Insegnamento
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CFU
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SSD
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Ore Lezione
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Ore Eserc.
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Ore Lab
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Ore Studio
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Attività
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Lingua
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21801058 -
METODI STATISTICI DI VALUTAZIONE DI POLITICHE E DEI SERVIZI PUBBLICI
(obiettivi)
IL CORSO SI PROPONE DI CONSENTIRE ALLO STUDENTE DI CONOSCERE ED UTILIZZARE
GLI STRUMENTI QUANTITATIVI E STATISTICI ATTRAVERSO I QUALI VIENE NORMALMENTE
SVOLTA L’ATTIVITÀ DI VALUTAZIONE DELLE POLITICHE E DEI SERVIZI PUBBLICI. IL RILIEVO
DEL CORSO È DIRETTAMENTE CORRELATO CON L’IMPORTANZA SEMPRE MAGGIORE CHE
ALL’ATTIVITÀ DI VALUTAZIONE DELLA SPESA PUBBLICA VIENE ATTRIBUITA IN SEDE
NAZIONALE (INCIPIENTE ESPERIENZA DEI NUCLEI DI VALUTAZIONE) E IN SEDE
COMUNITARIA (ESPERIENZA DEI FONDI STRUTTURALI). IL CORSO SARÀ SVOLTO ATTRAVERSO
LEZIONI FRONTALI, SEMINARI, DISCUSSIONI DI CASI DI STUDIO.
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MAZZIOTTA CLAUDIO
( programma)
MODULO I: RICHIAMO ALL’ITER DI FORMAZIONE DELLE DECISIONI DI SPESA. LE FASI
DEL “CICLO DI VITA” DELLA SPESA. FONDAMENTI CONCETTUALI DELLA VALUTAZIONE.
MODELLI STATISTICI PER L’ANALISI DI IMPATTO. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DEI PROGETTI
DI INVESTIMENTO PUBBLICO.
MODULO II: VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLE POLITICHE DI AIUTO AGLI INVESTIMENTI.
RAPPRESENTAZIONE DEI PROCESSI DECISIONALI DELL’ATTIVITÀ CORRENTE DELLA PA. I
FONDAMENTI CONCETTUALI DELLA VALUTAZIONE. CENNI SULLA TEORIA DELLA REGOLA-ZIONE.
EFFICIENZA IN DOMINANZA E FRONTIERE DI EFFICIENZA FDH (FREE DISPO-SAL
HULL). PREGI E IMITI DELL’APPROCCIO FDH E CENNI SULLA DEA (DATA ENVE-LOPMENT
ANALYSIS) E SULLE FRONTIERE PARAMETRICHE.
( testi)
MODULO I: E. GIOVANNINI, R. MALIZIA, “LA MISURAZIONE STATISTICA DELL’ATTIVITÀ
DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE NELL’UE”, ECONOMIA ITALIANA, 2002, N. 2,
PP.349-80.; EC STRUCTURAL FUNDS, EVALUATING SOCIO-ECONOMIC
P R O G R A M M E S, MEANS COLLECTION, LUXEMBOURG, 1999, VOL. 2, CAP. I, PP.
15-44; R. GUARINI, F. TASSINARI, STATISTICA ECONOMICA, IL MULINO, BOLOGNA,
2000, CAP. 5, PP.155-74; M. FLORIO, LA VALUTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI PUB -BLICI.
VOLUME PRIMO, PRINCIPI E METODI DI ANALISI, IL MULINO, 1991, CAP. 3, PP.
52-84.
MODULO II: D. BONDONIO, “LA VALUTAZIONE DI IMPATTO DEI PROGRAMMI DI INCENTI -VO
ALLO SVILUPPO ECONOMICO” ECONOMIA PUBBLICA, N.6, 1998, PP. 23-52.
M. DE CASTRIS, DISPENSE DELLE LEZIONI, 2004; G. SALZANO, DISPENSE DELLE
L E Z I O N I, 2004; G. SALZANO, DISPENSE DELLE LEZIONI, 2004; G. SALZANO,
DISPENSE DELLE LEZIONI, 2004.
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9
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SECS-S/01
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60
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21801322 -
DIRITTO DEL LAVORO
(obiettivi)
IL CORSO SI PROPONE DI FORNIRE LE NOZIONI DI BASE DEL DIRITTO DEL LAVORO, IN PARTICOLARE,NELL’AMBITO DEL RAPPORTO DI LAVORO PRIVATO E DEL RAPPORTO DI LAVORO
CON LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI.
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ROMEI ROBERTO
( programma)
IL CORSO È ARTICOLATO IN 3 MODULI.
MODULO I: IL RAPPORTO DI LAVORO: NOZIONI GENERALI.
MODULO II: IL RAPPORTO DI LAVORO PRIVATO.
MODULO III: IL RAPPORTO DI LAVORO CON LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI.
PROGRAMMA
MODULO I: IL RAPPORTO DI LAVORO: EVOLUZIONE STORICA. LA SUBORDINAZIONE. IL
RAPPORTO DI LAVORO STANDARD E LE DIVERSE TIPOLOGIE DI RAPPORTI DI LAVORO. LA
RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO. IL DIRITTO SINDACALE E LE SUE FONTI. LIBERTÀ
SINDACALI. LE RAPPRESENTANZE DEI LAVORATORI.
