Docente
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AGOSTA ANTONIO
(programma)
“Eligere”, in latino, vuol dire “scegliere”. Le elezioni, in senso ampio, sono “procedure istituzionalizzate per la scelta di rappresentanti selezionati tra alcuni o tutti i membri riconosciuti di un’organizzazione” (secondo una sintetica ed efficace definizione di Stein Rokkan). In campo politico, le “procedure istituzionalizzate” si fondano, attualmente, sul ricorso a “votazioni”, finalizzate a designare il titolare di una carica monocratica o i membri di un organo collegiale. L’elezione, ormai quasi dovunque a suffragio universale (diretto o indiretto), è l’istituzione centrale dei sistemi politici democratici, fonte di legittimazione di ciò che si definisce “governo rappresentativo”: che realizza, concretamente, l’enunciazione di principio della “sovranità popolare”. E votazioni (ma, spesso sarebbe preferibile la definizione di “plebisciti”) si svolgono, con finalità confermative dell’assetto di potere vigente, anche in regimi politici non democratici.
La parte introduttiva del corso si sofferma sulle origini remote dei metodi di attribuzione di cariche pubbliche o di assunzione di decisioni collettive, mediante sorteggio o acclamazione, e comunque con limitato ricorso al computo dei voti, nel presupposto di una (effettiva o apparente) “unanimità” della comunità, politica o religiosa. E ricostruisce la travagliata affermazione del “principio maggioritario”, con il rilevante contributo dato, sul tema, dall’evoluzione del diritto canonico.
Le “grandi rivoluzioni borghesi” (inglese, americana e francese), segnano il punto di avvio dei processi che, successivamente, nell’arco di circa centocinquant’anni, tra Ottocento e Novecento, hanno progressivamente prodotto la nascita e lo sviluppo delle legislazioni elettorali per la formazione dei parlamenti e di istituzioni amministrative o consultive locali, l’allargamento del corpo elettorale, il perfezionamento delle tecniche e delle strutture organizzative delle votazioni; contestualmente alla formazione di aggregazioni partitiche, in seno alle assemblee elettive o rappresentanti delle classi sociali che ne richiedevano l’accesso.
Dalla seconda metà dell’Ottocento, inoltre, prende avvio il dibattito sui metodi più adeguati a trasformare le preferenze degli elettori in cariche rappresentative: non soltanto del numero prevalente di cittadini; ma, possibilmente, e quanto più fedelmente, delle opinioni delle diverse componenti minoritarie, in seno alle comunità sociali o territoriali, nazionali o locali.
La parte centrale e preponderante del corso ha come oggetto i sistemi elettorali in senso stretto, cioè le procedure finalizzate a regolare l’espressione del voto, gli ambiti territoriali della competizione, le condizioni richieste dalle norme per pervenire alla proclamazione degli eletti. La trattazione segue un criterio di classificazione tecnica per grandi “famiglie” di “formule elettorali” (ispirate a principi maggioritari, proporzionalistici o combinatori -in diversa misura ed effetto- dei due precedenti); individuandone, di volta in volta, le motivazioni storiche e teoriche della loro ideazione, e le condizioni effettive di applicazione, adattamento ed evoluzione, in rapporto ai mutevoli contesti di cultura politica e di strutturazione istituzionale.
A conclusione di questa parte si inserisce l’analisi della legislazione attualmente vigente per le elezioni parlamentari (ed eventualmente presidenziali) di alcune democrazie contemporanee.
Un’attenzione ampia e specifica è riservata, infine, all’evoluzione della legislazione elettorale, parlamentare e locale, in Italia, dall’Unità al Fascismo e dalla Liberazione ai nostri giorni; con particolari approfondimenti dedicati a temi e problemi evidenziati dall’interesse degli studenti frequentanti.
(testi)
A) Gianfranco PASQUINO, I sistemi elettorali, Il Mulino, Bologna, 2006;
B) Bernard MANIN, Principi del governo rappresentativo, Il Mulino, Bologna, 2010; oppure Giovanni SARTORI, Ingegneria costituzionale comparata, Il Mulino, Bologna, (ultima edizione);
C) Alessandro CHIARAMONTE e Giovanni TARLI BARBIERI (a cura di), Il premio di maggioranza. Origini, applicazioni e implicazioni di una peculiarità italiana, Carocci, Roma, 2011; oppure Oreste MASSARI e Gianfranco PASQUINO (a cura di), Rappresentare e governare, Il Mulino, Bologna, 1994 (i capitoli su: Gran Bretagna, USA, Francia, Spagna, Germania).
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