AZIONE ESTERNA DELL'UNIONE EUROPEA: COOPERAZIONE E SICUREZZA
(obiettivi)
CON L’ENTRATA IN VIGORE DEL TRATTATO DI LISBONA, IL 1° DICEMBRE 2009, SEMBRA GIUNGERE A CONCLUSIONE IL LUNGO TRAGITTO DI AVVICINAMENTO DELLE POLITICHE ECONOMICHE ESTERNE DELL’UNIONE EUROPEA CON LA POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA COMUNE. SOTTO IL TITOLO V° DEL TRATTATO SUL FUNZIONAMENTO DELL’UNIONE EUROPEA VENGONO INFATTI RIUNITI I VARI ASPETTI, ECONOMICI, POLITICI E DI DIFESA CHE DOVREBBERO PERMETTERE ALL’UNIONE EUROPEA DI DIVENTARE UN “ATTORE INTERNAZIONALE” A PIENO TITOLO. A RAFFORZARE QUESTA IPOTESI CONTRIBUISCE ANCHE L’ART. 47 CHE RICONOSCE ALL’UNIONE EUROPEA PIENA PERSONALITÀ GIURIDICA. IN REALTÀ IL RAGGIUNGIMENTO DI QUESTO TRAGUARDO È ANCORA LONTANO. I MECCANISMI DECISIONALI, LE PROCEDURE E GLI STRUMENTI A DISPOSIZIONE DELLA POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA DELL’UE CONTINUANO AD ESSERE DIVERSI DA QUELLI ADOTTATI NELL’AMBITO DELLE POLITICHE ECONOMICHE ESTERNE E DI FATTO L’UNITARIETÀ DELL’AZIONE DELL’UE CONTINUA AD ESSERE DEBOLE. IL CORSO AFFRONTA QUINDI GLI ASPETTI STORICI, LE DIVERSE TEORIE DI INTEGRAZIONE E LE PRINCIPALI POLITICHE ESTERNE DELL’UE CON L’OBIETTIVO DI VALUTARE L’EFFICACIA DELL’AZIONE COMUNE NEL VICINATO E NEL MONDO.
|