MODULO II: IL RAPPORTO DI LAVORO PRIVATO: I POTERI DEL DATORE DI LAVORO. IL POTE-RE
DIRETTIVO. IL POTERE DI CONTROLLO. MANSIONI E QUALIFICA DEL LAVORATORE. IL
POTERE DISCIPLINARE. LA RETRIBUZIONE. LA CESSAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO.
LICENZIAMENTI INDIVIDUALI E COLLETTIVI. CONDOTTA ANTISINDACALE. LA CONTRATTA-ZIONE
COLLETTIVA. SCIOPERO NEI SERVIZI ESSENZIALI.
MODULO III: IL RAPPORTO DI LAVORO CON LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI: IL RAPPOR-TO DI PUBBLICO IMPIEGO ALLE ORIGINI. RAPPORTO ORGANICO E RAPPORTO DI SERVIZIO.
L’ORIGINE NON CONTRATTUALE DEL RAPPORTO DI LAVORO. LA LEGGE QUADRO DEL 1983. LA PROGRESSIVA CONTRATTUALIZZAZIONE DEL RAPPORTO. IL D.LGS. N. 29 DEL
1993 E LE SUCCESSIVE MODIFICAZIONI. CONTRATTUALIZZAZIONE E FUNZIONALIZZA-ZIONE
AD INTERESSI PUBBLICI. IL SISTEMA DELLE FONTI. L’APPLICAZIONE AL RAPPORTO
DI LAVORO CON LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI DELLA DISCIPLINA DEL RAPPORTO DI
LAVORO PRIVATO. LA DISCIPLINA DEL RAPPORTO DI LAVORO. L’ESTINZIONE DEL RAPPOR-TO.LA DIRIGENZA PUBBLICA. L’ORGANIZZAZIONE SINDACALE DEI PUBBLICI DIPENDENTI.
LA RAPPRESENTATIVITÀ SINDACALE NEL SETTORE PUBBLICO. IL MODELLO DI
REGOLAZIONE PRIMA DELLA CD. LEGGE QUADRO. IL D.LGS. N. 29 DEL 1993 (ORA
D.LGS. 165/2001). IL CONTRATTO COLLETTIVO NEL SETTORE PUBBLICO. LA DISCIPLINA.
( testi)
TESTI DI RIFERIMENTO: G.GIUGNI, DIRITTO SINDACALE, ULTIMA EDIZIONE, CACUCCI,
BARI; E. GHERA, DIRITTO DEL LAVORO, COMPENDIO, CACUCCI, BARI, 2003.
PER LO STUDIO DEL RAPPORTO DI LAVORO CON LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI I TESTI
DI RIFERIMENTO SARANNO INTEGRATI CON ALTRO MATERIALE DIDATTICO.
CODICE DEL LAVORO: ED. GIURIDICHE SIMONE, 2008, EDITIO MINOR.
È ALTRESÌ CONSENTITA LA PREPARAZIONE DELL’ESAME ANCHE SU ALTRI TESTI A SCELTA
TRA I SEGUENTI: F. CARINCI, R. DE LUCA TAMAJO, P. TOSI, T. TREU, IL DIRITTO SIN
DACALE; IL RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO, ULTIMA EDIZIONE, UTET, TORINO.; R.DEL PUNTA, DIRITTO DEL LAVORO, GIUFFRÈ, MILANO
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9
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IUS/07
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60
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21201428 -
ECONOMIA DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI
(obiettivi)
LE RELAZIONI INDUSTRIALI SONO MATERIA DI STUDIO PRETTAMENTE INTERDISCIPLINARE. OGGETTO DEL FENOMENO COSÌ DENOMINATO È L’INSIEME DELLE RELAZIONI INTERCORRENTI TRA I SOGGETTI SOCIALI (GOVERNO, ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI, SINDACATI) FINALIZZATE ALLA REGOLAZIONE DEL MERCATO DEL LAVORO E DEI RAPPORTI DI LAVORO, DELLA POLITICA DEI REDDITI, DEL WELFARE, ECC., A LIVELLO NAZIONALE, DI SETTORE ECONOMICO MA ANCHE TERRITORIALE E AZIENDALE. DALLE RELAZIONI TRA I SOGGETTI CITATI SCATURISCONO, NORMALMENTE E FISIOLOGICAMENTE, INTESE CHE SONO VOLTE A DISCIPLINARE SIA GLI ASPETTI GIURIDICI E ISTITUZIONALI DEI SINGOLI ISTITUTI REGOLATI, CHE I PROFILI ECONOMICI DEGLI STESSI. INOLTRE, DEVE ESSERE INQUADRATO NELL’AMBITO DELLA CARTA COSTITUZIONALE ANCHE IL FENOMENO CONCERTATIVO, CHE È IL METODO TUTT’ORA IN USO PER IL CONSEGUIMENTO DEI RISULTATI CONDIVISI DA PARTE DEGLI ATTORI SOCIALI IN QUESTIONE. OBIETTIVO DEL CORSO È QUELLO DI FORNIRE AGLI STUDENTI LE CONOSCENZE DI BASE DEL FENOMENO COSÌ SOMMARIAMENTE DESCRITTO, CONSIDERANDO CHE ESSO INTERESSA L’INTERA ECONOMIA DI MERCATO E CHE AD ESSO NON SFUGGE, DA ORMAI MOLTO TEMPO NEPPURE LA REGOLAZIONE DEI RAPPORTI ECONOMICI E GIURIDICI NEI SETTORI DEL PUBBLICO IMPIEGO
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BRIGNONE ALESSANDRO
( programma)
IL PROGRAMMA DEL CORSO SI ARTICOLERÀ, IN LINEA DI MASSIMA, NEL MODO CHE SEGUE: 1. LA TEORIA DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI. – 2. IL QUADRO INTERNAZIONALE E COMPARATO. – 3. RELAZIONI INDUSTRIALI E NUOVI LAVORI. – 4. LA PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI. – 5. – LE RELAZIONI INDUSTRIALI IN ITALIA. – 6. L’ESPERIENZA DELLA BILATERALITÀ. LUCI E OMBRE.
