ROMA-MADRID. CASA E CITTA' - MADRID-ROMA. CASA Y CIUDAD
(obiettivi)
Il Corso ha l’obiettivo di: - consolidare le conoscenze degli studenti sul tema della casa collettiva, con particolare riferimento alle sperimentazioni proposte dalla cultura architettonica a Roma e a Madrid dall’inizio del XX secolo e agli anni più recenti; - rafforzare la consapevolezza degli studenti sul ruolo che l’abitazione collettiva ha avuto e può avere nella formazione di uno spazio urbano di qualità, in grado di suscitare negli abitanti un senso di identificazione e di appartenenza; - promuovere il confronto tra architetture e città come metodo di ricerca utile alla progettazione architettonica. - promuovere gli scambi tra studenti europei e l’internazionalizzazione della didattica.
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Codice
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21010044 |
Lingua
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ITA |
Tipo di attestato
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Attestato di profitto |
Crediti
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6
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Settore scientifico disciplinare
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ICAR/14
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Ore Aula
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75
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Attività formativa
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Attività formative a scelta dello studente (art.10, comma 5, lettera a)
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Canale Unico
Docente
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FARINA MILENA
(programma)
Il Corso prevede una serie di lezioni centrate sul tema della casa collettiva, con riferimento particolare alle sperimentazioni proposte dalla cultura architettonica a Roma e a Madrid dall’inizio del XX secolo agli anni più recenti. Le lezioni tenderanno a mettere in evidenzia le forme che l’abitare collettivo ha assunto nel corso delle diverse stagioni e nelle ricerche dei protagonisti della scena architettonica che hanno operato nelle due città, con una specifica attenzione al tema della forma urbana e del rapporto tra casa e città. Il caso di Roma assume in questo quadro un valore emblematico, dal momento che la città è stata nel corso del Novecento un campo di sperimentazione particolarmente fertile nel quale l’abitare collettivo ha assunto forme estreme e originali che vanno dall’enfatizzazione della scala domestica e individuale nei primi piani Ina Casa alla scala monumentale dei grandi interventi degli anni Settanta in cui prevale la dimensione collettiva. Ma Roma nel corso del Novecento è stata anche oggetto di pratiche spontanee di “colonizzazione” degli spazi urbani, attraverso le quali il domestico si infiltra tra gli antichi monumenti presenti nel suo vasto territorio. L’ambiguità dei rapporti tra domesticità e persistenza materiale dei monumenti, che la città stessa ha favorito e promosso nel corso della sua storia, può essere a ragione considerata uno dei caratteri specifici dell’abitare romano, conseguenza di pratiche che possono essere analizzate e codificate come fonte di ispirazione per il progetto contemporaneo. La lunga fase di sperimentazione sull’abitazione collettiva a Roma si esaurisce negli anni Ottanta del secolo scorso. Nonostante la città continui a crescere attraverso la costruzione di nuclei residenziali, non si registrano ricerche progettuali significative (salvo casi sporadici). Al contrario, Madrid è stata interessata negli ultimi decenni da una ricca sperimentazione sul tema della casa collettiva, che ha coinvolto la cultura architettonica locale e internazionale nella progettazione di interi insediamenti. Le pratiche promosse dalla Empresa Municipal de la Vivienda y el Suelo (EMVS) attraverso concorsi aperti e inviti ad architetti internazionali hanno consolidato la città come laboratorio di sperimentazione e riflessione a scala globale sulle nuove forme dell’abitare collettivo. Gli esiti più noti, e anche più controversi, come l’edifio Mirador a Sanchinarro o le realizzazioni guidate dai progetti di Tom Mayne (Morphosis), David Chipperfiled, Wiel Arets o Ricardo Legorreta, si sono presentati come elementi di confronto e di rinnovo per una ricerca nella quale importanti architetti locali come Amann, Cánovas e Maruri, Soto e Maroto, Espegel e Fisac, Burgos e Garrido, Blanca Lleó, Ábalos e Herreros, o Frechilla e Peláez, hanno partecipato con contributi sempre significativi. Il Departamento de Proyectos Arquitectónicos, Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid – ETSAM si è inoltre distinto per la sua ricerca su questo tema, in particolare attraverso le attività dei Gruppi di Ricerca GIVCO (Grupo de Investigación en Vivienda Colectiva) con Carmen Espegel come ricercatore principale e con la rilevante partecipazione di professori come Andrés Cánovas e José María de Lapuerta, e NuTAC (Nuevas Técnicas Arquitectura Ciudad), con José María Ezquiaga come ricercatore principale e contributi attraverso i lavori diretti da Sergio Martín Blas. Il parallelo tra ricerca e pratica costruita di questi e altri professori nel campo dell’abitazione collettiva contemporanea permette di identificare Madrid, e il Departamento de Proyectos della ETSAM, come un socio di straordinario interesse nel promuovere la formazione degli studenti nel progetto abitativo.
