FATTIBILITÀ DEL PROGETTO
(obiettivi)
MEGLIO COSTRUIRE POCHISSIMO E DI QUALITÀ, RECUPERANDO QUANTO PIÙ POSSIBILE, IL PATRIMONIO ESISTENTE. IL DESTINO DELLE CITTÀ È, IN UNA CERTA MISURA, “LA CONTRAZIONE”, IL CONTRARIO DELL’ESPANSIONE SENZA REGOLE E SENZA SPRECO DI SUOLO. ESSO, NEL MOMENTO PRESENTE, È QUOTIDIANAMENTE DIVORATO DA IRRAGIONEVOLI CUBATURE E DA VOLUMETRIE INDIVIDUALISTICHE, INCAPACI DI DIALOGARE TRA LORO, ISOLATE E DIFFORMI DALLA MORFOLOGIA DEI LUOGHI. OGGI, S’IPOTIZZA PER LE CITTÀ LA DENSIFICAZIONE DI FUNZIONI, CHE RENDANO PIÙ INTIMO IL RAPPORTO TRA GLI ESSERI UMANI. COME DICE UMBERTO ECO, QUANDO DESCRIVE LA PRECARIETÀ DEL RAPPORTO ESISTENTE CON LE ISTITUZIONI E CON I VICINI DI CASA, “… È D’OBBLIGO PROSPETTARE LA RISERVATEZZA E LA CAUTELA…”. SAREBBE AUSPICABILMENTE CHE ESSE FOSSERO DIFFUSE. SI ASSISE, VICEVERSA OGGI, ALLA “NON TRASPARENZA” (PER NON DIRE ALL'ILLEGALITÀ) RICORRENTE, SOPRATTUTTO NEI PROCESSI DELL’INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI. UNA RISPOSTA ABBASTANZA CONVINCENTE DERIVA DAGLI ESEMPI DI “BUONE PRATICHE” CHE È ANCORA POSSIBILE OSSERVARE QUANDO SI PRESENTANO LE SEGUENTI CONDIZIONI: 1) I PROGETTI SONO CHIARI NELLE INTENZIONI; 2) DALLA FASE CREATIVA È POSSIBILE ARRIVARE ALLA REALIZZAZIONE, NON SENZA OSTACOLI, MA ATTRAVERSO COMPETENZA E COMPLETA CONOSCENZA DI PROCEDURE, NORME, APPROFONDIMENTI TECNICI, AGGIORNAMENTO COSTANTE E ASSIDUO DEI PROCESSI DI TRASFORMAZIONE, ECC.; 3) ABILITÀ E SCRUPOLO NEL PROGETTARE, SENZA LASCIARSI TRASCINARE DALL'IMMAGINE CHE, TROPPO SPESSO, HA IL SAPORE DELL’AUTOREFERENZIALITÀ.
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