Insegnamento
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21801908 -
METODI QUANTITATIVI DI VALUTAZIONE DELLE POLITICHE PUBBLICHE
(obiettivi)
IL CORSO SI PROPONE DI FAR CONOSCERE ALLO STUDENTE I PIÙ DIFFUSI STRUMENTI QUANTITATIVI DI VALUTAZIONE DI PROGRAMMI E PROGETTI, TENUTO CONTO DELLE PIÙ INTERESSANTI ESPERIENZE INTERNAZIONALI IN MATERIA. PARTICOLARE RILIEVO VIENE ATTRIBUITO AI METODI E ALLE TECNICHE DI VALUTAZIONE PROMOSSE O ATTUATE DALLA COMMISSIONE EUROPEA NELL’AMBITO DELL’ESPERIENZA DEI FONDI STRUTTURALI.
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DE CASTRIS MARUSCA
( programma)
PROGRAMMA
1. RICHIAMO ALL’ITER DI FORMAZIONE DELLE DECISIONI DI SPESA. LE FASI DEL “CICLO DI VITA” DELLA SPESA: L’ANALISI, LA PROGETTAZIONE, L’INTERVENTO, IL CONTROLLO. RISCONTRO DI ALCUNE PROCEDURE DI VALUTAZIONE IN VIGORE PRESSO ALTRI PAESI: LA PROGRAMMAZIONE STRATEGICA IN USA, UK E FRANCIA. 2. IL RUOLO DELLA PA NEL SISTEMA ECONOMICO E LA SUA MISURAZIONE CONTABILE ATTRAVERSO IL SEC 95. IL LIVELLO TERRITORIALE (DISAGGREGATO) DELL’ANALISI: SEC-REG E ALTRE FONTI. 3. FONDAMENTI CONCETTUALI DELLA VALUTAZIONE. LE RELAZIONI TRA INPUT, OUTPUT E OUTCOME. INDICATORI E TECNICHE STATISTICHE NELLE DIVERSE FASI DELLA VALUTAZIONE. 4. MODELLI STATISTICI PER L’ANALISI DI IMPATTO: ANALISI DELL’ATTIVAZIONE PRODUTTIVA (MODELLO INPUT-OUTPUT); ANALISI DEGLI EFFETTI INTERISTITUZIONALI (MATRICE DI CONTABILITÀ SOCIALE). STUDI DI CASO ED ESEMPLIFICAZIONI. 5. VALUTAZIONE E SELEZIONE DEI PROGETTI DI INVESTIMENTO PUBBLICO. GLI STUDI DI FATTIBILITÀ. L’ANALISI COSTI-BENEFICI. L’ANALISI MULTICRITERI. STUDI DI CASO ED ESEMPLIFICAZIONI. 6. L’ANALISI DI IMPATTO DELLA REGOLAMENTAZIONE NELL’ORDINAMENTO ITALIANO: STRUMENTAZIONE TECNICA ED ESPERIENZA ACQUISITA. 7. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLE POLITICHE DI AIUTO AGLI INVESTIMENTI. METODI SPERIMENTALI E NON SPERIMENTALI. L’APPROCCIO CONTROFATTUALE E I MODELLI UTILIZZATI NEI METODI NON SPERIMENTALI. STUDI DI CASO ED ESEMPLIFICAZIONI. 8. RAPPRESENTAZIONE DEI PROCESSI DECISIONALI DELL’ATTIVITÀ CORRENTE DELLA PA. I FONDAMENTI CONCETTUALI DELLA VALUTAZIONE: EFFICIENZA, PRODUTTIVITÀ, ECONOMICITÀ, EFFICACIA, QUALITÀ E SOSTENIBILITÀ. CENNI SU FUNZIONI DI PRODUZIONE O DI COSTO NELLA PA E SULLA DEA. STUDI DI CASO ED ESEMPLIFICAZIONI.