(testi)
M. Farina (a cura di), Studi sulla casa urbana. Sperimentazioni e temi di progetto, Gangemi, Roma 2009 A. Cánovas, C. Epegel, J. M. De Lapuerta, C. Martínez Arroyo, R. Penjeam, Vivienda Colectiva en España. 1992- 2015. TC cuadernos, Valencia, 2017 S. Martín Blas et al. (Editores). Holanda en Madrid: social housing and urban regeneration. Mairea libros, Madrid, 2014
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Date di inizio e termine delle attività didattiche
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Dal 01/03/2025 al 30/09/2025 |
Modalità di erogazione
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Tradizionale
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Modalità di frequenza
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Obbligatoria
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Metodi di valutazione
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Prova orale
Valutazione di un progetto
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Docente
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PALMIERI VALERIO
(programma)
Il Corso prevede una serie di lezioni centrate sul tema della casa collettiva, con riferimento particolare alle sperimentazioni proposte dalla cultura architettonica a Roma e a Madrid dall’inizio del XX secolo agli anni più recenti. Le lezioni tenderanno a mettere in evidenzia le forme che l’abitare collettivo ha assunto nel corso delle diverse stagioni e nelle ricerche dei protagonisti della scena architettonica che hanno operato nelle due città, con una specifica attenzione al tema della forma urbana e del rapporto tra casa e città. Il caso di Roma assume in questo quadro un valore emblematico, dal momento che la città è stata nel corso del Novecento un campo di sperimentazione particolarmente fertile nel quale l’abitare collettivo ha assunto forme estreme e originali che vanno dall’enfatizzazione della scala domestica e individuale nei primi piani Ina Casa alla scala monumentale dei grandi interventi degli anni Settanta in cui prevale la dimensione collettiva. Ma Roma nel corso del Novecento è stata anche oggetto di pratiche spontanee di “colonizzazione” degli spazi urbani, attraverso le quali il domestico si infiltra tra gli antichi monumenti presenti nel suo vasto territorio. L’ambiguità dei rapporti tra domesticità e persistenza materiale dei monumenti, che la città stessa ha favorito e promosso nel corso della sua storia, può essere a ragione considerata uno dei caratteri specifici dell’abitare romano, conseguenza di pratiche che possono essere analizzate e codificate come fonte di ispirazione per il progetto contemporaneo. La lunga fase di sperimentazione sull’abitazione collettiva a Roma si esaurisce negli anni Ottanta del secolo scorso. Nonostante la città continui a crescere attraverso la costruzione di nuclei residenziali, non si registrano ricerche progettuali significative (salvo casi sporadici). Al contrario, Madrid è stata interessata negli ultimi decenni da una ricca sperimentazione sul tema della casa collettiva, che ha coinvolto la cultura architettonica locale e internazionale nella progettazione di interi insediamenti. Le pratiche promosse dalla Empresa Municipal de la Vivienda y el Suelo (EMVS) attraverso concorsi aperti e inviti ad architetti internazionali hanno consolidato la città come laboratorio di sperimentazione e riflessione a scala globale sulle nuove forme dell’abitare collettivo. Gli esiti più noti, e anche più controversi, come l’edificio Mirador a Sanchinarro o le realizzazioni guidate dai progetti di Tom Mayne (Morphosis), David Chipperfiled, Wiel Arets o Ricardo Legorreta, si sono presentati come elementi di confronto e di rinnovo per una ricerca nella quale importanti architetti locali come Amann, Cánovas e Maruri, Soto e Maroto, Espegel e Fisac, Burgos e Garrido, Blanca Lleó, Ábalos e Herreros, o Frechilla e Peláez, hanno partecipato con contributi sempre significativi. Il