; il ruolo del quarto capitalismo. 3. Fornire un inquadramento generale della finanza delle PMI: quando e perché si è iniziato a ritenere la dimensione un fattore influenzante le decisioni finanziarie delle imprese; passaggio da una visione della dimensione come variabile esogena, ad una visione della dimensione come variabile endogena; quali variabili finanziarie si ritenevano maggiormente “sensibili” alla differente dimensione. 4. Estendere alle imprese di piccole e medie dimensioni le teorie “tradizionali” della finanza, tipicamente applicate/applicabili alle imprese di grandi dimensioni, mettendone in evidenza limiti, adattamenti necessari e “fallimenti” di tali teorie. 5. Illustrare, con riferimenti teorici ed empirici, le peculiarità finanziarie delle PMI, vale a dire concetti/teorie/evidenze “uniche” inerenti, tipicamente, tre macro aree: decisioni di investimento, decisioni di finanziamento e valutazione del rischio, con una chiave di lettura basata sul confronto con la grande impresa, nonché fondata sull’analisi della PMI come entità autonoma e non “residuale” rispetto alla grande impresa.
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21201550-1 -
ECONOMIA E FINANZA NELLE PMI
(obiettivi)
Il corso mira ad analizzare, dal punto di vista delle caratteristiche economiche e finanziarie, le imprese di piccole e medie dimensioni, con l’obiettivo di far cogliere specificità e differenze rispetto alla grande impresa. In particolare, il corso si propone di: 1. Definire il concetto di piccola e media impresa, collocandolo nel contesto economico italiano ed internazionale, con particolare attenzione alla nascita e all’evoluzione dei distretti in cui esse sono collocate. 2. Analizzare il contributo delle PMI allo sviluppo economico italiano; il ruolo del quarto capitalismo. 3. Fornire un inquadramento generale della finanza delle PMI: quando e perché si è iniziato a ritenere la dimensione un fattore influenzante le decisioni finanziarie delle imprese; passaggio da una visione della dimensione come variabile esogena, ad una visione della dimensione come variabile endogena; quali variabili finanziarie si ritenevano maggiormente “sensibili” alla differente dimensione. 4. Estendere alle imprese di piccole e medie dimensioni le teorie “tradizionali” della finanza, tipicamente applicate/applicabili alle imprese di grandi dimensioni, mettendone in evidenza limiti, adattamenti necessari e “fallimenti” di tali teorie. 5. Illustrare, con riferimenti teorici ed empirici, le peculiarità finanziarie delle PMI, vale a dire concetti/teorie/evidenze “uniche” inerenti, tipicamente, tre macro aree: decisioni di investimento, decisioni di finanziamento e valutazione del rischio, con una chiave di lettura basata sul confronto con la grande impresa, nonché fondata sull’analisi della PMI come entità autonoma e non “residuale” rispetto alla grande impresa.