( testi)
CELLA, TREU, RELAZIONI INDUSTRIALI E CONTRATTAZIONE COLLETTIVA, IL MULINO, 2009. LA PREPARAZIONE PER L'ESAME, PER GLI STUDENTI CHE NON FREQUENTANO IL CORSO, DEVE ESSERE EFFETTUATA STUDIANDO ANCHE I MATERIALI INTEGRATIVI CONSEGNATI DAL DOCENTE, SU RICHIESTA.
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9
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SECS-P/06
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60
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21201429 -
COMUNICAZIONE D'IMPRESA
(obiettivi)
IL CORSO INTENDE OFFRIRE AGLI STUDENTI UNA VISIONE COMPLESSIVA DELLA COMUNICAZIONE AZIENDALE, IN TUTTE LE SUE VARIE DECLINAZIONI. SULLA BASE DI UN MODELLO CHE METTE A FATTOR COMUNE I VARI AMBITI (MARKETING, FINANZA, ORGANIZZAZIONE, ECCETERA) ILLUSTRERÀ GLI APPROCCI PIÙ CORRETTI PER ARRIVARE A UN SISTEMA ORGANIZZATO, PROGRAMMATO E INTEGRATO CAPACE DI RAGGIUNGERE I GLI OBIETTIVI CHE DI VOLTA IN VOLTE LE AZIENDE (PROFIT O NON PROFIT) E LE ISTITUZIONI ASSEGNERANNO. AL TERMINE DI CORSO SI PRESUME CHE GLI STUDENTI ABBIANO UN CONOSCENZA TEORICA E QUANTO POSSIBILE OPERATIVA DEI VARI STRUMENTI, OBIETTIVI, DESTINATARI DELLA COMUNICAZIONE D’IMPRESA.
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PRATESI CARLO ALBERTO
( programma)
INTRODUZIONE ALLA COMUNICAZIONE D’IMPRESA, CENNI STORICI E STATO DELL’ARTE DELLA DISCIPLIA, PRESENTAZIONE DEL MODELLO DI COMUNICAZIONE D’IMPRESA GLI OBIETTIVI DELLA COMUNICAZIONE GLI ATTORI DELLA COMUNICAZIONE GLI STRUMENTI DELLA COMUNICAZIONE - ONE TO MANY - ONE TO ONE - MANY TO MANY FOCUS SULLA COMUNICAZIONE DIGITALE IL PIANO DI COMUNICAZIONE INTEGRATA STUDIO E DISCUSSIONE DI CASI AZIENDALI SVILUPPO DI UN PROJECT WORK PRESENTAZIONE E DISCUSSIONE DEL PROJECT WORK
( testi)
PASTORE ALBERTO - VERNUCCIO MARIA, IMPRESA E COMUNICAZIONE. PRINCIPI E STRUMENTI PER IL MANAGEMENT, APOGEO, 2008.
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9
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SECS-P/08
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60
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-
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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ITA |
21201430 -
KNOWLEDGE MANAGEMENT (MANAGEMENT DELLA CONOSCENZA)
(obiettivi)
IL CORSO INTENDE APPROFONDIRE LE PRINCIPALI TEMATICHE LEGATE ALLA GESTIONE DELLA CONOSCENZA AZIENDALE, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO A SETTORI AD ALTA INTENSITÀ INFORMATIVA E NEL PIÙ AMPIO QUADRO DELLA KNOWLEDGE-BASED VIEW DELLE IMPRESE. IN PARTICOLARE, SARANNO APPROFONDITE LE STRATEGIE DI KNOWLEDGE MANAGEMENT, LE CONDIZIONI ORGANIZZATIVE E LE TECNOLOGIE ABILITANTI.I PARTECIPANTI SPERIMENTEREANNO ATTRAVERSO ESERCITAZIONI E LAVORO DI PROGETTO ALCUNE SITUAZIONI DELLA GESTIONE DELLE CONOSCENZE NELL’ATTUALE CONTESTO SOCIOECONOMICO CARATTERIZZATO DA UNA ELEVATA OBSOLESCENZA DELLE CONOSCENZE.
