Docente
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BOLOGNA CORRADO
(programma)
AMORE E MORTE NELLE LETTERATURE ROMANZE “DI SUA POTENZA SEGUE SPESSO MORTE”, SCRIVERÀ A PROPOSITO DI AMORE, ALLA FINE DEL DUECENTO, GUIDO CAVALCANTI. FIN DAGLI INIZI DEL XII SECOLO, E POI PER TUTTA LA TRADIZIONE CORTESE, “AMORE E MORTE” È UN BINOMIO SOLIDO, DI GRANDE FASCINO E FORZA IDEOLOGICA. TRISTANO E ISOTTA SI AMANO PERDUTAMENTE FINO A MORIRE ENTRAMBI, LUI “DI DOLORE”, LEI “DI TENEREZZA”. PAOLO E FRANCESCA, NEL V CANTO DELL’INFERNO, SONO LEGATI PER L’ETERNITÀ (“QUESTI, CHE MAI DA ME NON FIA DIVISO”) DA UN NODO FATALE E INDISSOLUBILE, CHE LI HA TRASCINATI VERSO L’ABISSO E LI TRASCINA NEL DOLOROSO CONTRAPPASSO DELLA “BUFERA INFERNAL CHE MAI NON RESTA” (“AMOR, CH’AL COR GENTIL RATTO S’APPRENDE… AMOR, CH’A NULLO AMATO AMAR PERDONA… AMOR CONDUSSE NOI AD UNA MORTE”). SI POSSONO MOLTIPLICARE GLI ESEMPI, IN TUTTE LE LETTERATURE ROMANZE. NON SOLO L’AMORE-PASSIONE “CONDUCE ALLA MORTE”, MA TRAVOLGE LE COSCIENZE PROPONENDOSI COME FORZA DEL DESTINO, SUPERIORE ALLE VOLONTÀ DEI SINGOLI INDIVIDUI. QUEST’IDEA IMPREGNA L’INTERA POESIA CORTESE E CONNOTA L’IDEOLOGIA DELLA FIN’AMORS, IMPERNIATA SULL’ABBANDONO ALL’IDEA FISSA, SULL’AFFINAMENTO DELL’INTERIORITÀ, SULLA GESTAZIONE DEL TESTO LIRICO COME TRADUZIONE DEL “SERVIZIO D’AMORE” IN FORMA DI PAROLA.
(testi)
AURELIO RONCAGLIA, ANTOLOGIA DELLE LETTERATURE MEDIEVALI D’OC E D’OÏL, ED. ACCADEMIA, MILANO 1973 (E RISTAMPE)
COSTANZO DI GIROLAMO, I TROVATORI, BOLLATI BORINGHIERI, TORINO 1989 (E RISTAMPE)
LO STUDIO DI QUESTI LIBRI POTRÀ ESSERE LIMITATO AD ALCUNI CAPITOLI, CHE SARANNO INDICATI DAL PROFESSOR BOLOGNA DURANTE LE LEZIONI, INSIEME AD ALTRI STUDI UTILI PER INTEGRARE LA COMPRENSIONE DEI TESTI PROVENZALI E ANTICO-FRANCESI.
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