Docente
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AMBROSINI RICCARDO
(programma)
Il "caso Conrad", tra arte e politica
I media hanno dato, giustamente, molto risalto in questo ultimo anno a quella che è stata definita la "Cancel Culture", ossia la sequenza martellante di campagne via Twitter che nei paesi anglosassoni sta cercando di cancellare dall'insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado l'intera tradizione culturale, e soprattutto letteraria, europea. Tutto è cominciato con l’abbattimento di statue, il cambio del nome di edifici, la rimozione di foto di vecchi scienziati, ecc. Si è molto esagerato nell’amplificare le dimensioni del fenomeno: bastava che un classicista americano denunciasse il marmo bianco delle statue greche, o che un musicologo inglese chiedesse di bandire Mozart, e tutti giù a tremare, negli USA e negli UK (centinaia di professori hanno perso il posto, molti altrettanti dottori di ricerca dovranno cercarsi un altro lavoro) o a ridere, come in Italia. All’interno di questo sommovimento, che sta modificando comunque i curricula universitari, per qualche motivo non si è sentito fare il nome di Joseph Conrad. Strano, visto che per decenni, a partire dagli anni ’90, soprattutto negli Stati Uniti egli è stato implacabilmente denunciato come un razzista, imperialista, sessista dai critici postcoloniali. Trattandosi di uno dei tre autori più studiati (insieme a Joyce e a Virginia Woolf), era inevitabile e anche giusto esercitarsi sulle sue storie ambientate nel mondo extraeuropeo; fatto sta, che per almeno due generazioni di studiosi, insegnare Conrad è stato rischioso. Forse nel 2020 non c’era più tanto da cancellare. Gli studi conradiani in Italia non hanno preso molto sul serio queste accuse, che pure erano già state rivolte a Conrad vent’anni prima da due giovani accademici italiani, nel volume Conrad: l’imperialismo imperfetto (1973). Sarà perché la cultura letteraria in Italia ha radici più solide; sarà perché l’attenzione per la forma dei testi più che per la biografia dell’autore è una nostra caratteristica; sarà pure che per noi Conrad non è un imitatore di Dickens bensì un grande autore europeo che scrive in inglese, anziché in russo come Dostoevskij, o in francese come Flaubert o Proust. Fatto sta che l’interesse sempre vivo per il contenuto politico delle opere conradiane si è intrecciato creativamente qui da noi con un’attenzione per la forma; e in tal modo, si è finito per capire che era l’autore stesso a illuminare, attraverso la manipolazione delle strutture narrative, il contesto storico-politico entro cui erano collocate le vicende dei suoi protagonisti e delle sue protagoniste. O almeno, questo è quanto ho cercato di dimostrare nel mio libro del 2019. Il corso si propone di verificare quanto rilevante possa essere l’arte di Conrad per la comprensione della “Cancel Culture”, dello slogan “Black Lives Matter”, dell’”Academic-Industrial Complex” (NYT, luglio 2010). Ma non prenderò di petto questi fenomeni, se non come strumenti di analisi da portare insieme ad altri nella lettura di romanzi in cui troviamo la prima trattazione della manipolazione dei complessi di colpa di natura razziale (in questo caso a bordo di un veliero travolto da una tempesta) e una straordinaria, profetica analisi di quello che sarebbe seguito nel Novecento al colonialismo europeo ottocentesco in due storie in continuità tra loro, ambientate rispettivamente nel Congo belga e in un paese sudamericano. L’attualità alla quale ho fatto testé richiamo non si pone in alcun modo quale orizzonte di aspettativa per il corso. Non studieremo Conrad quale romanziere politico, anche se questa è una componente primaria della sua grandezza; per studenti con alle spalle tre anni di studi letterari e linguistici, confrontarsi con le opere di Conrad nel primo anno della specialistica significa esplorare un macrotesto che è stato un cantiere aperto in cui l’autore ha sperimentato, messo alla prova una pluralità di teorie e tecniche. Etica, estetica, realismo, esotismo, idealità, geopolitica, indignazione, pietà umana, l’orrore, l’ipocrisia, le passioni: andremo alla ricerca di queste emozioni e di queste idee, imparando a decifrare un autore complesso e a tratti enigmatico.
NEL CORSO DI QUEST'ANNO, DURANTE LA PREPARAZIONE DEL CORSO, IL DOCENTE INEVITABILMENTE APPORTERA’ DELLE MODIFICHE AL PROGRAMMA. SI INVITANO PERTANTO GLI STUDENTI A VERIFICARE SUL SITO PERSONALE DEL DOCENTE IL PROGRAMMA FINALE
(testi)
Joseph Conrad, The Nigger of the "Narcissus" (1897) Joseph Conrad, Heart of Darkness (1899) Joseph Conrad, Almayer's Folly (1904)
NEL CORSO DI QUEST'ANNO, DURANTE LA PREPARAZIONE DEL CORSO, IL DOCENTE INEVITABILMENTE APPORTERA’ DELLE MODIFICHE AL PROGRAMMA. SI INVITANO PERTANTO GLI STUDENTI A VERIFICARE SUL SITO PERSONALE DEL DOCENTE IL PROGRAMMA FINALE
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