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21201430-1 -
KNOWLEDGE MANAGEMENT (MANAGEMENT DELLA CONOSCENZA)
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3
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SECS-P/08
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20
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21201430-2 -
KNOWLEDGE MANAGEMENT (MANAGEMENT DELLA CONOSCENZA)
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3
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SECS-P/08
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20
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21201430-3 -
KNOWLEDGE MANAGEMENT (MANAGEMENT DELLA CONOSCENZA)
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3
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SECS-P/08
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20
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21201508 -
INFORMATICA: LABORATORIO DI ANALISI STATISTICHE
(obiettivi)
IL CORSO MIRA A FORNIRE AGLI STUDENTI LE CONOSCENZE BASI DEL SOFTWARE STATISTICO R. OBIETTIVO FINALE DEL CORSO È QUELLO DI FAR SI CHE GLI STUDENTI ALLA FINE DELL’ATTIVITÀ DIDATTICA SIANO IN POSSESSO DI CONOSCENZE TALI DA PERMETTERE LORO DI ESEGUIRE ALCUNE TRA LE PRINCIPALI APPLICAZIONI STATISTICHE E, IN CASO DI APPLICAZIONI NON SVILUPPATE ALL’INTERNO DEL CORSO, DI POTER APPRENDERE AUTONOMAMENTE LE CONOSCENZE NECESSARIE ALLO SVILUPPO DI TALI APPLICAZIONI.
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SOLARI FABRIZIO
( programma)
INTRODUZIONE OPERATORI ARITMETICI : OPERATORI RELAZIONALI, OPERATORI LOGICI VARIABILI : ASSEGNAZIONE DI UN VALORE AD UNA VARIABILE OGGETTI BASE DI R : ATTRIBUTI DEGLI OGGETTI BASE VETTORI : COME CREARE UN VETTORE: FUNZIONE C, FUNZIONE SEQ, FUNZIONE REP, ATTRIBUTI DI UN VETTORE, NOMI DEGLI ELEMENTI DI UN VETTORE, RICHIAMARE I SINGOLI ELEMENTI DI UN VETTORE, OPERAZIONI CHE COINVOLGONO I VETTORI MATRICI : COME CREARE UNA MATRICE, ATTRIBUTI DI UNA MATRICE, DARE UN NOME ALLE RIGHE E COLONNE DI UNA MATRICE, ESTRARRE DATI DA UNA MATRICE, COMBINARE INSIEME PIÙ MATRICI: FUNZIONI CBIND E RBIND, OPERAZIONI SULLE MATRICI ARRAY : COME CREARE UN’ARRAY, ATTRIBUTI DI UN’ARRAY, ASSEGNARE UN NOME AGLI ELEMENTI DELL’ARRAY, LAVORARE CON GLI ARRAY LIST : COME CREARE UNA LISTA, ATTRIBUTI DI UNA LISTA, DARE UN NOME AGLI ELEMENTI DI UNA LISTA, RICHIAMARE GLI ELEMENTI DI UNA LISTA FACTOR : COME CREARE UNA VARIABILE FACTOR, ATTRIBUTI DI UN FACTOR DATA FRAME : COME CREARE UN DATA FRAME, ATTRIBUTI DI UN DATA FRAME, ASSEGNARE UN NOME ALLE RIGHE E COLONNE DI UN DATA FRAME, ESTRARRE DATI DA UN DATA FRAME, RICHIAMARE I NOMI DELLE RIGHE E DELLE COLONNE UN DATA FRAME USO DELLE FUNZIONI CBIND E RBIND, ORDINAMENTO DI UN DATA FRAME USO DI ALCUNE FUNZIONI NOTEVOLI : FUNZIONE AGGREGATE, FUNZIONE WHICH, FUNZIONE UNIQUE IMPORTARE I DATI IN R : FUNZIONE READ.TABLE ESPORTARE I DATI DA R : FUNZIONE WRITE.TABLE LE TAVOLE IN R : USO DELLE FUNZIONI TABLE E FTABLE ELEMENTI DI PROGRAMMAZIONE IN R : COME SCRIVERE ED ESEGUIRE UNA FUNZIONE, COME SCRIVERE GLI SCRIPT, LE STRUTTURE DI CONTROLLO: STRUTTURA DI CONFROLLO IF, STRUTTURA DI CONFROLLO FOR INTRODUZIONE ALL’USO DEI GRAFICI IN R : COMANDO PLOT, COMANDI POINTS E LINES APPLICAZIONI STATISTICHE: LA REGRESSIONE, ANALISI DELLE COMPONENTI PRINCIPALI, CLUSTER ANALYSIS
( testi)
DISPENSE A CURA DEL DOCENTE
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3
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INF/01
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25
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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ITA |
21201538 -
MODELLI MATEMATICI PER L'ASSICURAZIONE E I FONDI PENSIONE
-
CARLEO ALESSANDRA
( programma)
OPERAZIONI FINANZIARIE ALEATORIE E OPERAZIONI ASSICURATIVE Il criterio della speranza matematica. La funzione di utilità. Il criterio dell’utilità attesa.
