Docente
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CRISTIANI ALESSANDRA
(programma)
Alessandra Cristiani Proposta di laboratorio per l’anno accademico 2018-2019
Drammaturgia corporea: i fondamenti delle pratiche performative dell’Ankoku Buto e delle tecniche vocali dell’Euritmia steineriana.
Il percorso formativo e creativo che si vuole proporre è aperto a tutti gli studenti interessati, professionisti e non, che desiderano avvicinarsi alla materialità dell’universo corporeo così come è stato indagato dalle ultime correnti della danza contemporanea: la Butoh Dance e l’Euritmia steineriana. La possibilità di intercettare la realtà fisica di uno spazio invisibile, all’interno del corpo, nel focus artistico di performarla e proiettarla nello spazio visibile, scenico, si coniuga sensibilmente con l’attenzione data alla natura dell’essere umano, risvegliata nella ricchezza e nell’integrazione armoniosa delle sue risorse fisiche, spirituali e intellettive. In entrambe le metodologie, l’una orientale e l’altra occidentale, osservate e praticate nei loro elementi grammaticali: gli esercizi di danza definiti nel primo caso e la vocalizzazione di vocali e consonanti nel secondo, si ritrova quella preziosa attitudine nel ricercare nuove possibilità espressive, nuove tipologie del sentirsi e percepirsi. Sul piano della scrittura creativa il tentativo è quello di realizzare una drammaturgia che sia soprattutto manifestazione, emanazione oggettivata, di memorie, esperienze sensoriali, intelligenze percettive. Il corpo in tutta la sua ampiezza è la prima dimora da abitare. In questa prospettiva una parte consistente degli incontri verrà dedicata alla fase del training, riscattandolo dall’essere considerato meramente un’esercitazione ginnica e rilanciandolo come dimensione, terreno da smuovere nelle sue zolle più profonde, per appropriarsi con consapevolezza di un corpo individuale e personale. Si farà esperienza della percezione attraverso la delicatezza del respiro e il rilascio del peso. Le pratiche orientali insegnano quanto sia creativo risvegliare gli snodi articolari della struttura corporea portandoci letteralmente l’attenzione e il soffio. Le articolazioni vengono definite luoghi acustici, spazi in cui l’energia entra in risonanza, dove il fisico e lo spirituale si incontrano misteriosamente; sono cavità da mantenere vuote per il transito fluido di una qualche misteriosa attivazione al movimento. E’ necessario radicarsi nel corpo, affinché l’edificio risulti non solo forte ed elastico nelle fondamenta, ma al tempo stesso anche poetico e creativo. Nella condizione dell’ascolto, raffinata durante il training, si sedimentano preziose attitudini alla danza: gli stati del corpo, veri e propri termometri dell’energia materiale e ineffabile della persona; esercizi di danza definiti legati strategicamente ad una immagine. Alcuni: la foglia di loto, lo scambio sulla trave, gli aghi, l’arcobaleno, la follia dell’esatto centro, il marcire, il barattolo arrugginito, fiorire, appassire…In qualità di strumenti creativi suggeriscono atteggiamenti dell’essere umano attraverso equivalenze col mondo fenomenico. Frequentando tale pratica performativa si verrà orientati nel rintracciare -in sé- l’oggettività di un meccanismo organico, il che equivale a dire la realtà della propria natura. Nell’esperienza diretta della danza ogni partecipante vedrà agire le sue facoltà creative più intuitive articolando tra loro diversi stati del corpo in una prima fase e relazionandosi, poi, a precise parole e versi poetici scelti, per accedere al proprio paesaggio interiore. Sorprendente ed efficace in tal senso la forza suggestiva e alogica degli Haiku giapponesi. Questi brevi componimenti, considerati la massima espressione della cultura zen, afferrano la percezione emotiva che si ha della realtà, per trasmetterla ad una comprensione più intima della stessa. Agli elementi performativi precedenti verranno affiancati alcune strutture dell’euritmia steineriana, che allenano a spostarsi armoniosamente nella concretezza della forma data, in tutte le sue direzioni e in tutti i suoi volumi. Si evidenzierà il traffico energetico irriducibile tra una dimensione interna e personale della presenza e la sua proiezione nello spazio esterno, condiviso coralmente. Della metodologia steineriana verranno introdotte le grammatiche del linguaggio e del suono: le vocali, le consonanti e il loro aspetto fisico. Nel continuo gioco sensoriale tra un dentro e un fuori, le prime stimoleranno il fluire dell’energia vitale interna al corpo, le seconde il suo plasmarsi in sculture scolpite nello spazio circostante. L’introduzione di semplici mantra vocali e consonantici sonderà più chiaramente la connessione tra l’emissione della voce e la percezione corporea. La forza della vocalizzazione è conosciuta fin dall’antichità come Tecnica di Efeso e per la sua importanza veniva praticata nei templi dove il movimento era creato ricercando il punto di origine della voce. E’ prevista un’apertura ad esterni come giornata conclusiva del laboratorio.
(testi)
Alessandra Cristiani, "Masaki Iwana e la tradizione del Butō Bianco. Metodologia della danza" e "Un’ulteriore riflessione" in "Trasform’azioni - Rassegna internazionale di danza butō. Fotografia di un’esperienza" a cura di Samantha Marenzi, Editoria e Spettacolo, Roma 2010.
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