( testi)
1. 1.A F. ARCHIBUGI, DA BUROCRATE A MANAGER. LA PROGRAMMAZIONE STRATEGICA IN ITALIA: PASSATO, PRESENTE E FUTURO, RUBBETTINO, 2008, PAR. 2.2, PP. 33-70; OPPURE, IN ALTERNATIVA: 1.B A. MARTINI, M. SISTI, “INDICATORI O ANALISI DI PERFORMANCE? IMPLICAZIONI DELL’ESPERIENZA STATUNITENSE DI PERFORMANCE MEASUREMENT”, RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL’AMMINISTRAZIONE, 2002, N. 2, PP. 31-61. 2. 2.A E. GIOVANNINI, R. MALIZIA, “LA MISURAZIONE STATISTICA DELL’ATTIVITÀ DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE NELL’UE”, ECONOMIA ITALIANA, 2002, N. 2, (ESCLUSO PAR. 4), PP. 349-80.
2.B C. MAZZIOTTA, DISPENSE DIDATTICHE SU RASSEGNA DELLE PRINCIPALI FONTI STATISTICO-ECONOMICHE PER L’ANALISI E LA VALUTAZIONE DELLE POLITICHE, ROMA, 2008. 3. EC STRUCTURAL FUNDS, EVALUATING SOCIO-ECONOMIC PROGRAMMES, MEANS COLLECTION, LUXEMBOURG, 1999, VOL. 2, CAP. I, PP. 15-44; VOL. 3, INTRODUCTION, PP. 11-14; CAP. I, PP. 39-45; 81-102;115-127; CAP. II, PP. 167-178; 193-216. 4. R. GUARINI, F. TASSINARI, STATISTICA ECONOMICA, IL MULINO, BOLOGNA, 2000, CAP. 5, PP.155-74; CAP. 6 (ESCLUSO PAR. 3), PP. 175-193. 5. 5.A AA.VV., LA VALUTAZIONE DEI COSTI E DEI BENEFICI NELL’ANALISI DI IMPATTO DELLA REGOLAMENTAZIONE, DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA, ANALISI E STRUMENTI PER L’INNOVAZIONE, RUBBETTINO EDITORE, 2001 (SCARICABILE DAL SITO DEL DIPARTIMENTO DELLA FP), CAP. 2, PP. 36-57; CAP. 3, PP. 58-99. LETTURA CONSIGLIATA DEI CAPP. 1, 4, 5.
5.B C. MAZZIOTTA, CENNI INTRODUTTIVI SULL’ANALISI MULTICRITERI, DISPENSE AD USO DIDATTICO, ROMA 2011. 6. C. MAZZIOTTA, “LA STRUMENTAZIONE QUANTITATIVA PER L’ANALISI DI IMPATTO DELLA REGOLAZIONE. QUESTIONI DI METODO E APPLICAZIONI”, IN M. DE BENEDETTO (A CURA DI), SPIAGGE IN CERCA DI REGOLE, COLLANA AREL, IL MULINO, BOLOGNA, 2011. 7. A. MARTINI, M. SISTI, VALUTARE IL SUCCESSO DELLE POLITICHE PUBBLICHE, IL MULINO, 2009, CAPP. VI (PP. 137-148), VII (PP. 149-158), IX (PP. 185-200), X, PAR. 1 (PP. 202-208). PER IL PROGRAMMA DA 9 CFU: TUTTO CAP. X (PP. 201-220). 8. F. VIDOLI, DATA ENVELOPMENT ANALYSIS. RASSEGNA DEI PRINCIPALI CONTRIBUTI ED APPLICAZIONI, DISPENSE AD USO DIDATTICO, 2007.
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SECS-S/03
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21801984 -
DIRITTO AMMINISTRATIVO DELL'ECONOMIA
(obiettivi)
IL CORSO SI PROPONE DI FAR ACQUISIRE CONOSCENZE E COMPETENZE GIURIDICHE RIGUARDO LE FORME DELL’INTERVENTO PUBBLICO NELL’ECONOMIA IN UN SISTEMA DI MERCATO, CON PARTICOLARE RIGUARDO AI PROCEDIMENTI E ALLE ISTITUZIONI CHE IN QUESTO AMBITO SVOLGONO FUNZIONI DI REGOLAZIONE E CONTROLLO.