MODELLO PROBABILISTICO ELEMENTARE PER LE ASSICURAZIONI SULLA DURATA DI VITA La durata aleatoria di vita di un individuo. Tavole di sopravvivenza.
TRADIZIONALI FORME ASSICURATIVE SULLA DURATA DI VITA Due modelli assicurativi elementari. Assicurazioni in caso di vita. Assicurazioni in caso di morte. Assicurazioni miste. Premio unico e premi periodici. Premi naturali.
RISERVE MATEMATICHE La riserva matematica pura. Riserva prospettiva. Riserva retrospettiva. Relazioni tra riserva prospettiva e riserva retrospettiva. Premi naturali e riserva retrospettiva. Segno e andamento della riserva matematica Formule ricorrenti. Rischio e risparmio. Formula di Homans. Utile atteso.
CONDIZIONI DI TARIFFA Caricamenti e premi di tariffa. Riserve per caricamenti e riserva completa. Controassicurazioni.
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ASSICURAZIONI SOCIALI Architettura previdenziale. Contributi e benefici. Modalità di finanziamento del sistema. Modalità di calcolo delle prestazioni. Rischi demografici. Sostenibilità del sistema. Principi di calcolo dei contributi Modalità attuative della previdenza complementare Modelli di gestione di un fondo pensione I.V.S. Traiettorie Individuali Esatte (T.I.E.)
( testi)
Ermanno Pitacco Elementi di matematica delle assicurazioni. LINT, Trieste, 2002
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9
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SECS-S/06
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60
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
21201561 -
MODELLI MATEMATICI PER L'ASSICURAZIONE E I FONDI PENSIONE - CORSO AVANZATO
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9
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SECS-S/06
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60
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-
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
21201566 -
ECONOMIA E POLITICA SOCIALE
(obiettivi)
IL CORSO HA COME SUO OBIETTIVO FORMATIVO SPECIFICO QUELLO DELL’ACQUISIZIONE DEGLI STRUMENTI ANALITICI RELATIVI ALLA COMPRENSIONE DEI SISTEMI DI WELFARE PRESENTI NEI PAESI AVANZATI E DEGLI STRUMENTI NECESSARI PER LA ELABORAZIONE E PER LA GESTIONE DELLE POLITICHE SOCIALI.
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D'APICE CARMELA
( programma)
WELFARE E MODELLI DI WELFARE. IL WELFARE ITALIANO NEL CONTESTO EUROPEO. COMPOSIZIONE E TENDENZE DELLA SPESA SOCIALE IN EUROPA ED IN ITALIA. IL SISTEMA PREVIDENZIALE ITALIANO. GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN EUROPA ED IN ITALIA. DISUGUAGLIANZA E POVERTÀ. APPROCCI E STIME DELLA POVERTÀ IN EUROPA ED IN ITALIA. IL REDDITO MINIMO E IL REDDITO DI CITTADINANZA. DALL’UNIVERSALISMO ALL’ UNIVERSALISMO SELETTIVO: L’ISE. DAL WELFARE NAZIONALE AL WELFARE LOCALE.TERZO SETTORE: LUCI ED OMBRE.
( testi)
DISPENSE CURATE DALLA DOCENTE ED INSERITE SUL SITO DI FACOLTÀ.
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9
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SECS-P/06
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60
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Attività formative caratterizzanti
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ITA |
21201569 -
STORIA DEL LAVORO E DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI
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21201569-1 -
STORIA DEL LAVORO E DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI
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3
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SECS-P/02
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20
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-
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-
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-
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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ITA |
21201569-2 -
STORIA DEL LAVORO E DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI
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3
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SECS-P/02
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20
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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ITA |
21201569-3 -
STORIA DEL LAVORO E DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI
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3
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SECS-P/02
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20
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-
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-
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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ITA |
21201575 -
ECONOMIA DELLA CRESCITA E DEL CAPITALE UMANO
(obiettivi)
L’OBIETTIVO DEL CORSO DI MACROECONOMIA AVANZATA È QUELLO DI FORNIRE GLI STRUMENTI ANALITICI PER CAPIRE LA DINAMICA DELLA CRESCITA ECONOMICA DI LUNGO PERIODO. GLI ECONOMISTI SI INTERROGANO TUTTORA SUL “PERCHÉ I TASSI DI CRESCITA DEI DIVERSI PAESI DIVERGANO” E SUL “PERCHÉ ALCUNI PAESI SIANO RICCHI E ALTRI POVERI”. IL CONTENUTO DEL CORSO CONSISTE QUINDI NELL’ANALISI DEI PRINCIPALI MODELLI DI CRESCITA UTILIZZATI PER SPIEGARE SIA L’EVOLUZIONE DEL REDDITO NAZIONALE NEL CORSO DEL TEMPO, SIA LA DIFFERENZA NEL TENORE DI VITA TRA I DIVERSI PAESI IN UN DATO MOMENTO STORICO. IL CORSO È DIRETTO A QUEGLI STUDENTI CHE SONO ORIENTATI VERSO UN IMPEGNO DI RICERCA SCIENTIFICA O DI ELABORAZIONE DI STRATEGIE DI POLITICA ECONOMICA FONDATE SULLA INTERPRETAZIONE DELLE DINAMICHE ECONOMICHE DI LUNGO PERIODO; MA INTERESSA ANCHE COLORO CHE, IMPEGNATI SU UN PIANO PIÙ OPERATIVO, HANNO A CHE FARE CON LE PROBLEMATICHE DELL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA, DEL CAPITALE UMANO E DEL CAMBIAMENTO ISTITUZIONALE.
