AZIONE ESTERNA DELL'UNIONE EUROPEA: COOPERAZIONE E SICUREZZA
(obiettivi)
L’ENTRATA IN VIGORE DEL TRATTATO DI LISBONA, IL 1° DICEMBRE 2009, SEGNA UNA TAPPA FONDAMENTALE DEL LUNGO TRAGITTO DI AVVICINAMENTO TRA LE POLITICHE ESTERNE DELL’UNIONE EUROPEA. IL TITOLO V DEL TRATTATO SULL’UNIONE EUROPEA E LA PARTE V DEL TRATTATO SUL FUNZIONAMENTO DELL’UNIONE EUROPEA DEFINISCONO INFATTI L’AZIONE ESTERNA DELL’UNIONE EUROPEA COME L’INSIEME DELLE POLITICHE ESTERA, DI SICUREZZA E DI DIFESA, MA ANCHE DELLE AREE DELLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO, DELL’AIUTO UMANITARIO, DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE, DELL’ALLARGAMENTO E DELLA POLITICA DI VICINATO. L’OBIETTIVO E’ QUELLO DI PERMETTERE ALL’UNIONE DI DIVENTARE UN ATTORE INTERNAZIONALE A PIENO TITOLO ATTRAVERSO UN’AZIONE ESTERNA PIU’ COERENTE E VISIBILE. A QUESTO CONTRIBUISCONO L’ELIMINAZIONE DELLA STRUTTURA A PILASTRI E IL RICONOSCIMENTO DELLA PIENA PERSONALITÀ GIURIDICA DELL’UNIONE EUROPEA, L’ISTITUZIONE DELLA PRESIDENZA STABILE DEL COSIGLIO EUROPEO E DEL RUOLO DI ALTO RAPPRESENTANTE PER GLI AFFARI ESTERI E LA POLITICA DI SICUREZZA, L’ISTITUZIONE DEL SERVIZIO EUROPEO PER L’AZIONE ESTERNA (SEAE) E L’ACCRESCIMENTO DEI POTERI DEL PARLAMENTO EUROPEO. TUTTAVIA, I MECCANISMI DECISIONALI, LE PROCEDURE E GLI STRUMENTI A DISPOSIZIONE DELLA POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA DELL’UNIONE CONTINUANO AD ESSERE DIVERSI DA QUELLI ADOTTATI NELL’AMBITO DELLE ALTRE POLITICHE ESTERNE E L’UNITARIETÀ DI INTENTI TRA GLI STATI MEMBRI CONTINUA AD ESSERE DEBOLE, OSTACOLANDO DI FATTO LA COLLABORAZIONE CON GLI ALTRI ATTORI INTERNAZIONALI, DALLE NAZIONI UNITE ALLE ORGANIZZAZIONI REGIONALI, DALLE POTENZE STATUALI TRADIZIONALI A QUELLE EMERGENTI, FINO AGLI ATTORI NON GOVERNATIVI. IL CORSO AFFRONTA QUINDI GLI ASPETTI TEORICI, STORICI, ISTITUZIONALI E POLITICI DEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA IN MATERIA DI POLITICA ESTERA, DI SICUREZZA E DI DIFESA, NONCHE’ DELLE PRINCIPALI POLITICHE ESTERNE DELL’UNIONE, CON L’OBIETTIVO DI ANALIZZARE E VALUTARE LA COESIONE E L’EFFICACIA DELL’AZIONE COMUNE NEL VICINATO E NEL MONDO.
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