Docente
|
Capitta Gianfranco
(programma)
Qual è, oggi, la effettiva consistenza (e senso, e forza e influenza, e quindi “finalità”) della critica teatrale? Conclusa ormai da qualche anno (indicativamente con la fine del secolo scorso) l’epoca dei “grandi critici”, autori di eleganti e colte scritture di cui ogni giornale si dotava (a volte anche con gesti e contratti di reale concorrenza) domina oggi una nuova forma di critica teatrale assai sviluppata su tutti i piani (e gli strumenti) della comunicazione. Senza voler dare giudizi o patenti discriminatorie, sarà interessante indagare e conoscere le modalità di scrittura e di influenza tra chi opera sulla carta stampata, chi sul web, chi sugli strumenti tecnologici (non più solo verbali) oggi a disposizione. Ad esempio esaminando come talvolta anche quella che una volta era descrizione, indagine, analisi di uno spettacolo, possa oggi tramutarsi essa stessa a sua volta in operazione di “creatività artistica”. Sarà interessante indagare (coinvolgendo gli allievi in prima persona) su possibili contraddizioni, conflitti d’interesse e velleità che rendono complesso oggi il mondo e i modi della “critica teatrale”. Dopo questo approfondimento introduttivo, sarà il caso di ripercorrere sinteticamente origini, sviluppo e metodi del fare critica, sulla carta stampata e sui nuovi media, fino alla sua relativa trasformazione da operazione prevalentemente “letteraria” (o di bella scrittura) in quelle successive di informazione di tipo generalista e massivo che può portare oggi in qualche caso a talune forme di “sovrapposizione” tra il ruolo del critico e quello dell’ufficio stampa. Indagare, quindi, la eventuale “moralità” di un ruolo e di una funzione, ovvero anche le loro possibilità e finalità; ovvero se sia ancora oggi primaria la necessità informativa e strumentale del lettore/spettatore.
(testi)
La bibliografia di riferimento verrà definita, nel corso delle lezioni, insieme agli studenti
|