Docente
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CRISTIANI ALESSANDRA
(programma)
Una metodologia della danza. Pratiche corporee e tecniche performative nelle nuove correnti di ricerca: la Butoh dance, l’Euritmia steineriana.
Il percorso formativo e creativo che si vuole condividere è aperto a tutti gli studenti professionisti e non, che vogliano avvicinarsi ad un approccio alla scena orientato dai principi delle più recenti ricerche sulla realtà corporea: la Butoh dance,dalle sue origini in Giappone alle inevitabili commistioni conle pratiche occidentali, e l’Euritmia steineriana nel suo incrocio con la sensibilità del pensiero orientale.Il lavoro si muoverà intorno a due grossi nuclei: il training e la danza autoriale. Per la prima fase, che prevede di costruire e affinare la consapevolezza del corpo, è fondamentale attivare un ascolto percettivo delle risorse fisiche e spirituali cominciando dalle unità base del Training: gli esercizi, dei veri e propri termometri della temperatura energetica dell’organismo umano. Il Training, tradizionalmente orientato al mero riscaldamento,funzionale al movimento, cambierà natura e verrà considerato di per sèuna viapreferenziale per accedere alla dimensione della danza. Si entrerà gradualmentenell’azioneattraverso pratiche del respiro,che tentano di riportare l’attenzione ad una condizione essenziale per l’essere umano e per la creazione in genere: il radicamento nel corpo per poterlo abitare in tutte le sue trasformazioni e proiezioni. Il soffio vitale, come indicato nelle culture orientali, se direzionato sensibilmenteall’ascolto delle singole parti del corpo, può recuperare delle innate intelligenze percettive e sensoriali e risvegliare concretamente i luoghi articolatori della struttura scheletrico muscolare.L’attenzionealla postura per la buona circolazione dell’energia è strettamente connessa alla ricerca di una armonia fisiologica e di una ricchezza ontologica, elementi per un possibile Dna artistico di ogni individuo. Indispensabileritornare alla condizioni dell’attesa, del poter sostareall’interno del corpoper far emergere la creatività dell’essere umano nell’unicità della propria natura. Da questo primo approcciosottile e delicato, si passerà ad agganciare una dimensione sempre più macroscopicadell’azione. Verranno introdotti variesercizi di danza definita dell’Ankoku Butoriferiti alla figura del samurai: Ilsamurai, Il samurai nella radura, Gli aghi, le Box,Seiza, La follia dell’esatto centro…altriinerenti ai fenomeni naturali: Il movimento delle nuvole, Arcobaleno, Come l’acqua che scorre, Animali...camminate e stati del corpo, alla pari di unità grammaticali, che allenano non solo l’elasticità, la forza ela stabilità del corpo, ma al tempo stesso sollecitano ad una originaria alleanza tra materia ed energia, sigillo necessario per entrare, sostenere, rilanciare la presenza nella condizione data. Il volume corporeo, la tridimensionalità dello spaziointerno, verrà messo in relazione con l’ampiezza dello spaziocircostante sia individualmente che coralmente, construmenti presi dall’Euritmia: la Tecnica di Efeso e le Forme. LaTecnica di Efesoconsiste nell’estrapolarel’energia della voce durante l’emissione degli elementi di base del linguaggio: vocali e consonanti. Questevengono colte nel loro aspetto sonoro e non sonoro. L’emissione silenziosa della parola crea uno spazio fisico. In maniera equivalente la non azione è il silenzio dell’azione. LoStato Efeso da trovare,fa acquisire la sensibilità di importanti meccanismi organici interni e la loro eco. L’introduzione di antichi mantra vocali e consonanticirestituiranno più oggettivamente la profonda influenzadell’azione della voce sulla struttura corporea. Il contatto con la sfocata realtà percettiva tra visibile e invisibile, interno e esterno, dentro fuori è un assunto fondante la conoscenza olistica e la consapevolezza artistica del corpo. Per quanto riguarda le Forme dell’Euritmia, queste sono delle proiezioni nello spazio di determinate geometrie presenti in Natura, nel Cosmo e nell’Umano. Un esempio tra le più semplici: la Stella, la Esse, la Spirale, volumi rotondi, tratti spigolosi, curve…Ogni partecipante è invitato a realizzare con rigore le Forme per esplorarne le direzioni e lo slancio, per riceverlecome dimensioni, fenomeni spaziali, moti damuovere e dai quali essere mossi, per una misteriosaalchimiadell’azione.Lo spazio come struttura da seguire nelle Forme e lo spazio come magma da immaginare negli esercizi di danza definiti. Coerentemente e per arrivare alla fase della danza autoriale,un affondo particolare viene datoin tal senso nell’approfondire lametodologiaper immagini, seminata nelle diverse proposte del training. L’intento è nell’esplorare e far emergere in modo sempre più personale le risorse e le visioni artistiche di ogni partecipante: il Nikutai nella poetica del buto giapponese, ossia il paesaggio interioreo l’Immagine oggettiva nell’Euritmia di derivazione steineriana. Il primo passo viene fatto nel relazionarsi a determinate paroleconcrete e a versi poetici appositamente scelti,per poi successivamente incontrare la suggestione e l’inafferrabilità degliHaiku, brevi componimenti in rima, vertici della cultura poetica giapponese.Attraverso gli Haiku la dinamica con il Tempo e con lo Spazio perde i suoi confini abituali, per scovarne ulteriori strati e sorgenti, una loro lontana eco e radice, come se venissero soffiate fuori da un luogo remoto. La drammaturgia del corpo si arricchisce. A partire dall’immaginedel danzatore o del performer, invitato a ritrovare la sua qualità immediata di reazione nello spazio alla pari di un Insetto,allo stesso modo su registri più enigmatici, gli Haiku sovvertono i codici di lettura del reale, per farci cogliere più spontaneamente il suo aspetto invisibile, duale, molteplice, per andare a cogliere il “dietro”, l’ombra delle cose con maggiore fiducia e intuizione.Il laboratorio prevede una giornata di apertura e di confronto con altri docenti, studenti e chiunque fosse interessato alla ricerca.
(testi)
Alessandra Cristiani, "Masaki Iwana e la tradizione del Butō Bianco. Metodologia della danza" e "Un’ulteriore riflessione" in "Trasform’azioni - Rassegna internazionale di danza butō. Fotografia di un’esperienza" a cura di Samantha Marenzi, Editoria e Spettacolo, Roma 2010.
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