Docente
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BECCU MICHELE
(programma)
1.Obbiettivi del Laboratorio 2 di Progettazione "Fornire gli strumenti per la redazione di un progetto di medie dimensioni e complessità, con particolare riguardo al dimensionamento e alla configurazione degli spazi, alla determinazione volumetrica dell’intero complesso, alle relazioni con il contesto e alla definizione dell’impianto strutturale in rapporto alle scelte tipologiche e spaziali." L’obbiettivo dell’offerta formativa del Dipartimento di Architettura in relazione al Laboratorio di Progettazione 2 del CDL in Scienze dell’Architettura è chiaramente enunciato in questa proposizione. Con esso si intende offrire allo studente di Architettura una esperienza di progettazione unitaria, approfondita e consapevole dei molteplici aspetti strutturali tecnologici e spaziali connessi a un progetto di media complessità. Si vuole anche fornire l’occasione per prefigurare uno spazio significativo, sia in relazione all’internità dell’organismo architettonico, sia in relazione all’intorno urbano: un luogo collettivo per la città. Il progetto da elaborare al secondo anno è dunque costituito da un organismo architettonico di medie dimensioni e complessità, ben graduato nella scala di difficoltà crescenti che caratterizza l’insegnamento della progettazione architettonica. Ma vuole anche far compiere allo studente un’esperienza significativa, attraverso un “itinerario” che comprenda non solo le conoscenze disciplinari intrinseche alla Tradizione del progetto di architettura, ma anche nozioni teoriche, aggiornamento culturale, ed anche abilità pratiche, manuali, che possono estendersi dalla redazione di una tavola di architettura, all’invenzione di pannello espositivo, fino agli schizzi raccolti in album, al piccolo plastico. Un itinerario coerente con l’intento formativo del CDL: “un’equilibrata, colta ed attenta combinazione delle componenti essenziali (scientifiche, umanistiche, storiche e strumentali) della cultura architettonica. Tutte le materie affrontano sia aspetti teorici che aspetti applicativi, mentre l’indagine progettuale, il vero catalizzatore dell’insegnamento, mette alla prova ed affina cognizioni convergenti o interrelate”. 2. Il Tema dell’Esercitazione d’anno Il Laboratorio di Progettazione C del 2° anno del Corso di Laurea assume come oggetto di studio un edificio di media complessità, con diverse funzioni tra loro intrecciate. Si tratta di un edificio comunitario, un organismo architettonico costituito da un numero limitato di funzioni, ma ben congegnate e interconnesse. Si vuole così condurre gli allievi attraverso un’esperienza di progettazione adeguata al secondo anno di studi. Un ‘esperienza che agevoli la comprensione e la prefigurazione di nuovi spazi per la città contemporanea. Per “edificio comunitario” si intende un insieme architettonico articolato in parti e funzioni interrelate, con una dimensione e un grado di complessità crescenti, così come cresce la dimensione delle aree di studio. Tale edificio comunitario dovrà comprendere: a. Una residenza specialistica, (in alcuni casi residenze tradizionali), pensata per una specifica comunità (studenti, lavoratori, ricercatori etc.), comprensiva di servizi comunitari semplici (mensa, spazi di riunione, di soggiorno, lavanderia, ristoro, etc.). b. Spazi per attività lavorative. Un piccolo nucleo per la ricerca, uffici, laboratori o servizi urbani alla scala del quartiere. Ivi incluso un luogo comunitario o per la socialità (una sala riunioni, un piccolo centro congressi, o uno spazio per il culto). c. Uno spazio pubblico. Uno spazio di uso collettivo e di relazione visuale, che stabilisca relazioni contestuali tra gli elementi del progetto e costituisca – allo stesso tempo - una piccola centralità urbana alla scala del quartiere. La progettazione di un centro comunitario di questo tipo porta con sé anche due tematiche architettoniche a essa direttamente collegate. Una è quella del salto di quota, che interessa tutte e tre le aree, e della relativa articolazione basamentale dell’organismo che tale salto comporta. La conformazione delle aree prescelte e l’articolazione delle funzioni rendono infatti necessaria una attenta riflessione sul tema del “basamento”. Sia esso un elemento elevato, incassato o comunque conformato, esso potrà ospitare una parte delle funzioni - inclusi dei parcheggi – prevedere le modalità di ascendere alla quota superiore, ospitare il luogo collettivo di raccolta e redistribuzione dei flussi, l’atrio urbano. Un’altra tematica è quella del confronto con il tema dell’isolato urbano e delle sue dinamiche di trasformazione oggi, sia nella direzione della totale indipendenza dell’organismo, e del suo isolamento come “oggetto” nello spazio urbano, sia nella direzione di una integrazione e continuità nel tessuto urbano, e nelle tracce della viabilità. Le richieste esigenziali e le tipologie degli spazi previsti saranno specificati in apposite “schede” di approfondimento progettuale che saranno illustrate dalla docenza all’avvio del Laboratorio. 3. Le aree di applicazione progettuale Le aree di applicazione progettuale sono tutte dislocate nel quadrante sud-ovest della città, in relativa vicinanza ai luoghi di insediamento delle strutture dell’Università di Roma Tre, al fine di prefigurare attrezzature e servizi ipoteticamente riferibili alle attività di Ateneo e comunque al fine di ottimizzare conoscenze e ricerche già svolte nel Dipartimento. In effetti la nascita e il progressivo radicamento dell’Ateneo nel quartiere Ostiense e nelle aree limitrofe ha costituito in questi anni un formidabile fattore di rigenerazione e trasformazione urbana, favorendo la riqualificazione di intere aree. Lo sviluppo delle attività di Roma Tre, la riconversione di intere aree dismesse a la trasformazione di storiche attività protoindustriali in servizi e terziario ha ingenerato profondi cambiamenti nella forma fisica della città, nell’utenza e nelle modalità d’uso di questa parte urbana. La scelta delle aree e i progetti che si intendono elaborare vogliono inserirsi in questa dinamica di trasformazione e rinnovamento urbano.
4. Articolazione della Didattica L’articolazione dell’attività didattica prevede la suddivisione del semestre in tre periodi. 1.Conoscenza del tema d’anno e prime scelte progettuali. (12 ottobre-30 novembre). Il primo periodo, dal 12 ottobre, momento di avvio del Laboratorio, fino a fine novembre circa, è utilizzato per prendere coscienza del tema d’anno, articolare il Laboratorio in tre sotto gruppi riferiti alle tre aree, approfondire la conosce di base del progetto. Essa si conclude con la consegna di elaborati molto semplici, che corrispondono alla fase del concept e una sua formulazione “preliminare”. Gli elaborati saranno schizzi, disegni manuali primi elaborati di pianta e sezione. Essi saranno integrati con un piccolissimo plastico concettuale. Un piccolo “plastico in una mano”. La materializzazione di un’idea deve essere in grado di entrare nel palmo di una mano aperta. …..se questo modello in scala è piccolo, molto piccolo, spogliato di ogni aggiunta non necessaria, deve essere in grado di rappresentare l’idea che si intende rappresentare nel progetto con la massima precisione. (A. Campo Baeza, Un’Idea nel palmo di una mano, Domus n. 972, settembre 2013, pp. 10-11) 2. Sviluppo del progetto e sua formulazione definitiva. (03 dicembre-07 gennaio 2016). Nel secondo periodo vengono sviluppati gli aspetti progettuali più significativi relativi all’impianto architettonico, alle scelte volumetriche spaziali e strutturali principali. In questa fase è richiesta una stesura del progetto a quella che normalmente viene definita “scala intermedia”, che giunge alla scala 1/200. 3. Consegna finale del progetto ed Esame di profitto. (fino alla fine delle lezioni). Nella fase finale si svolge un laboratorio intensivo che prevede l’approfondimento delle scelte progettali, la messa a punto degli aspetti architettonici ed espressivi, l’elaborazione di prospetti e piante finali, dettagli architettonici, viste tridimensionali se del caso. Si procederà anche alla elaborazione di un plastico definitivo, sempre molto compatto, monomaterico o comunque elaborato con tecniche manuali.
Il Laboratorio si articolerà in lezioni ex-cathedra, seminari, laboratorio progettuale e contributi esterni. Sono previsti anche sopralluoghi alle aree oggetto di studio e visite a architetture cittadine e cantieri, compatibilmente con i tempi molto contratti di svolgimento del Laboratorio. Le lezioni si svolgeranno in relazione alle tematiche del Laboratorio:
a. La nozione di spazio architettonico nella modernità b. L’edificio complesso e le sue articolazioni spaziali c. Esemplificazioni e letture di architetture esemplari d. Integrazione tra nuove forme dello spazio pubblico e edificio complesso e. Relazioni tra spazi architettonici, percorsi e involucro dell’edificio Sono previsti contributi esterni in ordine a: A. Dinamiche di trasformazione del quadrante sud-ovest di Roma B. Problematiche dell’housing contemporaneo in relazione ai servizi collettivi C. L’isolato urbano. Modificazioni e sviluppi D. La rappresentazione del progetto architettonico contemporaneo
(testi)
5. Bibliografia. E’ molto difficile circoscrivere in una bibliografia limitata l’insieme dei testi che sarebbero necessari ad accompagnare l’allievo nell’esperienza di un Laboratorio di Progettazione. Diamo qui alcuni suggerimenti – decisamente orientati - per un primo approccio alle complesse tematiche del progetto architettonico, con uno sguardo alla contemporaneità. Bibliografie più specifiche saranno fornite nel corso del Laboratorio. Non può essere in alcuna maniera trascurata la frequenza della Biblioteca del Dipartimento, delle biblioteche cittadine e delle librerie di Architettura. Alcuni testi imprescindibili per la cultura del Progetto di Architettura: - L. Zevi (coordinatore scientifico), Il nuovissimo manuale dell’architetto. 2 Voll., Mancosu Editore, Roma 2003. - L. Benevolo, Storia dell’Architettura Moderna, Laterza, Bari 2010 - K. Frampton, Tettonica e architettura. Poetica della forma architettonica nel XIX e XX secolo, Skira, Milano 2005 - M. Biraghi, Storia dell'architettura contemporanea, I (1750-1945) - II (1945-2008), Einaudi, Torino 2008 - Le Corbusier, Vers une architecture, (a cura di P. Cerri e P. Nicolin), Milano, Longanesi 1984 - A. Loos, Parole nel vuoto (Ins Leere Gesprochen, 1921), ed. it. Adelphi, Milano 1972. - A. Rossi, L'architettura della città, Marsilio, Padova 1966; n. ed. Quodlibet, Macerata 2011. - Francesco Venezia, Francesco Venezia: le idee e le occasioni, Electa Mondadori, Milano 2006 - R. Moneo, Inquietudine teorica e strategia progettuale nell’opera di otto architetti contemporanei, Electa, Milano 2005 - Francesco Cellini, Manualetto. Norme tecniche, costruttive e grafiche per lo svolgimento di una esercitazione progettuale sul tema della casa unifamiliare, Città Studi, Milano 1991 Consultazione sistematica delle riviste: Casabella, Domus, L’Industria delle Costruzioni, The Plan, Detail. Consultazione dei numeri monografici della rivista “El Croquis” dedicate a A. Siza 2008-13 (N. 168-9), J. Herzog & P. De Meuron 2002-06 (N. 129-30), R. Koolhaas 1996-07 (N. 134-5), D. Chipperfield 2010-14 (N. 174-5), S. Holl 2008-14 (N. 172), J. Pawson 2006-11 (N. 158), Aires Mateus 2008-13 (N. 168-9).
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