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DE BENEDETTO MARIA
( programma)
STATO E MERCATO DAL PUNTO DI VISTA DELLA COSTITUZIONE ECONOMICA. L’IMPRESA PUBBLICA IL RILIEVO DELLA DISCIPLINA EUROPEA: LIBERALIZZAZIONI MODELLI ORGANIZZATIVI: IN PARTICOLARE, LE AUTORITÀ AMMINISTRATIVE INDIPENDENTI DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA: ASPETTI ISTITUZIONALI (L’AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO) DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA: ASPETTI SOSTANZIALI A. GLI ILLECITI CONCORRENZIALI: INTESE E ABUSI DI POSIZIONE DOMINANTE B. LE CONCENTRAZIONI DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA: ASPETTI PROCEDIMENTALI GLI AIUTI DI STATO ALLE IMPRESE I SERVIZI PUBBLICI: IL REGIME TRADIZIONALE I SERVIZI PUBBLICI : LA DISCIPLINA ATTUALE (LIBERALIZZAZIONE, CONCORRENZA, REGOLAZIONE, SERVIZIO UNIVERSALE) I SERVIZI PUBBLICI: LE DISCIPLINE SPECIALI A. ENERGIA ELETTRICA E GAS; B. TRASPORTI DI LINEA; C. COMUNICAZIONI ELETTRONICHE; D. SERVIZI POSTALI IL CONTROLLO SUI MERCATI FINANZIARI: CREDITO, MERCATO MOBILIARE, ASSICURAZIONI IL CONTROLLO DELLA FINANZA PUBBLICA PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO E ORDINE DEL MERCATO: IL PROBLEMA IN GENERALE I COSTI DELL’ISTRUTTORIA AMMINISTRATIVA LA QUALITÀ DELLA REGOLAZIONE: OBIETTIVI E STRUMENTI
( testi)
S. CASSESE, LA NUOVA COSTITUZIONE ECONOMICA, BARI, LATERZA, 2004; M. DE BENEDETTO, ISTRUTTORIA AMMINISTRATIVA E ORDINE DEL MERCATO, TORINO, GIAPPICHELLI, 2008 M. DE BENEDETTO, M. MARTELLI, N. RANGONE, LA QUALITÀ DELLE REGOLE, BOLOGNA, IL MULINO, 2011
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7
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IUS/10
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21801991 -
POLITICA ECONOMICA EUROPEA E DELLE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI
(obiettivi)
LE LEZIONI DEL CORSO INIZIERANNO LUNEDÌ 2 MARZO 2015
DOCENTE GIAN CESARE ROMAGNOLI
VALIDO PER I CORSI DI STUDIO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI (7 CFU), STUDI EUROPEI (8 CFU) E STUDI INTERNAZIONALI (8 CFU).
PRESENTAZIONE E OBIETTIVI FORMATIVI
IL CORSO OFFRE ALLO STUDENTE UN PANORAMA COMPLETO DEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE ECONOMICA E MONETARIA NEL QUADRO DELLE POLITICHE SEGUITE DALLE ISTITUZIONI ECONOMICHE INTERNAZIONALI E DALLE REGIONI PLANETARIE. SI ANALIZZANO I COSTI E I BENEFICI DELLE UNIONI MONETARIE E LE POSSIBILITÀ DEL CONTEMPERAMENTO DEGLI OBIETTIVI E DEGLI STRUMENTI DELLA POLITICA ECONOMICA E FINANZIARIA DEGLI STATI MEMBRI E DELLE UNIONI MONETARIE. IL RIFERIMENTO PRINCIPALE È QUELLO EUROPEO NEL PROCESSO DI GLOBALIZZAZIONE DEI MERCATI. IL CORSO È FINALIZZATO ALL’ANALISI DEI MODELLI CHE GENERANO LE CRISI FINANZIARIE E LE SCELTE PUBBLICHE SUI TEMI ESPLICITATI NEI TRATTATI, NEL PATTO DI STABILITÀ E CRESCITA, NELLA RIFORMA DELLA GOVERNANCE EUROPEA CHE DOMINA L'ODIERNO DIBATTITO POLITICO ED ECONOMICO IN EUROPA E NEL MONDO.