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MORRESI OTTORINO
( programma)
Le decisioni di investimento delle PMI: elementi di peculiarità rispetto alla grande impresa
1) Il ruolo dell'imprenditore nelle scelte di investimento: unicità delle sue abilità, costi di agenzia e avversione al rischio 2) Inapplicabilità del teorema di separazione di Fisher: violazione dei principi del VAN e di additività del valore nella valutazione dei progetti di investimento; problemi di underinvestment
Il rischio nelle PMI
3) Asimmetrie informative e problemi di asset substitution 4) La piccola dimensione come fattore di rischio sistematico: un’analisi del modello a tre fattori di Fama-French per la stima del costo del capitale 5) L’influenza del ciclo economico su rischio e rendimento delle PMI vs. grande impresa
Le decisioni di finanziamento delle PMI: elementi di peculiarità rispetto alla grande impresa ed evidenza empirica
6) Private equity e private debt: opportunità di raccolta fondi per le PMI; la teoria del ciclo di vita finanziario 7) Venture capital: teoria ed evidenza empirica 8) Situazioni di vulnerabilità delle PMI nell’accesso ai canali di finanziamento esterni 9) Evidenza empirica sul ruolo delle determinanti del mix debito-equity nel confronto tra PMI e grande impresa 10) La rilevanza delle diverse fonti di finanziamento delle PMI nel mondo nel confronto con la grande impresa
( testi)
a) Fama, E.F., Jensen, M.C., 1985. Organizational forms and investment decisions. Journal of Financial Economics 14 (1), pp. 101-119 (§1, §2, §3, §5, §5.1, §5.4)
b) Pettit, R.R., Singer, R.F., 1985. Small business finance: A research agenda. Financial Management 14 (3), pp. 47-60
c) Berger, A.N., Udell, F.G., 1998. The economics of small business finance: The roles of private equity and debt markets in the financial growth cycle, Journal of Banking and Finance 22 (6-8), pp. 613-673 [§1, §2, §2.2, §2.3, §2.4, §2.5, §5 e sottoparagrafi, §6]
d) Beck, T., Demirguc-Kunt, A., Maksimovic, V., 2008. Financing patterns around the world: Are small firms different?. Journal of Financial Economics 89 (3), pp. 467-487
e) Del Colle, D.M., Finaldi-Russo, P., Generale, A., 2006. The causes and consequences of venture capital financing. An analysis based on a sample of Italian firms, Temi di discussione del servizio studi, Banca d’Italia, Nr. 584
f) Berk, J., De Marzo, P., 2018. Finanza Aziendale 1, 4° edizione, Pearson, §13.1, §13.2, §13.3, §13.5, §13.6, §13.7 e appendice)
g) Fidanza, B., 2003. Le determinanti del rendimento delle attività rischiose, Morlacchi Editore (§1.3, §1.3.1, §2.1, §2.2, §2.3, §2.3.1, §2.3.2, §2.3.4, §2.3.9, §2.4.1, §2.4.2, §2.4.3)
h) Venanzi, D., 2010. Il puzzle della struttura finanziaria, Pearson-Prentice Hall (§3.9, §3.10)
i) Switzer, L.N., 2010. The behaviour of small cap vs. large cap stocks in recessions and recoveries: Empirical evidence for the United States and Canada, North American Journal of Economics and Finance 21, pp. 332-346
j) Cole, R.A., 2013. What do we know about the capital structure of privately held US firms? Evidence from the Surveys of Small Business Finance, Financial Management 42 (4), pp. 777-813
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4
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SECS-P/01
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30
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
21201550-2 -
ECONOMIA E FINANZA NELLE PMI
(obiettivi)
Il corso mira ad analizzare, dal punto di vista delle caratteristiche economiche e finanziarie, le imprese di piccole e medie dimensioni, con l’obiettivo di far cogliere specificità e differenze rispetto alla grande impresa. In particolare, il corso si propone di: 1. Definire il concetto di piccola e media impresa, collocandolo nel contesto economico italiano ed internazionale, con particolare attenzione alla nascita e all’evoluzione dei distretti in cui esse sono collocate. 2. Analizzare il contributo delle PMI allo sviluppo economico italiano; il ruolo del quarto capitalismo. 3. Fornire un inquadramento generale della finanza delle PMI: quando e perché si è iniziato a ritenere la dimensione un fattore influenzante le decisioni finanziarie delle imprese; passaggio da una visione della dimensione come variabile esogena, ad una visione della dimensione come variabile endogena; quali variabili finanziarie si ritenevano maggiormente “sensibili” alla differente dimensione. 4. Estendere alle imprese di piccole e medie dimensioni le teorie “tradizionali” della finanza, tipicamente applicate/applicabili alle imprese di grandi dimensioni, mettendone in evidenza limiti, adattamenti necessari e “fallimenti” di tali teorie. 5. Illustrare, con riferimenti teorici ed empirici, le peculiarità finanziarie delle PMI, vale a dire concetti/teorie/evidenze “uniche” inerenti, tipicamente, tre macro aree: decisioni di investimento, decisioni di finanziamento e valutazione del rischio, con una chiave di lettura basata sul confronto con la grande impresa, nonché fondata sull’analisi della PMI come entità autonoma e non “residuale” rispetto alla grande impresa.