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FADDA SEBASTIANO
( programma)
DOPO UNO SGUARDO AI MODELLI CLASSICI (RICARDO E MARX), SI PRENDERÀ IN CONSIDERAZIONE IL MODELLO DI HARROD, CHE DEFINISCE I TERMINI FONDAMENTALI DELLA MODERNA TEORIA DELLA CRESCITA. DA ESSO ORIGINANO DUE PRINCIPALI FILONI: QUELLO POSTKEYNESIANO DI KALDOR E PASINETTI E QUELLO NEOCLASSICO DI SOLOW; IL PRIMO ENDOGENIZZA LA QUOTA DEI PROFITTI SUL REDDITO; IL SECONDO ENDOGENIZZA IL RAPPORTO CAPITALE/PRODOTTO. SEGUIRÀ UN’ANALISI DEI PIÙ RECENTI MODELLI DELLA “CRESCITA ENDOGENA”, I QUALI ACCOLGONO L’IPOTESI DI RENDIMENTI CRESCENTI E APPROFONDISCONO IL RUOLO DELLA CONOSCENZA E DELL’ACCUMULAZIONE DI CONOSCENZA. DA CIÒ DERIVA L’IMPORTANZA ATTRIBUITA DA UN LATO AI PROCESSI DI INNOVAZIONE TECNOLOGICA E DALL’ALTRO ALLA CRESCITA DEL “CAPITALE UMANO”. A QUESTI DUE ASPETTI VERRÀ DEDICATA PARTICOLARE ATTENZIONE SIA CON RIFERIMENTO ALLA CONTABILITÀ DELLA CRESCITA, SIA CON RIFERIMENTO ALL’IPOTESI DELLA “CONVERGENZA” TRA I DIVERSI PAESI. IL CAPITALE UMANO SARÀ CONSIDERATO SOTTO IL PROFILO DELLA SUA ACCUMULAZIONE, DELLA SUA MISURAZIONE E DEL SUO CONTRIBUTO ALLA CRESCITA ECONOMICA.SARÀ ANCHE INTRODOTTA UNA PROSPETTIVA INTERPRETATIVA CHE SI VA RAFFORZANDO NEGLI STUDI PIÙ RECENTI: QUELLA CHE ATTRIBUISCE ALLE “ISTITUZIONI ECONOMICHE” UN RUOLO DECISIVO NELLA SPIEGAZIONE DELLA “PERFORMANCE” ECONOMICA E DEI PROCESSI DI CRESCITA.
( testi)
1. I SAGGI CON I MODELLI DI HARROD-DOMAR, KALDOR- PASINETTI E SOLOW SONO REPERIBILI NELLA TRADUZIONE ITALIANA IN : NARDOZZI G., VALLI V. (A CURA DI), LA TEORIA DELLO SVILUPPO ECONOMICO, ETAS LIBRI, 2. I MODELLI DELLA CRESCITA ENDOGENA POSSONO ESSERE STUDIATI NELLA SINTESI CHE SI TROVA IN: BOGGIO L., SERAVALLI G., LO SVILUPPO ECONOMICO, IL MULINO, (CAP. VII; NEL CAPITOLO V SI PUÒ VEDERE LA PROBLEMATICA DELLA CONVERGENZA, E NEL CAP. II, PARAGRAFO 6, QUELLA RELATIVA ALLA CONTABILITÀ DELLA CRESCITA). 3. LA PROSPETTIVA ISTITUZIONALISTA PUÒ ESSERE VISTA NEL VOLUME : NORTH D., ISTITUZIONI, CAMBIAMENTO ISTITUZIONALE, EVOLUZIONE DELL’ECONOMIA, IL MULINO E NEL PAPER DI S. FADDA, ECONOMIC DEVELOPMENT AND INSTITUTIONAL CHANGE (REPERIBILE SUL SITO ASSIEME AD ALTRI MATERIALI). 4. LA PROBLEMATICA DEL CAPITALE UMANO PUÒ ESSERE VISTA IN: A. DE LA FUENTE, HUMAN CAPITAL IN A GLOBAL AND KNOWLEDGE-BASED ECONOMY, E IN: S. FADDA, HUMAN CAPITAL: DEFINITIONS AND MEASURES (ENTRAMBI REPERIBILI SUL SITO) - IL TESTO DI E. HELPMAN, IL MISTERO DELLA CRESCITA ECONOMICA, IL MULINO 2008 (CAP.1,2,3,4,6,7) FA CRITICAMENTE IL PUNTO SULLA PROBLEMATICA. - PER UN’INTRODUZIONE ELEMENTARE AI MODELLI DI CRESCITA: VALLI V., POLITICA ECONOMICA, NUOVA ITALIA SCIENTIFICA, (CAP. 5, 6. 7). - PER UN EVENTUALE APPROFONDIMENTO: I CAP.1 E 3 DEL TESTO DI ROMER D., ADVANCED MACROECONOMICS, MCGRAW-HILL, 1997, DI CUI PERÒ PURTROPPO NON ESISTE TRADUZIONE ITALIANA. SUGGERIMENTI PIÙ DETTAGLIATI SARANNO DATI DAL DOCENTE DURANTE LO SVOLGIMENTO DEL CORSO.