ARTICOLAZIONE DELL'INSEGNAMENTO
IL CORSO SI ARTICOLA INFORMALMENTE IN DUE MODULI, IL PRIMO DI 4 E IL SECONDO DI 3-4 CFU, A SECONDA DEL CORSO DI LAUREA DI APPARTENENZA. ESSI SONO LEGATI DALLA FINALITÀ DI ESAMINARE I PROCESSI DI INTEGRAZIONE ECONOMICA E MONETARIA ATTRAVERSO L’ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE COMMERCIALI E LA FORMAZIONE DI AREE VALUTARIE REGIONALI. VENGONO ANALIZZATI GLI ELEMENTI NECESSARI PER LA DEFINIZIONE DI NUOVE REGOLE NEI RAPPORTI DI POLITICA ECONOMICA TRA GLI STATI SOVRANI MEMBRI DELL’UNIONE EUROPEA E TRA QUESTA REGIONE PLANETARIA E IL RESTO DEL MONDO.
IL PRIMO MODULO TRATTA LE DIVERSE FASI DEI PROCESSI DI INTEGRAZIONE ECONOMICA ATTUATO DALLE ISTITUZIONI ECONOMICHE INTERNAZIONALI ALL'INTERNO DEI DIVERSI SISTEMI MONETARI INTERNAZIONALI E I COSTI E I BENEFICI DELLE UNIONI MONETARIE COMPLETE E INCOMPLETE NEL CONTESTO DELLA TEORIA DELLE AREE VALUTARIE OTTIMALI.
IL SECONDO MODULO TRATTA I PROBLEMI DELLA TRANSIZIONE VERSO UN'UNIONE MONETARIA COMPLETA E IL COORDINAMENTO DELLE POLITICHE MACRO MONETARIE E FISCALI NELLE UNIONI MONETARIE FINALIZZATO ALLA STABILITÀ MONETARIA, ALLA STABILITÀ FINANZIARIA, ALL'INTEGRAZIONE DEI MERCATI FINANZIARI, AL CONTROLLO DEL CICLO ECONOMICO INTERNAZIONALE. IL CORSO DA 8 CFU INCLUDE L'INTRODUZIONE DEL RAPPORTO CESIFO ON THE EUROPEAN ECONOMY.
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ROMAGNOLI GIAN CESARE
( testi)
TESTI D'ESAME
APPUNTI DELLE LEZIONI SULLE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI PER I FREQUENTANTI E ALTRI SAGGI PER I NON FREQUENTANTI.
P. DE GRAUWE - "ECONOMIA DELL’UNIONE MONETARIA", IL MULINO, BOLOGNA, 2013.
IL PRIMO MODULO DA 4 CFU RIGUARDA, PER I FREQUENTANTI, GLI APPUNTI DELLE LEZIONII SULLE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI E, PER I NON FREQUENTANTI, I SAGGI DI E.GRILLI E F: SCHNEIDER PUBBLICATI IN CORSETTI G.,REY G.M., ROMAGNOLI G.C. (2001), IL FUTURO DELLE RELAZIONI ECONOMICHE INTERNAZIONALI, FRANCO ANGELI, MILANO, 2001. CAPP. 1-3 DI DE GRAUWE.
IL SECONDO MODULO DA 3 CFU, PER L'ESAME COMPLESSIVO DA 7 CFU, RIGUARDA SOLTANTO I CAPP. 4-11 DI DE GRAUWE.