Departamento de Proyectos Arquitectónicos, Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid – ETSAM si è inoltre distinto per la sua ricerca su questo tema, in particolare attraverso le attività dei Gruppi di Ricerca GIVCO (Grupo de Investigación en Vivienda Colectiva) con Carmen Espegel come ricercatore principale e con la rilevante partecipazione di professori come Andrés Cánovas e José María de Lapuerta, e NuTAC (Nuevas Técnicas Arquitectura Ciudad), con José María Ezquiaga come ricercatore principale e contributi attraverso i lavori diretti da Sergio Martín Blas. Il parallelo tra ricerca e pratica costruita di questi e altri professori nel campo dell’abitazione collettiva contemporanea permette di identificare Madrid, e il Departamento de Proyectos della ETSAM, come un socio di straordinario interesse nel promuovere la formazione degli studenti nel progetto abitativo.
(testi)
M. Farina (a cura di), Studi sulla casa urbana. Sperimentazioni e temi di progetto, Gangemi, Roma 2009 A. Cánovas, C. Epegel, J. M. De Lapuerta, C. Martínez Arroyo, R. Penjeam, Vivienda Colectiva en España. 1992- 2015. TC cuadernos, Valencia, 2017 S. Martín Blas et al. (Editores). Holanda en Madrid: social housing and urban regeneration. Mairea libros, Madrid, 2014
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Date di inizio e termine delle attività didattiche
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Dal 01/03/2025 al 30/09/2025 |
Modalità di erogazione
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Tradizionale
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Modalità di frequenza
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Obbligatoria
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Metodi di valutazione
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Prova orale
Valutazione di un progetto
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Docente
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MARTIN BLAS Sergio
(programma)
Il Corso prevede una serie di lezioni centrate sul tema della casa collettiva, con riferimento particolare alle sperimentazioni proposte dalla cultura architettonica a Roma e a Madrid dall’inizio del XX secolo agli anni più recenti. Le lezioni tenderanno a mettere in evidenzia le forme che l’abitare collettivo ha assunto nel corso delle diverse stagioni e nelle ricerche dei protagonisti della scena architettonica che hanno operato nelle due città, con una specifica attenzione al tema della forma urbana e del rapporto tra casa e città. Il caso di Roma assume in questo quadro un valore emblematico, dal momento che la città è stata nel corso del Novecento un campo di sperimentazione particolarmente fertile nel quale l’abitare collettivo ha assunto forme estreme e originali che vanno dall’enfatizzazione della scala domestica e individuale nei primi piani Ina Casa alla scala monumentale dei grandi interventi degli anni Settanta in cui prevale la dimensione collettiva. Ma Roma nel corso del Novecento è stata anche oggetto di pratiche spontanee di “colonizzazione” degli spazi urbani, attraverso le quali il domestico si infiltra tra gli antichi monumenti presenti nel suo vasto territorio. L’ambiguità dei rapporti tra domesticità e persistenza materiale dei monumenti, che la città stessa ha favorito e promosso nel corso della sua storia, può essere a ragione considerata uno dei caratteri specifici dell’abitare romano, conseguenza di pratiche che possono essere analizzate e codificate come fonte di ispirazione per il progetto contemporaneo. La lunga fase di sperimentazione sull’abitazione collettiva a Roma si esaurisce negli anni Ottanta del secolo scorso. Nonostante la città continui a crescere attraverso la costruzione di nuclei residenziali, non si registrano ricerche progettuali significative (salvo casi sporadici). Al contrario, Madrid è stata interessata negli ultimi decenni da una ricca sperimentazione sul tema della casa collettiva, che ha coinvolto la cultura architettonica locale e internazionale nella progettazione di interi insediamenti. Le pratiche promosse dalla Empresa Municipal de la Vivienda y el Suelo (EMVS) attraverso concorsi aperti e inviti ad architetti internazionali hanno consolidato la città come laboratorio di sperimentazione e riflessione a scala globale sulle nuove forme dell’abitare collettivo. Gli esiti più noti, e anche più controversi, come l’edifio Mirador a Sanchinarro o le realizzazioni guidate dai progetti di Tom Mayne (Morphosis), David Chipperfiled, Wiel Arets o Ricardo Legorreta, si sono presentati come elementi di confronto e di rinnovo per una ricerca nella quale importanti architetti locali come Amann, Cánovas e Maruri, Soto e Maroto, Espegel e Fisac, Burgos e Garrido, Blanca Lleó, Ábalos e Herreros, o Frechilla e Peláez, hanno partecipato con contributi sempre significativi. Il Departamento de Proyectos Arquitectónicos, Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid – ETSAM si è inoltre distinto per la sua ricerca su questo tema, in particolare attraverso le attività dei Gruppi di Ricerca GIVCO (Grupo de Investigación en Vivienda Colectiva) con Carmen Espegel come ricercatore principale e con la rilevante partecipazione di professori come Andrés Cánovas e José María de Lapuerta, e NuTAC (Nuevas Técnicas Arquitectura Ciudad), con José María Ezquiaga come ricercatore principale e contributi attraverso i lavori diretti da Sergio Martín Blas. Il parallelo tra ricerca e pratica costruita di questi e altri professori nel campo dell’abitazione collettiva contemporanea permette di identificare Madrid, e il Departamento de Proyectos della ETSAM, come un socio di straordinario interesse nel promuovere la formazione degli studenti nel progetto abitativo.
(testi)
AA. VV., L’INA-CASA al IV congresso Nazionale di Urbanistica, Società Grafica Romana, Roma 1953 L. Beretta Anguissola (a cura di), I 14 anni del Piano INACASA, Staderini, Roma 1963 R. Venturi, Complessità e contraddizioni nell’architettura, Dedalo, Roma 1966 L. Quaroni, Immagine di Roma, Laterza, Bari 1969 B. Regni, M. Sennato, Innocenzo Sabbatini: architetture tra tradizione e rinnovamento, Kappa, Roma 1982 A. Clementi, F. Perego (a cura di), La metropoli «spontanea». Il caso di Roma 1925-1981: sviluppo residenziale di una città dentro e fuori dal piano, Dedalo, Roma 1983 AA.VV., Case romane. La periferia e le case popolari, CLEAR, Roma 1984 C. Cocchioni, M. De Grassi, La casa popolare a Roma. Trent’anni di attività dell’I.C.P., Kappa, Roma 1984 AA.VV., L’attuazione dei piani di edilizia residenziale pubblica. Roma 1964-1987, Officina edizioni, Roma 1998 AA.VV. (a cura di), Guida ai quartieri romani INA Casa, Gangemi, Roma 2002 AA.VV., Abitare la periferia. L'esperienza della 167, Camera di Commercio, Roma 2007 M. Farina (a cura di), Studi sulla casa urbana. Sperimentazioni e temi di progetto, Gangemi, Roma 2009 M. Farina (a cura di), Housing conference. Ricerche emergenti sul tema dell'abitare, Gangemi, Roma 2009 M. Farina, L. Villani, Borgate romane. Storia e forma urbana, Libria, Melfi 2017
A. Cánovas, C. Epegel, J. M. De Lapuerta, C. Martínez Arroyo, R. Penjeam, Vivienda Colectiva en España Siglo XX (1929-1992). TC Cuadernos, Valencia, 2013. A. Cánovas, C. Epegel, J. M. De Lapuerta, C. Martínez Arroyo, R. Penjeam, Vivienda Colectiva en España. 1992- 2015. TC cuadernos, Valencia, 2017. S. Martín Blas et al. (Editores). Holanda en Madrid: social housing and urban regeneration. Mairea libros, Madrid, 2014. S. Martín Blas, I. Rodríguez Martín. A pie de calle: vivienda social y regeneración urbana. Arcadia Mediática, Madrid, 2018. S. Martín Blas, I. Rodríguez Martín, et al., I+D+VS: futuros de la vivienda social en 7 ciudades, Fundación Arquitectura COAM y Ministerio de Fomento (ISBN: 978-84-96656-74-1), 2011. S. Martín Blas, I. Rodríguez Martín. Arquitecturas VIS: vivienda de interés social en seis ciudades iberoamericanas. Lampreave, Madrid, 2018.
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Date di inizio e termine delle attività didattiche
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Dal 01/03/2025 al 30/09/2025 |
Modalità di erogazione
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Tradizionale
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Modalità di frequenza
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Obbligatoria
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Metodi di valutazione
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Prova orale
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Docente
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CANOVAS ALCARAZ ANDRES
(programma)
Il Corso prevede una serie di lezioni centrate sul tema della casa collettiva, con riferimento particolare alle sperimentazioni proposte dalla cultura architettonica a Roma e a Madrid dall’inizio del XX secolo agli anni più recenti. Le lezioni tenderanno a mettere in evidenzia le forme che l’abitare collettivo ha assunto nel corso delle diverse stagioni e nelle ricerche dei protagonisti della scena architettonica che hanno operato nelle due città, con una specifica attenzione al tema della forma urbana e del rapporto tra casa e città. Il caso di Roma assume in questo quadro un valore emblematico, dal momento che la città è stata nel corso del Novecento un campo di sperimentazione particolarmente fertile nel quale l’abitare collettivo ha assunto forme estreme e originali che vanno dall’enfatizzazione della scala domestica e individuale nei primi piani Ina Casa alla scala monumentale dei grandi interventi degli anni Settanta in cui prevale la dimensione collettiva. Ma Roma nel corso del Novecento è stata anche oggetto di pratiche spontanee di “colonizzazione” degli spazi urbani, attraverso le quali il domestico si infiltra tra gli antichi monumenti presenti nel suo vasto territorio. L’ambiguità dei rapporti tra domesticità e persistenza materiale dei monumenti, che la città stessa ha favorito e promosso nel corso della sua storia, può essere a ragione considerata uno dei caratteri specifici dell’abitare romano, conseguenza di pratiche che possono essere analizzate e codificate come fonte di ispirazione per il progetto contemporaneo. La lunga fase di sperimentazione sull’abitazione collettiva a Roma si esaurisce negli anni Ottanta del secolo scorso. Nonostante la città continui a crescere attraverso la costruzione di nuclei residenziali, non si registrano ricerche progettuali significative (salvo casi sporadici). Al contrario, Madrid è stata interessata negli ultimi decenni da una ricca sperimentazione sul tema della casa collettiva, che ha coinvolto la cultura architettonica locale e internazionale nella progettazione di interi insediamenti. Le pratiche promosse dalla Empresa Municipal de la Vivienda y el Suelo (EMVS) attraverso concorsi aperti e inviti ad architetti internazionali hanno consolidato la città come laboratorio di sperimentazione e riflessione a scala globale sulle nuove forme dell’abitare collettivo. Gli esiti più noti, e anche più controversi, come l’edifio Mirador a Sanchinarro o le realizzazioni guidate dai progetti di Tom Mayne (Morphosis), David Chipperfiled, Wiel Arets o Ricardo Legorreta, si sono presentati come elementi di confronto e di rinnovo per una ricerca nella quale importanti architetti locali come Amann, Cánovas e Maruri, Soto e Maroto, Espegel e Fisac, Burgos e Garrido, Blanca Lleó, Ábalos e Herreros, o Frechilla e Peláez, hanno partecipato con contributi sempre significativi. Il Departamento de Proyectos Arquitectónicos, Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid – ETSAM si è inoltre distinto per la sua ricerca su questo tema, in particolare attraverso le attività dei Gruppi di Ricerca GIVCO (Grupo de Investigación en Vivienda Colectiva) con Carmen Espegel come ricercatore principale e con la rilevante partecipazione di professori come Andrés Cánovas e José María de Lapuerta, e NuTAC (Nuevas Técnicas Arquitectura Ciudad), con José María Ezquiaga come ricercatore principale e contributi attraverso i lavori diretti da Sergio Martín Blas. Il parallelo tra ricerca e pratica costruita di questi e altri professori nel campo dell’abitazione collettiva contemporanea permette di identificare Madrid, e il Departamento de Proyectos della ETSAM, come un socio di straordinario interesse nel promuovere la formazione degli studenti nel progetto abitativo.