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9
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SECS-P/01
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60
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Attività formative affini ed integrative
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ITA |
21801908 -
METODI QUANTITATIVI DI VALUTAZIONE DELLE POLITICHE PUBBLICHE
(obiettivi)
IL CORSO SI PROPONE DI CONSENTIRE ALLO STUDENTE DI CONOSCERE ED UTILIZZARE GLI STRUMENTI QUANTITATIVI E STATISTICI ATTRAVERSO I QUALI VIENE NORMALMENTE SVOLTA L’ATTIVITÀ DI VALUTAZIONE DELLE POLITICHE PUBBLICHE. IL RILIEVO DEL CORSO È DIRETTAMENTE CORRELATO CON L’IMPORTANZA SEMPRE MAGGIORE CHE ALL’ATTIVITÀ DI VALUTAZIONE DELLA SPESA PUBBLICA VIENE ATTRIBUITA IN SEDE NAZIONALE (ESPERIENZA DEI NUCLEI DI VALUTAZIONE) E IN SEDE COMUNITARIA (ESPERIENZA DEI FONDI STRUTTURALI).
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MAZZIOTTA CLAUDIO
( programma)
1. RICHIAMO ALL’ITER DI FORMAZIONE DELLE DECISIONI DI SPESA. LE FASI DEL “CICLO DI VITA” DELLA SPESA: L’ANALISI, LA PROGETTAZIONE, L’INTERVENTO, IL CONTROLLO. RISCONTRO DI ALCUNE PROCEDURE DI VALUTAZIONE IN VIGORE PRESSO ALTRI PAESI: LA PROGRAMMAZIONE STRATEGICA IN USA, UK E FRANCIA. 2. IL RUOLO DELLA PA NEL SISTEMA ECONOMICO E LA SUA MISURAZIONE CONTABILE ATTRAVERSO IL SEC 95. IL LIVELLO TERRITORIALE (DISAGGREGATO) DELL’ANALISI: SEC-REG E ALTRE FONTI. 3. FONDAMENTI CONCETTUALI DELLA VALUTAZIONE. LE RELAZIONI TRA INPUT, OUTPUT E OUTCOME. INDICATORI E TECNICHE STATISTICHE NELLE DIVERSE FASI DELLA VALUTAZIONE. 4. MODELLI STATISTICI PER L’ANALISI DI IMPATTO: ANALISI DELL’ATTIVAZIONE PRODUTTIVA (MODELLO INPUT-OUTPUT); ANALISI DEGLI EFFETTI INTERISTITUZIONALI (MATRICE DI CONTABILITÀ SOCIALE). STUDI DI CASO ED ESEMPLIFICAZIONI. 5. VALUTAZIONE E SELEZIONE DEI PROGETTI DI INVESTIMENTO PUBBLICO. GLI STUDI DI FATTIBILITÀ. L’ANALISI COSTI-BENEFICI. L’ANALISI MULTICRITERI. STUDI DI CASO ED ESEMPLIFICAZIONI. 6. L’ANALISI DI IMPATTO DELLA REGOLAMENTAZIONE NELL’ORDINAMENTO ITALIANO: STRUMENTAZIONE TECNICA ED ESPERIENZA ACQUISITA. 7. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLE POLITICHE DI AIUTO AGLI INVESTIMENTI. METODI SPERIMENTALI E NON SPERIMENTALI. L’APPROCCIO CONTROFATTUALE E I MODELLI UTILIZZATI NEI METODI NON SPERIMENTALI. STUDI DI CASO ED ESEMPLIFICAZIONI. 8. RAPPRESENTAZIONE DEI PROCESSI DECISIONALI DELL’ATTIVITÀ CORRENTE DELLA PA. I FONDAMENTI CONCETTUALI DELLA VALUTAZIONE: EFFICIENZA, PRODUTTIVITÀ, ECONOMICITÀ, EFFICACIA, QUALITÀ E SOSTENIBILITÀ. CENNI SU FUNZIONI DI PRODUZIONE O DI COSTO NELLA PA E SULLA DEA. STUDI DI CASO ED ESEMPLIFICAZIONI.