IL SECONDO MODULO DA 4 CFU, PER L'ESAME COMPLESSIVO DA 8 CFU, OLTRE A DE GRAWE,COMPRENDE ANCHE IL SAGGIO DI G.C. ROMAGNOLI, "L'UNIONE MONETARIA EUROPEA: UNA REALTA' TRA CRISI E SUCCESSI", IN O. MARZOVILLA E G.C. ROMAGNOLI (A CURA DI), L'UNIONE MONETARIA EUROPEA: REALTA' IN CRISI E MODELLO DI INTEGRAZIONE MONETARIA INTERNAZIONALE, FRANCOANGELI, MILANO, PP. 15-67. LETTURA CONSIGLIATA PER TUTTI: EAAG - CESIFO, SUMMARY DEL "REPORT ON THE EUROPEAN ECONOMY 2013", MONACO, 2014. IL SOMMARIO DEL RAPPORTO DELL'ANNO IN CORSO SI PUÒ SCARICARE DAL SITO SEGUENTE: HTTP://WWW.CESIFO-GROUP.DE/PORTAL/PAGE/PORTAL/IFOHOME/B-POLITIK/70EEAGREPORT OPPURE DA INTERNET ATTRAVERSO IL TITOLO.
PER GLI STUDENTI DEGLI ORDINAMENTI PREVIGENTI CHE DEVONO SOSTENERE 6 CFU:
TESTI D'ESAME:
P. DE GRAUWE, ECONOMIA DELL'UNIONE MONETARIA, IL MULINO, BOLOGNA 2010, CAPP.1-11.
N. ACOCELLA, POLITICA ECONOMICA E STRATEGIE AZIENDALI, CAROCCI EDITORE, ROMA, 2011 CAPP. 16 E 17 PER IL CORSO DA 7 CFU CUI SIAGGIUNGONO I CAPP. 18, 19 E 20 PER IL CORSO DA 8 CFU.
LETTURA CONSIGLIATA:
IL RAPPORTO CESIFO SUDDETTO.
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SECS-P/02
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21801993 -
STORIA DEGLI ORDINAMENTI AMMINISTRATIVI E GIUDIZIARI
(obiettivi)
IL CORSO PROPONE DI ANALIZZARE LA DIMENSIONE STORICA DEL DIRITTO AMMINISTRATIVO A PARTIRE DALLE SUE ORIGINI ATTRAVERSO L''ANALISI DIRETTA DI FONTI MEDIEVALI E MODERNE E DI SVILUPPARE NELLO STUDENTE LA CAPACITÀ DI RIFLESSIONE E APPROFONDIMENTO DI TEMI A SCELTA TRA QUELLI CONCORDATI CON IL DOCENTE.
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7
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IUS/19
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56
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
21802032 -
ORGANIZZAZIONE PUBBLICA
(obiettivi)
IL CORSO SI PROPONE DI ANALIZZARE, SEGUENDO UN METODO TEORICO-PRATICO, ALCUNI DEI PROFILI PIÙ SIGNIFICATIVI DELLA REGOLAZIONE GIURIDICA DELLE ORGANIZZAZIONI AMMINISTRATIVE PUBBLICHE, TENENDO CONTO DEGLI SVILUPPI DEL QUADRO ISTITUZIONALE, DELLE RIFORME NORMATIVE INTERVENUTE NEGLI ULTIMI ANNI, DELL'EVOLUZIONE DELLA GIURISPRUDENZA E DEL DIBATTITO DOTTRINALE. IN PARTICOLARE, VERRANNO APPROFONDITI GLI ASPETTI RIGUARDANTI IL SISTEMA DELLE FONTI DI ORGANIZZAZIONE DEI PUBBLICI UFFICI E LE RELAZIONI FRA POLITICA E AMMINISTRAZIONE; SI AFFRONTERANNO, INOLTRE, LE QUESTIONI RELATIVE AI NESSI FRA LA DEFINIZIONE DEGLI ASSETTI ORGANIZZATIVI E LA GESTIONE DEL PERSONALE NELLE PUBBKICHE AMMINISTRAZIONI
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D'ALESSIO GIANFRANCO
( programma)
1. L'ORGANIZZAZIONE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI: A) NOZIONI GENERALI SULL'ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA B) EVOLUZIONE STORICA DELL'ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA C) MODELLI E RELAZIONI ORGANIZZATIVA D) L'ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA STATALE E NON STATALE