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MORRESI OTTORINO
( programma)
Le decisioni di investimento delle PMI: elementi di peculiarità rispetto alla grande impresa
1) Il ruolo dell'imprenditore nelle scelte di investimento: unicità delle sue abilità, costi di agenzia e avversione al rischio 2) Inapplicabilità del teorema di separazione di Fisher: violazione dei principi del VAN e di additività del valore nella valutazione dei progetti di investimento; problemi di underinvestment
Il rischio nelle PMI
3) Asimmetrie informative e problemi di asset substitution 4) La piccola dimensione come fattore di rischio sistematico: un’analisi del modello a tre fattori di Fama-French per la stima del costo del capitale 5) L’influenza del ciclo economico su rischio e rendimento delle PMI vs. grande impresa
Le decisioni di finanziamento delle PMI: elementi di peculiarità rispetto alla grande impresa ed evidenza empirica
6) Private equity e private debt: opportunità di raccolta fondi per le PMI; la teoria del ciclo di vita finanziario 7) Venture capital: teoria ed evidenza empirica 8) Situazioni di vulnerabilità delle PMI nell’accesso ai canali di finanziamento esterni 9) Evidenza empirica sul ruolo delle determinanti del mix debito-equity nel confronto tra PMI e grande impresa 10) La rilevanza delle diverse fonti di finanziamento delle PMI nel mondo nel confronto con la grande impresa
( testi)
a) Fama, E.F., Jensen, M.C., 1985. Organizational forms and investment decisions. Journal of Financial Economics 14 (1), pp. 101-119 (§1, §2, §3, §5, §5.1, §5.4)
b) Pettit, R.R., Singer, R.F., 1985. Small business finance: A research agenda. Financial Management 14 (3), pp. 47-60
c) Berger, A.N., Udell, F.G., 1998. The economics of small business finance: The roles of private equity and debt markets in the financial growth cycle, Journal of Banking and Finance 22 (6-8), pp. 613-673 [§1, §2, §2.2, §2.3, §2.4, §2.5, §5 e sottoparagrafi, §6]
d) Beck, T., Demirguc-Kunt, A., Maksimovic, V., 2008. Financing patterns around the world: Are small firms different?. Journal of Financial Economics 89 (3), pp. 467-487
e) Del Colle, D.M., Finaldi-Russo, P., Generale, A., 2006. The causes and consequences of venture capital financing. An analysis based on a sample of Italian firms, Temi di discussione del servizio studi, Banca d’Italia, Nr. 584
f) Berk, J., De Marzo, P., 2018. Finanza Aziendale 1, 4° edizione, Pearson, §13.1, §13.2, §13.3, §13.5, §13.6, §13.7 e appendice)
g) Fidanza, B., 2003. Le determinanti del rendimento delle attività rischiose, Morlacchi Editore (§1.3, §1.3.1, §2.1, §2.2, §2.3, §2.3.1, §2.3.2, §2.3.4, §2.3.9, §2.4.1, §2.4.2, §2.4.3)
h) Venanzi, D., 2010. Il puzzle della struttura finanziaria, Pearson-Prentice Hall (§3.9, §3.10)
i) Switzer, L.N., 2010. The behaviour of small cap vs. large cap stocks in recessions and recoveries: Empirical evidence for the United States and Canada, North American Journal of Economics and Finance 21, pp. 332-346
j) Cole, R.A., 2013. What do we know about the capital structure of privately held US firms? Evidence from the Surveys of Small Business Finance, Financial Management 42 (4), pp. 777-813
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SECS-P/09
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |