Docente
|
BOLOGNA CORRADO
(programma)
Eros, fin’amors e poesia nella cultura romanza del Medio Evo Uno degli aspetti fondamentali della civiltà medioevale europea di espressione romanza (Provenza, Francia del Nord, Italia, Spagna, Portogallo) è l’elaborazione di una ideologia erotica che si traduce immediatamente in forme del pensare e del fare: idee e comportamenti privati e collettivi inseriti nel codice sociale definito cortesia. Di conseguenza vengono create nuove forme dello scrivere: a partire dalla Provenza si elaborano una poesia e una poetica della fin’amors che presto si impone attraverso le invenzioni dei grandi trovatori, diffondendosi in tutta l’Europa di lingua neolatina ed anche nella Germania dei Minnesänger, soprattutto in parallelo ai legami che, con Federico II, la dinastia Hohenstaufen, stringe con le ultime generazioni trobadoriche e con i poeti-funzionari di corte della “Scuola Siciliana”. La riduzione dell’eros a fin’amors trasforma un impulso naturale, mitizzato e perfino divinizzato nella civiltà antica greco-romana, in un sottile elemento dell’immaginario collettivo e in un sofisticato dispositivo sociale capace di determinare un mutamento profondo, di secolare ampiezza e durata, nelle strutture della vita, del pensiero, della letteratura in tutta l’Europa moderna.
(testi)
D. de Rougemont, L'Amore e l’Occidente (1939), Milano 1998; E. Köhler, Sociologia della fin'amor: saggi trobadorici, Padova 1987; M. Mancini, Metafora feudale, Bologna 1993.
|