Docente
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Thermes Diana
(programma)
"Dal mito di Europa al mito dell'Unione Europea"
Obiettivi del Corso
Trovare risposta a 3 domande “esistenziali” sull’Europa: 1) che cos’è?; 2) da dove viene?; 3) dove va?, dal momento che l’Europa nasce da un mito, assurge a spazio di civiltà, si consolida nell’Unione Europea ma, prima ancora di realizzarsi compiutamente in un organismo federale, sotto l’incalzare di forze e sentimenti antieuropei ed euroscettici, rischia di diventare un mito (ir)raggiungibile.
Contenuti
Le idee e le teorie che hanno che hanno contribuito a creare un’identità europea e a sostanziarne modelli ideali e storici. Nasce l’Europa da un mito: il ratto d’Europa da parte di Zeus sotto forma di toro che dall’Oriente la conduce in Grecia, a Creta, dove fiorisce la prima civiltà occidentale, quella micenea. Identificatasi inizialmente nella Grecia in contrapposizione ai “barbari” Persiani, l’Europa assume nel tempo forme ideali e storiche con tratti diversi (l’Impero Romano, il Sacro Romano Impero, la Respublica christiana, la République des lettres, ma anche la monarchia dantesca, ecc.), contrapponendosi di volta in volta alle “barbarie” di turno, conquistando un primato culturale, scientifico-tecnologico, politico e civile, e facendosi infine “fiaccola di civiltà” nel mondo extraeuropeo, un mondo da civilizzare, ovvero da conquistare. Ma eurocentrismo, colonialismo, imperialismo da un lato, nazionalismo, razzismo, totalitarismo dall’altro precipitano la civile Europa, endemicamente lacerata da guerre e conflitti religiosi e ideologici, nella barbarie delle guerre mondiali e nella disfatta morale dell’Olocausto. Rinasce l’Europa dopo la Seconda guerra mondiale come Unione Europea, all’insegna della pace, della democrazia e della garanzia dei diritti individuali. Ma dopo i falliti tentativi della creazione di una federazione sul modello degli Stati Uniti, di fronte all’incalzare di crisi economiche e migratorie che alimentano le forze centrifughe dell’Europexit, l’Unione Europea rischia di diventare un mito (ir)raggiungibile.
Struttura del Corso
Il Corso è articolato in due Parti: una Parte generale e una Parte monografica
1) Parte generale: La ricostruzione storica dell’idea di Europa, del suo genio e della sua identità come spazio di civiltà, quali si sono formati e sviluppati lungo un percorso storico che inizia nell’antica Grecia e giunge fino al Secondo dopoguerra, quando, sotto la spinta di Altiero Spinelli e degli altri 6 Padri Fondatori (K. Adenauer, J. Bech, A. De Gasperi, J. Monnet, R. Schuman, P.-H. Spaak), si concretizzano politicamente e istituzionalmente nell’Unione Europea sotto la bandiera della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, che ne rappresenta lo statuto dei principi e dei valori fondativi. Così che la terza domanda – dove va l’Europa? – cui urge una risposta adeguata alle forze centrifughe Europexit alimentate da sovranismi e populismi sotto l’incalzare incrociato di crisi economiche e fenomeni migratori, possa trarre profitto dalla risposta delle due prime domande.
2) Parte monografica: analisi di testi “classici” sulla creazione di un’Europa unita 1. Per la pace perpetua (1795) di Immanuel Kant (progetto confederativo) 2. Il Manifesto di Ventotene (1943) di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi (progetto federativo) 3. La guerra e l’unità europea (1947) di Luigi Einaudi (progetto federativo) 4. Il futuro della civiltà europea (1955) di Albert Camus (progetto federativo)
(testi)
1. F. Chabod, L’idea d’Europa, Laterza, 2007 (pp. 170) 2. G. Reale, Radici culturali e spirituali dell’Europa, Cortina, 2003 (pp. 160) NB: i 2 testi sono complementari 3. I. Kant, per la pace perpetua (1795), qualunque edizione (pp. 30 ca.) 4. A. Spinelli, E. Rossi, Il Manifesto di Ventotene (1943) (pp. 30) [online] 5. L. Einaudi, La guerra e l’unità europea (1947) (pp. 10) [pdf su richiesta] 6. A. Camus, Il futuro della civiltà europea (1955), Castelvecchi 2012 (pp. 35) 7. Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea o Carta di Nizza (2000) [online]
N.B. Tutti i testi, eccetto quello kantiano che richiede un maggiore impegno, sono di lettura agevole e di facile comprensione.
Del programma fa parte anche la visione di 5 lungometraggi, dedicati ognuno a una specifica “barbarie” che l’Europa ha superato nella difficile e contrastata costruzione della sua Civiltà. La visione (in aula o in privato, a seconda delle disponibilità) sarà motivo di dibattito critico sul tema del lungometraggio
1. Agorà (Alejandro Amenábar, 2009): il fondamentalismo religioso 2. L’ultimo Inquisitore (Milos Forman, 2006): il fondamentalismo religioso e ideologico 3. Amistad (Steven Spielberg, 1997): lo schiavismo 4. Orwell 1984 (Michael Redford, 1984): il totalitarismo 5. Germania anno zero (R. Rossellini, 1948): la guerra, il male endemico
Per i non frequentanti: in sostituzione della visione dei 5 lungometraggi il libro di Zygmunt Bauman, L’Europa è un’avventura, Laterza 2012 (pp. 155)
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