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20706075 STORIA DELL'EUROPA E DEL MEDITERRANEO in Storia e società LM-84 BROGGIO PAOLO
(programma)
Prima unità didattica (6 CFU)
La prima parte del corso intende affrontare i principali nodi critici e problematici della storia moderna secondo una prospettiva volta ad enucleare caratteri originali e processi identitari del continente europeo. Particolare attenzione sarà dedicata alle peculiarità filosofico-politiche e politico-istituzionali che vennero delineandosi negli stati europei tra la fine del XV secolo e gli inizi del XIX. A partire dalle Rivoluzioni inglesi del Seicento e, successivamente, con l’Illuminismo e la Rivoluzione francese, infatti, la democrazia parlamentare, la secolarizzazione, la tolleranza religiosa nonché il riconoscimento dei diritti dell’uomo divennero tradizionalmente non solo le idee cardine sulle quali poggiò la definizione dell’“essere europeo”, ma veri e propri principi-guida universali da esportare e, se necessario, imporre al resto del globo. Ma possiamo davvero far coincidere l’avvento della modernità con gli inizi del processo di secolarizzazione? Quale fu il rapporto tra chiese cristiane e modernità? Quale tra Chiesa cattolica e diritti dell’uomo a partire dal secolo dei Lumi?
Seconda unità didattica (6 CFU)
Secondo la definizione delle Nazioni Unite, la schiavitù è «lo stato o la condizione di un individuo sul quale si esercitano gli attributi del diritto di proprietà o taluni di essi, e lo “schiavo” è l’individuo che ha tale stato o condizione» (25 settembre 1926). Lo schiavismo ha avuto in età moderna un’importanza ed un impatto dalle proporzioni enormi, ma rispetto alla tratta atlantica solo più recentemente la schiavitù mediterranea ha ricevuto l’attenzione che merita da parte della storiografia. Le riduzioni in schiavitù furono una delle (drammatiche) conseguenze dei burrascosi rapporti tra potenze cristiane e Impero ottomano, con ripercussioni di grande rilevanza non solo dal punto di vista sociale ed economico, ma anche dal punto di vista religioso. La seconda parte del corso intende mettere a fuoco la consistente e significativa presenza degli schiavi, spesso di religione islamica, negli stati italiani della prima età moderna, nonché le politiche poste in atto nei confronti di minoranze religiose che si muovevano nello spazio mediterraneo, come ad esempio quella dei moriscos, cacciati dalla penisola iberica a partire dal 1609. Per gli stati europei il Turco rappresentò il naturale catalizzatore di un odio inveterato, un’oscura entità pronta ad annientare la loro cultura e la loro religione. Eppure, a partire dal Rinascimento, tra i sovrani europei (e tra questi il papa) e i loro acerrimi nemici si verificarono anche scambi e appelli alla collaborazione, che mettono in evidenza la permeabilità della linea di confine tra due mondi apparentemente inconciliabili.
(testi)
Per la prima unità didattica (6 CFU)
F. Chabod, Storia dell’idea di Europa, Roma-Bari, Laterza. P. Prodi, Homo Europaeus, Bologna, Il Mulino V. Ferrone, Lo strano Illuminismo di Joseph Ratzinger. Chiesa, modernità e diritti dell’uomo, Roma-Bari, Laterza.
Per la seconda unità didattica (6 CFU)
S. Bono, Schiavi. Una storia mediterranea (XVI-XIX secolo), Bologna, Il Mulino. G. Fiume, Schiavitù mediterranee. Corsari, rinnegati e santi di età moderna, Milano, Mondadori. B. Pomara Saverino, Rifugiati. I moriscos e l’Italia, Firenze, Firenze University Press (il volume è scaricabile gratuitamente dalla piattaforma Open Access: http://www.fupress.com/catalogo/rifugiati/3516
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