(testi)
AA. VV., L’INA-CASA al IV congresso Nazionale di Urbanistica, Società Grafica Romana, Roma 1953 L. Beretta Anguissola (a cura di), I 14 anni del Piano INACASA, Staderini, Roma 1963 R. Venturi, Complessità e contraddizioni nell’architettura, Dedalo, Roma 1966 L. Quaroni, Immagine di Roma, Laterza, Bari 1969 B. Regni, M. Sennato, Innocenzo Sabbatini: architetture tra tradizione e rinnovamento, Kappa, Roma 1982 A. Clementi, F. Perego (a cura di), La metropoli «spontanea». Il caso di Roma 1925-1981: sviluppo residenziale di una città dentro e fuori dal piano, Dedalo, Roma 1983 AA.VV., Case romane. La periferia e le case popolari, CLEAR, Roma 1984 C. Cocchioni, M. De Grassi, La casa popolare a Roma. Trent’anni di attività dell’I.C.P., Kappa, Roma 1984 AA.VV., L’attuazione dei piani di edilizia residenziale pubblica. Roma 1964-1987, Officina edizioni, Roma 1998 AA.VV. (a cura di), Guida ai quartieri romani INA Casa, Gangemi, Roma 2002 AA.VV., Abitare la periferia. L'esperienza della 167, Camera di Commercio, Roma 2007 M. Farina (a cura di), Studi sulla casa urbana. Sperimentazioni e temi di progetto, Gangemi, Roma 2009 M. Farina (a cura di), Housing conference. Ricerche emergenti sul tema dell'abitare, Gangemi, Roma 2009 M. Farina, L. Villani, Borgate romane. Storia e forma urbana, Libria, Melfi 2017
A. Cánovas, C. Epegel, J. M. De Lapuerta, C. Martínez Arroyo, R. Penjeam, Vivienda Colectiva en España Siglo XX (1929-1992). TC Cuadernos, Valencia, 2013. A. Cánovas, C. Epegel, J. M. De Lapuerta, C. Martínez Arroyo, R. Penjeam, Vivienda Colectiva en España. 1992- 2015. TC cuadernos, Valencia, 2017. S. Martín Blas et al. (Editores). Holanda en Madrid: social housing and urban regeneration. Mairea libros, Madrid, 2014. S. Martín Blas, I. Rodríguez Martín. A pie de calle: vivienda social y regeneración urbana. Arcadia Mediática, Madrid, 2018. S. Martín Blas, I. Rodríguez Martín, et al., I+D+VS: futuros de la vivienda social en 7 ciudades, Fundación Arquitectura COAM y Ministerio de Fomento (ISBN: 978-84-96656-74-1), 2011. S. Martín Blas, I. Rodríguez Martín. Arquitecturas VIS: vivienda de interés social en seis ciudades iberoamericanas. Lampreave, Madrid, 2018.
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Date di inizio e termine delle attività didattiche
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Dal 01/03/2025 al 30/09/2025 |
Modalità di erogazione
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Tradizionale
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Modalità di frequenza
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Obbligatoria
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Metodi di valutazione
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Prova orale
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