( testi)
1. F. ARCHIBUGI, DA BUROCRATE A MANAGER. LA PROGRAMMAZIONE STRATEGICA IN ITALIA: PASSATO, PRESENTE E FUTURO, RUBBETTINO, 2008, PAR. 2.2, PP. 33-70; OPPURE: A. MARTINI, M. SISTI, “INDICATORI O ANALISI DI PERFORMANCE? IMPLICAZIONI DELL’ESPERIENZA STATUNITENSE DI PERFORMANCE MEASUREMENT”, RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL’AMMINISTRAZIONE, 2002, N. 2, PP. 31-61. E. GIOVANNINI, R. MALIZIA, “LA MISURAZIONE STATISTICA DELL’ATTIVITÀ DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE NELL’UE”, ECONOMIA ITALIANA, 2002, N. 2, (ESCLUSO PAR. 4), PP. 349-80. 2. C. MAZZIOTTA, DISPENSE DIDATTICHE SU RASSEGNA DELLE PRINCIPALI FONTI STATISTICO- ECONOMICHE PER L’ANALISI E LA VALUTAZIONE DELLE POLITICHE, ROMA, 2008. 3. EC STRUCTURAL FUNDS, EVALUATING SOCIO-ECONOMIC PROGRAMMES, MEANS COLLECTION, LUXEMBOURG, 1999, VOL. 2, CAP. I, PP. 15-44; VOL. 3, INTRODUCTION, PP. 11-14; CAP. I, PP. 39- 45; 81-102;115-127; CAP. II, PP. 167-178; 193-216. 4. R. GUARINI, F. TASSINARI, STATISTICA ECONOMICA, IL MULINO, BOLOGNA, 2000, CAP. 5, PP.155-74; CAP. 6 (ESCLUSO PAR. 3), PP. 175-193. 5. AA.VV., LA VALUTAZIONE DEI COSTI E DEI BENEFICI NELL’ANALISI DI IMPATTO DELLA REGOLAMENTAZIONE, DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA, ANALISI E STRUMENTI PER L’INNOVAZIONE, RUBBETTINO EDITORE, 2001 (SCARICABILE DAL SITO DEL DIPARTIMENTO DELLA FP), CAP. 2, PP. 36-57; CAP. 3, PP. 58-99. LETTURA CONSIGLIATA DEI CAPP. 1, 4, 5. DISPENSE DEL DOCENTE SULL’ANALISI MULTICRITERI. 6. DISPENSE A CURA DEL DOCENTE. 7. D. BONDONIO, “LA VALUTAZIONE DI IMPATTO DEI PROGRAMMI DI INCENTIVO ALLO SVILUPPO ECONOMICO”, ECONOMIA PUBBLICA, N.6, 1998, PP. 23-52. A. MARTINI, M. SISTI, VALUTARE IL SUCCESSO DELLE POLITICHE PUBBLICHE, IL MULINO, 2009, CAPP. VII (PP. 149-158), IX (PP. 185-200), X, PAR. 1 (PP. 202-208). 8. F. VIDOLI, DATA ENVELOPMENT ANALYSIS. RASSEGNA DEI PRINCIPALI CONTRIBUTI ED APPLICAZIONI, 2007.
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SECS-S/03
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Attività formative caratterizzanti
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DIRITTO DEL LAVORO
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CIUCCIOVINO SILVIA
( programma)
Il corso è articolato in due moduli didattici. Il primo modulo didattico riguarda la parte generale ed il diritto sindacale (Introduzione allo studio del diritto del lavoro. I confini ed il significato del diritto del lavoro. L’evoluzione storica e le tendenze attuali. Le fonti. I principi costituzionali. Le fonti europee ed internazionali. Lineamenti del diritto sindacale. La libertà sindacale e l’organizzazione sindacale. I diritti sindacali e la loro tutela con particolare riferimento all’art. 28 dello Statuto dei lavoratori. Il contratto collettivo: la struttura della contrattazione collettiva, l’inderogabilità e l’efficacia del contratto collettivo, i rapporti tra contratti collettivi di diverso livello, il rapporto tra legge e contratto collettivo. Lo sciopero e le altre forme di lotta sindacale; lo sciopero nei servizi pubblici essenziali. Il secondo modulo ha ad oggetto il rapporto di lavoro (I contratti di lavoro: subordinato, autonomo, coordinato. Le forme contrattuali flessibili. Le forme di acquisizione indiretta del lavoro. Il contratto di lavoro subordinato: i requisiti soggettivi ed oggettivi. Gli obblighi del prestatore di lavoro: collaborazione, diligenza, obbedienza, fedeltà. I poteri del datore di lavoro. La tutela della persona, della dignità e libertà del lavoratore. I divieti di discriminazione. I diritti del lavoratore: retribuzione, ferie, riposi, congedi, diritto alla salute e sicurezza. Il contenuto della prestazione lavorativa: le mansioni, l’orario di lavoro. L’estinzione del rapporto di lavoro: i licenziamenti individuali. La crisi dell’impresa e le eccedenze di personale: cassa integrazione guadagni, contratti di solidarietà, trasferimento d’azienda, licenziamenti collettivi. La tutela dei diritti del prestatore di lavoro; le rinunzie e transazioni; la prescrizione. I servizi per l’impiego e la tutela del lavoratore sul mercato del lavoro.
( testi)
- G. Santoro Passarelli - Diritto dei lavori e dell'occupazione - Giappichelli- Ultima edizione
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IUS/07
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Attività formative caratterizzanti
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