2. IL SISTEMA DELLE FONTI DI ORGANIZZAZIONE DEGLI UFFICI PUBBLICI: A) I PRINCIPI COSTITUZIONALI B) LA "MACRO-ORGANIZZAZIONE": - FONTI LEGISLATIVE, STATUTI E REGOLAMENTI - ATTI AMMINISTRATIVI GENERALI C) LA "MICRO-ORGANIZZAZIONE": - LE DETERMINAZIONI ORGANIZZATIVE DEI DIRIGENTI
3. I RAPPORTI FRA POLITICA E AMMINISTRAZIONE E LA DIRIGENZA A) QUADRO DI RIFERIMENTO EUROPEO E LEGISLAZIONE ITALIANA SUI RAPPORTI FRA POLITICA E AMMINISTRAZIONE B) RUOLO ISTITUZIONALE, STRUTTURA E FUNZIONI DELLA DIRIGENZA PUBBLICA: - DIRIGENZA FIDUCIARIA E DIRIGENZA PROFESSIONALE - MODALITÀ DI RECLUTAMENTO E DI NOMINA DEI DIRIGENTI - VALUTAZIONE E RESPONSABILITÀ DEI DIRIGENTI
4. LA DISCIPLINA DEL LAVORO PUBBLICO A) ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE UMANE B) IL RAPPORTO DI LAVORO ALLE DIPENDENZE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI (LINEE GENERALI)
( testi)
G. SCIULLO, L’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA, GIAPPICHELLI,TORINO, 2013. G. D’ALESSIO, LA DISCIPLINA DEL LAVORO NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI TRA PUBBLICO E PRIVATO, IN “IL LAVORO NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI”, 2012, N. 1, PP. 1-29. F. BASSANINI, I PRINCIPI COSTITUZIONALI E IL QUADRO ISTITUZIONALE: DISTINZIONE FRA POLITICA E AMMINISTRAZIONE, AUTONOMIA E RESPONSABILITÀ DELLA DIRIGENZA”, IN “L’AMMINISTRAZIONE COME PROFESSIONE” (A CURA DI G. D’ALESSIO), IL MULINO, BOLOGNA, 2008, PP. 31-61. G. D’ALESSIO, DIRIGENZA PUBBLICA, IN “DITITTO ON LINE”, SU WWW.TRECCANI.IT G. D’ALESSIO, LA DISCIPLINA POLITICA DELLA DIRIGENZA PUBBLICA E I RAPPORTI FRA POLITICA E AMMINISTRAZIONE, IN “LA CLASSE DIRIGENTE PUBBLICA. RUOLO DI GOVERNO E CAPACITÀ AMMINISTRATIVA”, EDIESSE, ROMA, 2013, PP. 51-67. D. BOLOGNINO-G. D’ALESSIO, IL DIRIGENTE COME SOGGETTO “ATTIVO” E “PASSIVO” DELLA VALUTAZIONE, IN “ASTRID RASSEGNA”, N. 124, 2010, SU WWW.ASTRID.EU G. D’ALESSIO, LE PROSPETTIVE DI MODIFICA DEL QUADRO LEGISLATIVO IN MATERIA DI LAVORO PUBBLICO, IN “DIRITTI LAVORI MERCATI”, 2013, N. 3, PP. 603-633. A. BOSCATI, LA POLITICA DEL GOVERNO RENZI PER IL SETTORE PUBBLICO TRA CONSERVAZIONE E INNOVAZIONE: IL CIELO ILLUMINATO DIVERRÀ LUCE PERPETUA?, SU WP CSDLE”MASSIMOD’ANTONA”.IT , 228/2014
N.B. ALCUNI DI QUESTI TESTI SONO PUBBLICATI NEI “MATERIALI DIDATTICI”
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IUS/09
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21810005 -
ALTRE ATTIVITA' FORMATIVE DA 7 CFU
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Ulteriori attività formative (art.10, comma 5, lettera d)
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Ulteriori attività formative (art.10, comma 5, lettera d)
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2
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16
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Ulteriori attività formative (art.10, comma 5, lettera d)
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1
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8
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Ulteriori attività formative (art.10, comma 5, lettera d)
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