TEORIE E PRATICHE POST-COLONIALI DEL CINEMA E DEI MEDIA
(obiettivi)
IL CINEMA IN AFRICA. IN TERRA D’AFRICA (COME IN ALTRE REALTÀ DEL SUD DEL MONDO), IL CINEMATOGRAFO È STATO PORTATO E CONSUMATO DAI COLONI, MENTRE FILM COLONIALI RACCONTAVANO IN CONTINENTE O AGLI STESSI COLONI, LA REALTÀ FANTASMATICA DI QUESTE TERRE, VISTE DAL PUNTO DI VISTA DI EROICI MERCENARI O CORAGGIOSI PIONIERI. CON LE INDIPENDENZE DEGLI ANNI SESSANTA, L’ESPERIENZA DEL CINEMA COLONIALE È DIVENTATA PER I REGISTI DELLE EX-COLONIE UN MODELLO NEGATIVO DA CUI PARTIRE PER RIAFFERMARE E RIFONDARE LA PROPRIA IDENTITÀ. DALL’APPROCCIO SOCIOPOLITICO ESPLICITO DEGLI ANNI SESSANTA E SETTANTA, NEGLI OTTANTA E NOVANTA SI REGISTRA UN RIPIEGAMENTO SU RAGIONI PIÙ LEGATE AL VISSUTO PERSONALE E ALLA CONDIZIONE DELL’ESILIO, MENTRE IL RECENTE APPRODO A UNO SGUARDO TRANSCULTURALE E CHE TRAVALICA LE DIVISIONI TRA FINZIONE E SAGGIO, TESTIMONIA LA VOLONTÀ DI RACCONTARE COME L’AFRICA STA VIVENDO E REINTERPRETANDO LA GLOBALIZZAZIONE.
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