Docente
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GIOSI MARCO
(programma)
Il Corso di quest'anno verterà sul trinomio dialogo/humanitas/narrazione, all’insegna di una riflessione filosofico-educativa in merito all’abitare la dimensione dell’umano, nell’odierna “età della tecnica”. La preoccupazione per il valore intrinsecamente umanistico dell’educazione, che anima il presente Corso, costituisce una esplicita presa di posizione contro le possibili derive e rischi di una visione dell’uomo sempre più segnata dall'invadenza della tecnica intesa come fine, non come mezzo; dalla riduzione dell’educazione a logiche puramente utilitaristiche e sistemico-funzionaliste; da una spersonalizzazione della relazione educativa, la quale diventa oggetto sempre più, appunto, di un processo di “sterilizzazione pedagogica” che vorrebbe svuotare di sostanza, peso, contenuto, il percorso formativo dei giovani "soggetti in formazione", all'insegna di una illusoria ed effimera esigenza di formalizzazione, di quantificazione degli apprendimenti e dell'insegnamento. L'idea dell'abitare alla quale intendiamo riferirci è quella propria di un soggetto umano il quale, attraverso la dimensione narrativa, la parola e la scrittura, il discorso e la lettura, la letteratura e le arti, sia indotto a promuovere un arricchimento emancipativo di sé e della propria capacità di creare e comprendere significati, valori, vocabolari, testi, simboli. Centrale, nella nostra prospettiva di analisi, il nesso e l’analogia esistenti tra la dimensione del linguaggio e quella della città, della polis intesa come luogo dell’umano. Tuttavia, l’umano e il disumano, da sempre, convivono all’interno della città degli uomini, e il nostro abitare questa città è perennemente esposto all’espropriazione, all’esilio, al dolore, alla vulnerabilità, alla negazione di sé e dell’altrui persona: la lettura dell’Antigone di Sofocle, prevista nel presente Corso, toccherà tale tematica connessa alla dialettica tra riconoscimento e disumanizzazione. L'altro testo di Giosi, ossia "Pedagogia della cura e integrazione sociale", fa riferimento alla crucialità della cura come attitudine costitutiva dell’antropologia della persona umana, assumendo una cruciale rilevanza etico-politica soprattutto in riferimento al tema della vulnerabilita del soggetto/ persona, della sua dipendenza dalle cure altrui, del necessario e dovuto riconoscimento sociale e giuridico nei confronti della sua peculiare condizione. All’interno di uno spazio pubblico, politico, entro una prospettiva di giustizia sociale, di riconoscimento di diritti delle persone aventi differenti gradi di integrita psico-fisica, la questione della cura si lega, in maniera essenziale, alle problematiche attinenti al tema della dipendenza, della vulnerabilita, dell’autonomia, del riconoscimento.
Il principio pedagogico-educativo che si pone alla base del presente corso, è quello del dialogo: Dialogo come fondamento della stessa relazione educativa; tale dialogare appartiene alla natura intima del pensare, del conoscere, dell'apprendere e dell'insegnare. Dalla pratica pedagogica socratica all’esperienza pedagogica di Don Milani, passando per la relazione io-tu descritta da Martin Buber. Dialogo come spazio sociale, politico attraversato da una dialettica tra identità e differenza, tra solitudine e comunità, per usare le parole del filosofo dell’educazione Stanley Cavell. Il testo di Marco Giosi, L’esperienza educativa e i suoi linguaggi: dialogo, narrazione, humanitas, intende offrire chiavi di lettura e di interpretazione di questioni che toccano l'attuale condizione educativa: l'educazione alla cittadinanza; i processi di alfabetizzazione della persona, tra oralità, scrittura, lettura; lo studio dei classici; l’analisi dell’ esperienza estetica sul fronte del "simbolico"; l'analisi dell'impatto dei media e delle nuove tecnologie elettronico-digitali sui processi cognitivi, percettivi, emotivi e immaginativi della persona del bambino/adolescente. La riflessione filosofico-educativa sui saperi dell’educazione e sullo stesso statuto epistemologico della disciplina. Lo studio del testo di Jean Paul Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, costituisce un richiamo ad un “impegno” personale, etico, che concepisce l’uomo come “costruttore” di un umanismo attraverso scelte e pratiche di reciproco riconoscimento interumano, senza “garanzie” di ordine divino o trascendente Una parte del programma viene dedicata alla prima infanzia e alle applicazioni ai contesti educativi per l’infanzia", in riferimento a quanto indicato nel Decreto 378/2018, allegato B.
(testi)
M. Giosi, L'esperienza educativa e i suoi linguaggi. Dialogo, narrazione, humanitas, Roma, Anicia, 2019 M. Giosi, Pedagogia della cura e integrazione sociale, Anicia, Roma, 2019. J.P. Sartre, L'esistenzialismo è un umanismo, Milano, Mursia, 2012
Laboratorio da 3 CFU:
Un testo a scelta tra: Sofocle, Antigone, Milano, Mondadori, 2002 T. Mann, La montagna incantata (qualsivoglia edizione)
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